Domenica 20 aprile 2008 sono stato a Ginosa (TA) nel territorio del Parco delle Gravine dell’Arco Jonico. Una giornata soleggiata bellissima con 25 gradi. Partecipo alla 3^ gara Corripuglia di podismo. In bici sono partito da Gioia del Colle e ho percorso la SP 15 per Laterza passando per la bellissima pineta di Montursi. Ci sono dislivelli ma il tratto è soprattutto in discesa seguendo il tracciato delle gravine che arrivano fino al mare. Mi godo i tornanti in discesa, pochissime auto e cerco di non pensare che poi al ritorno dovrò farmeli tutti in salita. A Laterza all’ingresso della città, c’è una strada in discesa che termina ad un panificio antico con un forno a legna dove viene cotto il famoso pane. Vedi il fuoco da lontano e se non riesci a frenare…”la tentazione”, ci vai a finire dritto dentro. C’è una gravina bellissima con un’oasi della LIPU. Altri 7 km. e arrivo a Ginosa, sempre scendendo seguendo la strada che costeggia la gravina. Il panorama è fantastico. H. 9.30 mille podisti pronti al via per 10 km. prima in discesa e poi tutta in salita fino al traguardo. Un po’ tostarella, ma il percorso lungo la gravina dà modo di ammirare la natura che in questo periodo è particolarmente rigogliosa: i prati e le dolci colline verdi, i fiori colorati, gli ulivi, i mandorli, i fichi e poi gli uccelli di ogni tipo a dominare dal cielo e a fare da colonna sonora a questo meraviglioso film naturalistico. Finita la gara, faccio esercizi di respirazione e stretching e continuo a camminare cercando dei punti panoramici e i monumenti da vedere. Nell’aria si sente già il profumo del ragù di “braciole” e la “gravina” questa volta è quella del mio stomaco. Incontro un podista locale che già si è docciato e va ad assistere alla premiazione. Mi dice: “Che…Ti sei perso?” Gli rispondo di non preoccuparsi che cercherò di “non perdermi per niente” quello che io reputo il mio “premio domenicale”: associare lo sport al cicloturismo. Arrivo sulle balconate che danno sulla gravina e comincia lo spettacolo. C’è il castello normanno che risale al 1080. C’è il portone aperto e mi infilo. All’interno un gruppo di responsabili dell’amministrazione locale. Chiedo loro di poter dare un’occhiata veloce anche solo al cortile. Del resto non è possibile visitare altro. Il punto è panoramico sulla gravina, ma il castello è molto fatiscente. C’è un progetto di restauro ma ci vogliono tempo e soprattutto soldi. Chiedo a questi signori: “Ma in questa città ci sono il cinema e il teatro?” - Certo! C’è il cinema X e il teatro Y – E a che vi servono? – In che senso!? – Nel senso che avete un palcoscenico naturale che in ogni momento mette in scena la rappresentazione fantastica della natura. Basta quello!” Mi guardano un po’ male pensando che abbia voluto prenderli in giro. Continuo a parlare raccontando delle escursioni che con Ruotalibera Bari effettuamo anche da quelle parti col treno. Li informo di Mediterre e sembrava che quasi non sapessero nulla. Forse quelli dei paesi limitrofi ci parteciperanno. Mi danno l’indicazione del sito passiochristi.it e sembra che si concentrino soprattutto su questo evento. Io vorrei dar loro un’idea per il proseguo della storia cristiana che non si è fermata certamente alla passione e alla morte di Gesù. Un posto come questo ha bisogno anche della rappresentazione della Risurrezione e c’è una figura migliore della Primavera? Immagino un Gesù che scende finalmente dalla croce e come un grande regista e attore, dà inizio al suo meraviglioso spettacolo della rinascita della creazione! Magari farebbe anche un nuovo sito web: www.resurrectiochristi.it.
Andando via ho sentito una signora che diceva: “Vedete quanta gente di buona volontà che c’è!”. E ha ragione! La buona volontà certo a me non manca, ma sarebbe il caso che ci fosse anche la loro. E credo che ci sia. Passo davanti al Teatro Alcanices. C’è un’orchestrina che prova la canzone di De Andrè “Un Giudice” stile PFM. Bravi, li applaudo e strappo un loro sorriso per un inconsueto spettatore vestito da podista. Mi piace quando vestito o da podista o da ciclista, vado in giro a fare il turista. Credo di comunicare dei bei messaggi al di là dei sorrisi che posso strappare. E poi è meglio far ridere che piangere!
Dopo aver recuperato la bici vado verso la Chiesa Madre (S. Martino). Ci sono degli affreschi sia all’esterno che soprattutto all’interno risalenti al 1500. C’è un signore che fa il custode della Chiesa. Mi fa entrare e fa da cicerone. Molto bravo, meglio di una guida turistica. Ci affacciamo insieme sulla gravina; che meraviglia! Proprio così! Puoi passare anche diverso tempo ad ammirare le grotte, la flora, la fauna ed è uno spettacolo del tutto gratuito. Sul fondo della gravina vedo dei turisti stranieri che passeggiano. Sul piazzale ci sono dei cani che prendono il sole. Il custode mi dice che ce ne sono diversi che tutto sommato sono tranquilli, però qualche persona anziana ha paura a venire alla messa per via di loro. Saluto questo signore molto disponibile ed esperto del prezioso bene a cui è stata affidata la custodia. Ci scambiamo i recapiti per una eventuale visita futura dicendomi che c’è una guida turistica più giovane che lui conosce, che può essere disponibile. Io preferisco lui. Andando via, a pochi metri c’è un artigiano che fa cesti in vimini e oggetti in legno. Mi invita a visitare le sue opere. Si è fatto un po’ tardi e ringraziandolo per avermi informato, gli prometto che prossimamente verrò a visitarlo forse con altre persone.
Mi avvio ed incontro un ciclista di Fano che lavora a Matera. Anche lui è affascinato dalla bellezza del canyon. Mi racconta di aver incontrato un po’ di cani sul tragitto e dopo aver scambiato un po’ di informazioni ci salutiamo.
Rientro a Gioia del Colle rifacendo lo stesso percorso; una trentina di km. adesso tutti in salita. La strada è molto tranquilla, solo brevi tratti a scorrimento di auto. Ma il traffico maggiore è quello “aereo”. Insetti di ogni genere che mi sbattono contro e si infilano nel casco. Ci faccio l’abitudine come anche col caldo. Arrivo sano e salvo, felice di aver trascorso un’altra domenica bestiale, per dirla alla Concato, ma fortunatamente senza Cani ma solo Cany…on!
Nunzio Natuzzi
Bari, 21 aprile 2008
“Se guardate me, non guardate che bicicletta porto, ma CHI la bicicletta porta!”
Andando via ho sentito una signora che diceva: “Vedete quanta gente di buona volontà che c’è!”. E ha ragione! La buona volontà certo a me non manca, ma sarebbe il caso che ci fosse anche la loro. E credo che ci sia. Passo davanti al Teatro Alcanices. C’è un’orchestrina che prova la canzone di De Andrè “Un Giudice” stile PFM. Bravi, li applaudo e strappo un loro sorriso per un inconsueto spettatore vestito da podista. Mi piace quando vestito o da podista o da ciclista, vado in giro a fare il turista. Credo di comunicare dei bei messaggi al di là dei sorrisi che posso strappare. E poi è meglio far ridere che piangere!
Dopo aver recuperato la bici vado verso la Chiesa Madre (S. Martino). Ci sono degli affreschi sia all’esterno che soprattutto all’interno risalenti al 1500. C’è un signore che fa il custode della Chiesa. Mi fa entrare e fa da cicerone. Molto bravo, meglio di una guida turistica. Ci affacciamo insieme sulla gravina; che meraviglia! Proprio così! Puoi passare anche diverso tempo ad ammirare le grotte, la flora, la fauna ed è uno spettacolo del tutto gratuito. Sul fondo della gravina vedo dei turisti stranieri che passeggiano. Sul piazzale ci sono dei cani che prendono il sole. Il custode mi dice che ce ne sono diversi che tutto sommato sono tranquilli, però qualche persona anziana ha paura a venire alla messa per via di loro. Saluto questo signore molto disponibile ed esperto del prezioso bene a cui è stata affidata la custodia. Ci scambiamo i recapiti per una eventuale visita futura dicendomi che c’è una guida turistica più giovane che lui conosce, che può essere disponibile. Io preferisco lui. Andando via, a pochi metri c’è un artigiano che fa cesti in vimini e oggetti in legno. Mi invita a visitare le sue opere. Si è fatto un po’ tardi e ringraziandolo per avermi informato, gli prometto che prossimamente verrò a visitarlo forse con altre persone.
Mi avvio ed incontro un ciclista di Fano che lavora a Matera. Anche lui è affascinato dalla bellezza del canyon. Mi racconta di aver incontrato un po’ di cani sul tragitto e dopo aver scambiato un po’ di informazioni ci salutiamo.
Rientro a Gioia del Colle rifacendo lo stesso percorso; una trentina di km. adesso tutti in salita. La strada è molto tranquilla, solo brevi tratti a scorrimento di auto. Ma il traffico maggiore è quello “aereo”. Insetti di ogni genere che mi sbattono contro e si infilano nel casco. Ci faccio l’abitudine come anche col caldo. Arrivo sano e salvo, felice di aver trascorso un’altra domenica bestiale, per dirla alla Concato, ma fortunatamente senza Cani ma solo Cany…on!
Nunzio Natuzzi
Bari, 21 aprile 2008
“Se guardate me, non guardate che bicicletta porto, ma CHI la bicicletta porta!”