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sabato 25 ottobre 2008

Spero che questa vita insegni!

C’è un tipo di paura che genera positività: la coscienza e conoscenza dei rischi e pericoli e che ci fa essere prudenti. Questa paura fa un “bilancio preventivo” ed è per la vita.
Ce n’è un’altra che nasce dal timore di essere puniti per l’imprudenza, perché in fondo si è coscienti di essere nel torto. Questa fa un “bilancio consuntivo” ed è per la morte. Mettiamoci pure: abitudine alla velocità, malumore, distrazione, la fretta che fa trasgredire anche i più prudenti, e il mix è davvero micidiale. Anche se vai in bici o addirittura a piedi, è uguale! O no? Quanta gente cammina abitualmente a passo svelto, distrattamente, attraversando in diagonale la strada con i para-occhi come i cavalli o corre con la bici in città (ahimè, all’inizio l’ho fatto tante volte!) e poi col benedetto/maledetto cellulare, senza alcuna illuminazione e visibilità. E se ci si mettono anche pedoni e ciclisti…Buonasera! Anzi, Buonanotte!!
Parlando di sicurezza stradale credo che ci si concentri troppo sull’aspetto sanzionatorio, punitivo, della certezza della pena, condanne esemplari, ecc. Sicuramente hanno la loro importanza, ma non possono essere la sola soluzione. Tutto ciò genera solo trasgressione e conseguente paura. E poi sapere che il colpevole è sanzionato pesantemente o assicurato alle patrie galere, non mi rende certamente più felice. Certo se io o qualcuno a me caro, fossimo vittime, ragionerei in modo diverso. Sicuramente all’inizio ci sarebbe il coinvolgimento emotivo e almeno una forte indignazione per non dire peggio.
C’è una cosa che odio ed è il fatalismo. Quello che ti fa dire: “Sono cose che capitano” - “E’ il destino” - “Doveva succedere” – “Tragica fatalità” – “Dio ha voluto così”. E poi affermazioni di circostanza tipiche in queste occasioni: “Spero che questa morte insegni!...”.
Non so voi, ma io spero sempre CHE SIA LA VITA AD INSEGNARE!! Le disabilità e le morti come minimo fanno arrabbiare tutti noi e se la logica (o meglio follia) è di aspettare che “succedano” queste cose per muoversi a provvedere, allora siamo nell’assurdo più totale. PREVENIRE E' SEMPRE MEGLIO CHE CURARE!
Non culliamoci poi, con facile indulgenza, che queste cose succedono! Il fatalismo è odioso! E’ l’alibi perfetto per tutti gli uomini di cattiva volontà. Per quanto dipende da me, io so che determino il mio e l’altrui destino. Sono responsabile di ciò. Per carità, è chiaro che siamo tutti sotto al Cielo… ma in genere le buone e sane abitudini, le cosiddette buone pratiche anche stradali, premiano.
Le auto non “impazziscono”, non si trasformano in falciatrici, non sono né stupide, aggressive, cattive, ecc., né sono intelligenti, prudenti, sobrie, tranquille, ecologiche, ecc. Si usano queste terminologie che delegano alle auto qualità o difetti che soprattutto sono di pertinenza del cuore, cervello e corpo umano! La macchina è macchina e l’uomo è uomo! Le persone più importanti da proteggere, sono “tutte le persone” che si muovono per strada in ogni modo (comprese le forze dell’ordine) e non soltanto quelle nei “carri armati” a quattro ruote, delegando a questi mezzi il loro senso di sicurezza stradale del tutto egoistico. I PERICOLI VANNO TEMUTI, vale a dire RISPETTATI E NON SFIDATI! Invece per mostrare che non si è paurosi, illusi da una sicurezza assoluta delegata al mezzo, ci si lancia in stupide spavalderie, accentuando il pericolo per sè e gli altri.
Le persone che proteggono altre persone sono sempre persone che amano sé stesse, gli altri e tutto il creato e quindi il Creatore: sono prudenti, intelligenti, ecologiche, rispettose, serene, di buon umore, sobrie, che non hanno fretta, ecc. almeno come atteggiamento abituale, poi le giornate amare difficili da spiegare capitano a tutti e speriamo che con meno auto in giro, in proporzione, si trasformino in giornate dolci facili da spiegare. E poi come dice il detto: “L’uomo allegro Dio l’aiuta!”.
C’è la più classica delle lezioni di educazione stradale: “Chi va piano, va sano e va lontano!”. Vi potrei raccontare le mie esperienze con la corsa e come specialmente nelle gare lunghe, devi tenere a freno dall’inizio quella voglia di correre al massimo, se no poi che succede? Che comunque in seguito sei costretto a rallentare, frenare di colpo, quando però ormai è troppo tardi e molte volte non si finisce la gara. E così quando ci si dà un freno solo dopo ultimatum medici, ma anche nel traffico: molti fanno le “strazzate” (strappate, brusche accelerate), strombazzano se gli sei davanti e poi? L’ingorgo e un bel semaforo rosso che azzera tutte le velocità e frenesie e tu che gli sfili a lato fischiettando.

Concludo con una bella frase di S. Giovanni al quale anche piaceva molto scrivere lettere d’Amore: “Nell’Amore non c’è paura; anzi l’Amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell’Amore”. I Giov. 4:18.
Ed anche S. Paolo non è da meno: “Vuoi non temere l’autorità? Fa la cosa giusta e avrai la sua approvazione! … Perciò è necessario stare sottomessi (rispettare le regole), non soltanto per timore della punizione, ma anche per motivi di coscienza!”. (Lettera ai Romani)
… E pace in terra, sulle strade italiane, a tutti gli uomini di buona volontà…e speriamo CHE QUESTE VITE INSEGNINO!

Viva l’Italia…l’Italia che non muore
…l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura.
Viva l’Italia… l’Italia che non ha paura.
…l’ Italia con gli occhi aperti nella notte triste…
Viva l’Italia…l’Italia che resiste.
F. De Gregori

Nunzio Natuzzi
Bari, 18 maggio 2008