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lunedì 13 ottobre 2008

Rimbambiti & Rimbambiti


“Mi chiamo Forrest, Forrest Guuuuump!”
Da quando sono un ciclista e non solo, a tempo pieno (con l’ausilio di bus e treno), ho riacquistato la libertà di movimento e dall’auto. Mi sento libero da questa, non solo come mezzo di trasporto con tutto quello che costa, ma soprattutto da ciò che essa rappresenta nella società attuale. Gli stereotipi più comuni sono: “Ma come si fa a vivere senza auto?” – “Come fai a muoverti?” O addirittura ti prendono per matto, per lo scemo del villaggio, per un poveretto, un po’ esaurito. Solo perché alla soglia dei 40 anni mi sono messo tuta, scarpe ginniche, zainetto in spalla, e ho cominciato ad andare in giro con la bici come un bambino, per molti sono un rimbambito! E già. Rimbambito! Per me è il miglior complimento che possano farmi. Infatti l’origine del termine è: tornare a condizioni mentali tipiche del bambino. Fantastico! Sono un rimbambito e felice di esserlo! Però il senso che si dà comunemente è dispregiativo: colui che ha perso il senno e l’equilibrio. Beh! Può essere che abbia perso il senno, ma l’equilibrio proprio no!
E’ la società odierna in cui le persone devono essere formate e spersonalizzate per essere identificate ai dei modelli imposti o a degli oggetti. Quello dominante è l’auto. Chi va ad acquistarla, la considera ancora solo come un mezzo di trasporto, oppure la considera soprattutto come un mezzo per affermarsi socialmente ed imporsi sugli altri utenti della strada?
Ma le vedete le pubblicità? C’è una sui giornali che pone una domanda: ”Chi è la persona più importante (e questa parte di testo è contornata dall’auto pubblicizzata) da proteggere quando guidi un’… ”auto a caso”? E va bene se ci sono dei dispositivi di allarme in caso di pericolo e quelli che migliorano la visibilità, ma è evidente che si vuole infondere nella gente che non solo bisogna identificarsi socialmente col mezzo, ma che l’automobilista è la persona più importante da proteggere. E come? Chiudendolo nella sua auto come in un carro armato. Ma perché…?! E’ questa la nuova lezione di sicurezza stradale? Ha bisogno di corazzarsi nella propria auto, specialmente quelle imponenti di nuova generazione, per sentirsi sicuro? Perchè poi in caso di sinistro (a ragione o a torto), chi ne esce illeso o con danni minori è lui, il nuovo V.I.P. della strada? La sicurezza stradale viene venduta assieme all’auto, perciò chi la compra ne acquista i diritti primari ed esclusivi, e viceversa chi è senz’auto s’attacca al tram (a dire il vero a Bari si dice che ci si attacca a qualcos’altro)? E poi questi automobilisti da chi o cosa sarebbero minacciati? Non saremo mica noi pedoni e ciclisti a impaurirli?
Tutti concordiamo che è la velocità la maggiore causa di incidenti gravi. A mio avviso le auto possono avere tutti i dispositivi di sicurezza ultra-tecnologici, ma se non si solleva quel benedetto piede destro dall’acceleratore, non servono a molto. Questa è una lezione tanto elementare, quanto essenziale di sicurezza stradale che pure i bambini possono capire.
E intanto qualche giorno fa si registra l’ennesima tragedia stradale a Fiumicino, dove dei “rimbambiti” (senso dispregiativo), “giocando a carambola” hanno ucciso tre vere bambine e due mamme.
- Ehi! Sei stupido o che?”
- La mamma dice che “Stupido è chi lo stupido fa!”
- Vangelo!!

Nunzio Natuzzi – Bari

Bari, 29 Febbraio 2008