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venerdì 31 ottobre 2008

Mani in alto!! Fermo o... (2^ parte)

L’episodio raccontato (successo realmente davanti all'Ist. Marconi di Bari), mi ha ricordato un cane pastore tedesco che riuscì ad uscire da una recinzione bassa e mi rincorse. Fermandomi con la bici, gli rivolsi un bel 'allucco' (urlo) e per sua e mia sorpresa, girò le zampe e se ne tornò a cuccia. Mi dissi: "A questo punto posso andare anche a domare i leoni!". Ma la verità è che me la feci un po’ sotto! Comunque è vero, è successo!
Quindi suggerirei lo stesso comportamento che si ha con i cani (automobilisti scusate l’accostamento, però per colpa di molti, dovrei invece chiedere scusa ai cani!!).
Proprio l’altro giorno ne abbiamo parlato in riunione con un veterinario ciclista e questa volta ho sperimentato che le stesse tattiche hanno funzionato anche con un "cagnolino a quattro ruote".
Questo giovanissimo automobilista POTEVA AMMAZZARE!! Certo non voglio dire che atteggiamenti criminali come questi si risolvano con una semplice sgridata. In questo episodio è andata così e la cosa positiva è che il mio alzare la voce ha fatto fermare quel ragazzo, così come diverse volte ho fatto con i cani anche di grossa taglia e qualche volta sono riuscito anche a farmeli amici.
Però la mia riflessione finale è questa:
"Perché da pedone e ciclista oltre alla sicurezza stradale, devo imparare la "sopravvivenza stradale?"
Perché devo dare per scontato "l’istinto animalesco" di certi automobilisti e fare anche da assistente sociale, psicologo, vigile urbano e quant’altro? Non voglio mica togliere il posto a qualcuno!
Se è vero che tutti dobbiamo imparare anche solo ad attraversare la strada, perché non si riesce altrettanto ad imporre la stessa necessità o meglio OBBLIGO AD IMPARARE A GUIDARE L’AUTO NON SOLO CON I PIEDI E LE MANI, MA SOPRATTUTTO CON LA TESTA?? Quando si è alla guida di un'auto o altro mezzo a motore si diventa utenti forti, corazzati, talvolta armati di aggressività, arroganza. Anche solo per ingombro e velocità maggiori, si è potenzialmente più pericolosi per pedoni e ciclisti.
Possiamo e dobbiamo tollerare l’istinto dei cani: è la loro natura. Ma perché dobbiamo tollerare l’istinto tanto bestiale, quanto superficiale e impunito di certi 'homo sapiens sempre meno sapiens', e sempre più 'auto-animalescus'? Finchè non succederà sarò/saremo costretti a trattare i cani come uomini e gli uomini come cani!!

Mani in alto!! Fermo o...

Febbraio 2008
Ad un TG nazionale hanno trasmesso  un servizio sull’ennesimo investimento sulle strisce, in cui finalmente il cronista ha mostrato ad un’ anziana signora come fare l’attraversamento: praticamente cercando e  mantenendun contatto visivo con l'automobilista (anche con gli altri che sopraggiungono!) ed alzando la mano a mo’ di 'ALT' di vigile urbano. Di certo non con i "para-occhi" o facendo la passerella  e distratti magari col cellulare incollato all'orecchio! Ho trovato questa dimostrazione tanto semplice quanto geniale ed utile come servizio pubblico.
Ricordo il mio Prof. di Lettere Maizza della Scuola Media "Petroni" di Bari Japigia, che si  impegnò tanto per farci seguire lezioni di educazione stradale, non solo per le sue classi, ma per tutta la scuola. A distanza di anni vorrei tanto ringraziarlo per il suo prezioso insegnamento ed impegno.
Vi racconto un episodio successo proprio ieri passando davanti ad una scuola. Un giovane probabilmente fresco di patente con un' auto sportiva, è uscito dal parcheggio in retromarcia come un razzo - è andato in avanti, poi indietro con lo sguardo davanti verso il vuoto... Tutto questo con brusche accelerate, frenate senza vedere neanche dagli specchietti. Stava investendo un signore su uno scooter, me sulla bici, ed urtando un’auto che sopraggiungeva. Ho lanciato un urlo e ho gridato alzando una mano: "FERMATI! FERMATI!" Lui si è fermato come uno svegliato da una secchiata d’acqua. Gli ho ripetuto ancora: "FERMATI! PARCHEGGIA DI NUOVO DA DOVE SEI USCITO! CALMATI! RAGIONA SU QUELLO CHE STAI FACENDO E POI QUANDO STAI MEGLIO TI RIMETTI SULLA STRADA!!" Sapete una cosa? Lui ha fatto esattamente così!
Chi ha assistito alla scena è rimasto senza parole ma solo scuoteva la testa e imprecava fra sé e sé. Solo il signore sullo scooter andandosene ha tirato fuori il suo repertorio di "paroline d’amore di strada", con tanto di dediche a papà, mamma, sorella e tutta la razza sua.... Per un attimo ho pensato di fermarmi anch’io e cercare di parlargli; magari l’avrei invitato a prendere anche solo un bicchiere d’acqua al bar. Era molto agitato, per non dire fuori di sé, confuso. Sicuramente non era in condizioni normali per fare quella manovra. Forse aveva litigato con qualcuno o sotto effetto di qualcosa... Boh! Purtroppo non l’ho fatto. Non sai però che reazione ti aspetta da chi anche se ha torto, si sente rimproverato pubblicamente e poi da te che vai in bici. Però alzando la voce e parlando in modo fermo e sensato, ho evitato il peggio non solo per me ma anche per gli altri compreso l'"aspirante pirata-omicida".
Di questo episodio voglio sottolineare il fatto di utilizzare la nostra autorità in quanto utenti della strada alla pari degli altri. Pedoni e ciclisti siamo più deboli? Sì! Msolo perché non siamo "corazzati" come gli automobilisti! Per il resto non dobbiamo farci intimidire! Nessuno ci impedisce di usare la voce e il linguaggio del corpo, non per rispondere a delle scorrettezze, imprecando o arrivando alle mani. Alziamo la voce e le mani (non in senso rissoso!) per richiamare l’attenzione e far riflettere a stare più attenti! So che è una bella teoria; la realtà è ben diversa. Chissà perchè i misfatti  nel traffico, scatenano i peggiori istinti bestiali, trasformandoci in Mr. Hyde pronti ad assalire l'altro che viene visto come nemico. Infatti, nel traffico, l'aria è inquinata anche dai numerosi "vaffa" lanciati come bombe chimiche che minano il benessere collettivo. Certo, ciò che vivo personalmente a casa, lavoro, ecc. influisce sul mio stato psico-fisico alla guida di qualsiasi mezzo. Per istinto e sfogo si imprèca e crede che ciò sia risolutivo e che la proprisete di giustizia venga appagata, ma sappiamo che non è così. I "falli di reazione" ci mettono sullo stesso piano del trasgressore e vengono puniti ugualmente!
Mi chiedo perciò, cosa posso fare io per vivere la strada come luogo di pace e non di guerra... 

Se la situazione permette un confronto pacifico, ma non meno autoritario, ciò è sicuramente utile a tutti!
Non perdiamo le buone maniere, le scuse, i saluti, i sorrisi, col senso dell’ humor si risolvono molte cose. Che ne dite di farci vedere e sentire e quindi cominciare noi ad essere degli esempi? 
Almeno proviamoci...
(fine prima puntata)

martedì 28 ottobre 2008

La Lepre e la Tartaruga di Esopo

La lepre un giorno si vantava con gli altri animali: - Nessuno può battermi in velocità - diceva. - Sfido chiunque a correre come me. La tartaruga, con la sua solita calma, disse: - Accetto la sfida.- Questa è buona! - esclamò la lepre; e scoppiò a ridere. - Non vantarti prima di aver vinto replicò la tartaruga. - Vuoi fare questa gara? Così fu stabilito un percorso e dato il via. La lepre partì come un fulmine: quasi non si vedeva più, tanto era già lontana. Poi si fermò, e per mostrare il suo disprezzo verso la tartaruga si sdraiò a fare un sonnellino. La tartaruga intanto camminava con fatica, un passo dopo l'altro, e quando la lepre si svegliò, la vide vicina al traguardo. Allora si mise a correre con tutte le sue forze, ma ormai era troppo tardi per vincere la gara. La tartaruga sorridendo disse: "Non serve correre, bisogna partire in tempo."

C'è anche un simpatico cartone della Warner "Tortoise beats Hare" ispirato a questa storia, dove Cecil Turtle batte Bug's Bunny.




Mi chiedo seriamente se non sia il caso di utilizzare storielle e cartoni animati come questi, nelle scuole guida. Sono ridicolo? E perchè fanno opuscoli sulla sicurezza stradale con i personaggi di Disney, Snoopy, ecc.? Lo fanno per istruire i bambini? Ma non è più importante che siano gli adulti a comprendere terra, terra, lezioni essenziali di sicurezza stradale?
Ecco! Propongo allora che nei programmi dei corsi di guida ci sia anche la lettura di questo racconto e la visione del cartone animato, magari avendo per l'occasione come istruttore un bambino.

Bici-Angeli a ped-Ali

A Caslano vicino Lugano, qualche giorno fa oltre ad una tappa del Tour de Suisse, c’era anche un evento ciclistico per bambini/ragazzi. Sono passato da un parco dove c’erano dei bimbi che giravano in bici e sono stato colpito dagli striscioni che i ragazzi hanno disegnato in favore della bici per l’occasione. C’erano cartelli che invitavano ad adattare la velocità pensando ai bimbi. Laddove si vede il mondo con gli occhi dei bimbi e si investe “in” loro, ci sono chiari segni di civiltà. Auguriamoci che lo stesso avvenga per le strade di tutta Italia. Credo che la nostra presenza costante ed anche con strade adatte e segnaletica appropriata, possano contribuire al cambiamento prima di tutto della mentalità. Dappertutto (anche in Svizzera), ci si muove all’insegna della velocità, dei motori rombanti “cattivi” che squarciano il silenzio sacro della natura. Quando mi strombazzano o rombano accanto (cattiva abitudine specialmente al Sud), a volte non è facile trattenersi e quello che provo non è paura. Talvolta è rabbia (subito domata). Non mi sento un soggetto “debole” nella testa, ma di fatto lo sono per vulnerabilità oggettiva. Con tutta la forza che ho però, in strada ci voglio essere e proprio come un bimbo con la bici coi pupazzetti , vorrei che le strade fossero teatro di calma, dolcezza, buon umore, insomma Amore.
Quando guardo i miei nipotini e tutti i bimbi in bici, vorrei che le strade fossero disegnate per loro oggi, domani e dopodomani, possibilmente non limitando l’uso solo nei parchi e durante l’infanzia. Quindi a voi tutti Bici-Angioletti a ped-Ali, vi dedico una canzoncina:
“Siam tre piccole biciclettin
Siamo tre sorellin
Mai nessun ci spaventerà
Trallallalallà.
Chi ha paura del suv cattivo, dell’auto cattiva, della moto cattiva,
io paura non avrò,
trallallalallà.”

Ciao,
Zionun.

Cicloraduno Varese-Svizzera 2008

Questi giorni sono stato su Marte. E poi per ben due volte ho fatto una capatina in Paradiso. Proprio così! A sud di Lugano c’è Paradiso che assieme a tutto il lago, lo è di nome e di fatto. Uno di quei posti favolosi che ti fa venir voglia di non tornare più a casa. Girando il Lago, ogni 50 m. mi volevo fermare per scattare una foto e così quasi ho fatto. Con i miei amichetti pupazzetti, le due bandierine italiana e svizzera, sono partito da Varese, Porto Ceresio, Ponte Tresa, Lugano, Capolago, Melide, Morcote, Figino, su a Barbengo , Agra, Agno, Ponte Tresa, Porto Ceresio, Varese. Proprio un bel giretto! E poi le escursioni del cicloraduno: sul Sacromonte (mizzica che tornanti!) e poi Valganna, Valcuvia intorno al Parco del Campo dei Fiori lungo fiumi e laghi. Germignaga, Luino sul L. Maggiore. Bellissimo! Poi Castiglione Olona, Torba, il piccolo Stelvio, le salite del Giro, Gazzada. E' fantastico quando sei giù e guardi su e dici: 'Io devo arrivare lì! Sei già lì con la testa. Arrivi su e guardi giù da dove sei partito. Eh, se non sono emozioni queste_ _ _ Sul lago, lo stesso: guardi una sponda e poi vai dall'altro lato e guardi da dove sei passato. C'ho la fissa delle 'circumpedalate o circumcorse' anche delle salite e discese; come qualcosa da conquistare. Un po' come la storia di Gerico. Magari dovremmo fare lo stesso nelle nostre città e regioni: girarci attorno tante di quelle volte, dando fiato alle nostre _ _ _'trombette': trilli, popi-popi, di pupazzetti vari_ _ _Questa sì che è musica! Altro che clacson arroganti e inquinanti! E poi vedrete che le mura (ostacoli, pregiudizi, mancanza di rispetto, ecc.) cadranno giù.
Comunque niente male per un tipo 'marino' e 'pianeggiante' come me. Potrei fare anche il Mondiale a settembre. Certo che qui i ciclisti di ogni tipo si divertono proprio. Sul Lago di Lugano o Ceresio ne ho incontrati tantissimi. Tutti si ricorderanno di un tipo un po’ strano con i pupazzetti e le bandierine: che spasso! Il divertimento è stato assoluto! Anche per le vie di Varese. Tra l’altro ho preso il treno da e per Bari smontando e impacchettando la bici seguendo le istruzioni sia dell'esperto della ns associazione, che quelle che ho visto sul sito Fiab a cura di AdB di Genova. E’ stato molto più facile di quanto pensassi: ho smontato solo le due ruote, fissate con degli 'spaghetti' al telaio e poi una copertura in nylon richiudibile come un k-way. C'ho messo poco. La prox volta andrà ancora meglio. I Ferrovieri sono stati gentilissimi.
Voglio ringraziare voi tutti di Varese, Milano e della Fiab per questa mia prima esperienza cicloturistica italo-svizzera anche a nome di Nemo, Apemaia e Paperino che hanno passato una vacanza straordinaria. Vi dedichiamo un pezzettino di canzoncina di I. Graziani.
Lugano Addio
Oh 'Marte' io ti ricordo così, il tuo percorso, i tuoi cartelli chiari come il lago.
Lugano Addio cantavi, mentre il manubrio mi tenevi.
Canta con me tu mi dicevi ed io cantavo, di un posto che non avevo visto mai.
Oh 'Marte' io ti ricordo così, il tuo percorso, i tuoi cartelli chiari come il lago.
Lugano Addio cantavi, mentre il manubrio mi tenevi
Addio cantavi e non per falsa ingenuità, tu ci credevi
E adesso anch’io che sono qua.
Oh 'Marte' io ti ricordo così
Il tuo percorso, i tuoi cartelli, chiari come il lago.
Ciao,
Nunzio.

Ciclovagando nei centri storici

Domenica 20 luglio sono stato nella città vecchia di Taranto, uno dei borghi antichi più belli delle città pugliesi. Ho iniziato il mio ciclo-giretto da Gioia del Colle verso Castellaneta – visita al centro storico – foto con Rodolfo Valentino accanto alla mia bici e sembrava che la statua avesse tanta voglia di salire in sella e girare magari un film d’altri tempi a ritmo di bici-tango. Vabbè, dopo le foto rituali (anche sulla gravina, la ferrovia dismessa e il bel panorama sul golfo di Taranto), mi avvio appunto laddove arriva il mio sguardo: Taranto. 
                                           Come uno dei tanti falchi grillai che trafficano il cielo, comincio a volare scendendo in picchiata verso il mare. Faccio un percorso interno tra agrumeti e uliveti ed arrivo a Castellaneta Marina. Bella località immersa nella pineta, bel mare sabbioso ed anche una pista ciclabile. Intravvedo le alte gru e le ciminiere di Taranto e mi avvio lungo la complanare della 106 Jonica fino a Taranto.
All’arrivo in città non è proprio una "Bellavista" a dispetto dell'omonima stazioncina proprio alle porte. Immagino che originariamente la bella vista ci fosse eccome, ma oggi sa tanto di beffardo, sarcastico e va proprio a sfottere chi vi arriva e soprattutto ci vive.  Ci sono industrie di ogni tipo con cisterne, torri che sputano fiamme, smog e chissà a mare cosa diavolo scaricano. Sembra un film dell’orrore con giganteschi mostri di ferro. In mezzo a tutto ciò, scopro una chiesa antica con un bel giardino (S.Maria della Giustizia) e vicino un cartellone “Itinerario Magna Grecia - Zone Archeologiche - Taranto”. E che ci fanno qui ‘sta chiesa, ‘sto cartello!
Un attimo dopo penso che è vero il contrario: “Che ci fanno tutte ‘ste industrie come mostri inquinanti a colorare di rosso il poco verde rimasto di una città fantastica? Lo so che la storia è lunga…Visito il borgo antico – scatto delle foto. Ma perché fare delle foto a degli edifici fatiscenti col rischio che qualche calcinaccio mi cada in testa? E poi…non proprio il massimo della pulizia tra le case diroccate e abbandonate. E i suoi abitanti? Ho fatto amicizia. Passo davanti a qualche cagnone e mi chiedo se i proprietari hanno il porto d’armi visto che l’utilizzo sembra quello. Comunque è lo stesso in molte città vecchie specie vicino al porto. Qualcuno appostato mi intima che è meglio che mi sbrighi a passare perché potrei farmi male, indicandomi i sostegni in legno tra le due pareti delle palazzine. Ma il messaggio è certamente un altro. Però qualche piazzetta e palazzina già ristrutturate e addobbate con fiori e piante, le ho viste.

Qual è lo scopo del mio andare lì con la bici e fotografare il degrado, il pericolo e poi raccontarlo a voi? Nel mio piccolo credo di fare qualcosa di buono semplicemente passando in silenzio con la bici, salutando, scambiando qualche parola, battuta. Fermandomi, ammirando e fotografando le cose che ritengo interessanti, stimolo la gente che mi vede, a rendersi conto della ricchezza che ha anche se tutti direbbero che al momento è uno schifo. E’ un incoraggiamento a voler bene a sé stessi e alla loro città. Credo che a Bari stia succedendo questo. Tutte le persone sensibili a queste cose devono pur essere stimolate a incoraggiare la gente del posto. Credo che già lo facciano; è chiaro che non è che adesso viene ‘sto barese qua e fa il salvatore con la bici. Eppure io vorrei fare proprio questo: né salvatore, né eroe, ma solo per il fatto che sono lì con la bici, lascio il segno. E bisogna continuare ad andarci. Mi rendo conto che non è per niente facile cambiare certe situazioni dove il male l’ha fatta da padrone. Però voglio essere uno che crede, non nell’evidenza come realtà ineluttabile, ma nella realtà come dovrebbe essere. Guardando le foto delle case nel degrado, le panchine del lungomare rotte, la sporcizia, delinquenza, ecc. non godo di questo e né voglio divertirmi a denunciare, ma mi alleno a credere, a vedere quelle case ristrutturate, pulite, valorizzate, la gente che partecipa alla rinascita della propria città e poi anche i viaggiatori, turisti che realizzano e portano nei loro cuori e a casa, una bella esperienza di vita.

Finchè avrò voglia e salute, vorrei sempre dare questo senso ai miei bici-viaggetti e sarete d’accordo con me che il racconto di questo tipo di approccio col territorio e la gente, fa riflettere quest’ultima a credere in queste forme costruttive di turismo. Coloro che le praticano non sono turisti mordi e fuggi, distratti, curiosi solo per deridere, giudicare e allontanarsi in fretta. Soprattutto non hanno paura. Per me turismo non è solo fare foto alle cose rinomate, acquistare souvenir, ristoranti e hotel; è contatto e conoscenza diretta del Territorio,del Paesaggio, le Persone. Rispettarli e farne parte è l'obiettivo!
Ciao,
Nunzio.

Centri storici in bici

Estate 2008
Quest’ultimo week end sono stato su Marte cioè la città vecchia di Taranto e Bari. Come, che cosa!!?? Avete capito bene – ed era piena di Marziani: musicisti, artisti de La Ghironda dai 5 continenti a dare vita, vita, vita! La gente anche del posto, ha partecipato con entusiasmo. C’erano 10 postazioni e con la bici mi sono mosso a meraviglia seguendo tutti gli spettacoli. Questa rassegna assieme ad altre che vedono il centro storico al centro dell’attenzione, sono d’importanza fondamentale. Le novità sulla mobilità (Ztl, Zsr, ecc.), il restauro architettonico, gli spettacoli popolari itineranti come questo fanno sì che avvenga la rinascita. Vedere la gente che si muove a piedi e in bici alla riscoperta finalmente delle origini della propria città è molto bello. In particolare a Taranto mi è piaciuto tanto. Prima che iniziassero gli spettacoli, ho girato alla ricerca di ogni angolo possibile dove fare delle foto con la mia bici. Le case rovinate, le scalinate, i vicoli da restaurare, con la bici davanti come mezzo ideale per il restauro del centro storico. E’ stato fantastico! Ho spiegato a chi incontravo, il significato delle foto ed erano daccordo. Vabbè… che ci costa sognare…almeno io il sogno lo vivo nella realtà. La bici è il mezzo fondamentale per la rinascita dei centri storici. Molto probabilmente la reazione immediata di chiunque mi ha visto è stata quella di sorridere. Forse vedendo me stesso, riderei anch’io. Io spero invece che specialmente i bambini, i ragazzi, le mamme, i papà si ricordino di un tipo un po’ strano che un giorno è venuto con la sua bici immaginandola come una bacchetta magica che dovunque passasse trasformasse il degrado, la sporcizia in bellezza, pulizia e comunicando un messaggio di pace anche senza dire una parola.

Bari vivibile - come?

Come risaputo… “quanto ci piace chiacchierare!”. Tutti vorrebbero che la nostra città fosse più pulita, spaziosa, silenziosa, dove oltre ai residenti anche i turisti possano passeggiare, fare foto ai monumenti senza “tracce ingombranti” di moderni “mammut” motorizzati senza storia. Sono bravi a dire che queste cose avvengono solo su “Marte”: città del centro-nord od oltre frontiera. Si lamentano sempre e hanno paura di qualsiasi intervento sul traffico che limiti l'utilizzo degli autoveicoli. Mah! Certo che siamo proprio strani! Anzi siamo più stranieri degli stranieri stessi: gli unici ad apprezzare le nostre città per quello che sono veramente! Magari potessi vedere la mia città con gli occhi di uno straniero, di un marziano. E’ quello che mi sforzo di fare e dovrei anche cominciare a scattare delle foto che in tanti anni non ho mai avuto il piacere di fare!!
E’ vero che qualsiasi novità, genera subito una reazione di dissenso. Ma come non vedere che ne può venire solo del bene ad adottare una politica all’insegna della riduzione dell’utilizzo dei mezzi a motore? Chi si ostina a fare il bastian contrario è come un uomo che si lamenta perché ha fame e quando finalmente gli dai da mangiare, rifiuta perché non gli piace!

Nunzio Natuzzi

Bari, 25 giugno 2008

Pista Ciclabile

Proprio non capisco certe opinioni contrarie alle piste ciclabili. Poi da chi dovrebbe essere il primo a beneficiarne: il ciclista urbano. Quando ho deciso di andare in bici non sono stato troppo a pensare se le strade fossero abbastanza sicure, se prima era opportuno che ci fossero i percorsi ciclabili; volevo andare in bici e ho cominciato. Posso dire a distanza di qualche anno che credo di essere temprato ad ogni situazione di traffico. Insomma ho padronanza, familiarità col mezzo, le strade ed anche come la chiamo io, una certa “visione di gioco”, che mi permette di prevenire certe situazioni pericolose. La troppa familiarità però, può essere la condizione più pericolosa. Perciò non devo mai essere troppo sicuro di me e se ho l’opportunità di andare su percorsi più tranquilli, separato dai veicoli a motore, lo faccio volentieri. Mi rendo conto che c’è chi non ha la stessa dimestichezza, riflessi, esperienza ed ecco perché la pista ciclabile è ancora più importante. Certo non ci si va per imparare ad andare in bici. C’è chi ha ipotizzato che facilmente i ciclisti “abbraccerebbero” gli alberi. Ma sulla carreggiata si va lo stesso su spazi ristretti con gli altri veicoli in movimento o fermi in sosta (spesso in doppia fila). Perlomeno gli alberi e i pali stanno fermi e non ti danno le sportellate! Per mia esperienza sulla pista cicl. già esistente dal Cast. Svevo alla Fiera del Lev., sebbene non è proprio il massimo come fondo stradale (un po’ di traballero), preferisco fare quella: sto più tranquillo. La stessa cosa sarà sugli altri percorsi ciclabili. Invece di perdere tempo a fare polemica, approfittiamo ad imparare ad andare in bici e dalla bici: facciamo silenzio e pedaliamo.
Nunzio Natuzzi
Bari, 16 giugno2008

Pista Ciclabile

Credo che la riluttanza alla pista ciclabile (a questo punto in qualsiasi zona della città), sia dovuta al forte pregiudizio che la strada sia solo per i mezzi motorizzati che hanno priorità e dominio. Ammettiamolo! Nella nostra testolina è così. L’evidenza è l’atteggiamento di arroganza che si manifesta per es. con colpi di clacson “gratuiti”, come a dire “Togliti di mezzo!” ed anche le moto che rombando esprimono la stessa cosa. Allora punto 1^: LA STRADA E’ DI TUTTI!! A mio avviso ci dovrebbe essere questa scritta in tutti gli accessi alla città, ma anche nelle scuole guida e come premessa del codice della strada e soprattutto ce lo dobbiamo scrivere in testa. Dobbiamo farcene una ragione per la civile convivenza e per l’auspicato salto di qualità culturale e comportamentale sulle nostre strade. E poi siamo sempre noi: adesso automobilisti, poi ciclisti, pedoni, motociclisti. Basta con la classificazione in base al mezzo che guidiamo: siamo tutti uguali con gli stessi diritti e doveri.
Vorrei considerare insieme la definizione di pista ciclabile: “E’ un percorso protetto o comunque riservato alle biciclette, dove il traffico motorizzato è escluso. Lo scopo di questi è separare il traffico ciclabile da quello motorizzato e da quello pedonale, che hanno velocità diverse, per migliorare la sicurezza stradale e facilitare lo scorrimento dei veicoli. Il codice della strada prevede che i ciclisti utilizzino una pista ciclabile quando disponibile. Talvolta lo stesso percorso deve essere condiviso tra ciclisti e pedoni, e viene detto di conseguenza "ciclo-pedonale".
Lo scopo è anche quello di promuovere l’uso della bicicletta silenziosa e non inquinante. A chi pensa che non siano tanti i ciclisti urbani abituali, vorrei dire che per il momento è così. Consideriamo quanti non si sentano sicuri, ma che con le piste ciclabili (e non solo quella di V.le Unità d’Italia), si farebbero coraggio. Il bacino d’utenza potenzialmente è molto alto al punto che addirittura credo che ci sarebbe più traffico sulle piste che sulle carreggiate. E magari succedesse!! Il goal sarebbe proprio se tante persone che usano individualmente ed abitualmente l’auto per raggiungere il centro, utilizzassero invece la bici, il treno, il bus o i piedi.
Non chiamatemi sognatore, perché io vivo già questa realtà assieme a molti altri. Piuttosto finiamola di fare i“piagnoni”o come si dice da noi “le chiangiamìnue!”.
Nunzio Natuzzi

Bari, 15 giugno 2008

Se vai a Bari...come Ferrara! A quando?

A proposito dei lavori per le piste ciclabili e la mobilità sostenibile. Propongo un compitino per le vacanze. Prendiamo una clessidra: una parte vuota e una piena di sabbia (polveri sottili inquinanti). Quella piena è figura del traffico urbano, ma anche della nostra testa: vista offuscata, naso e orecchie tappati, cervello impolverato. S’immagini il centro-città: attorno le clessidre (quartieri periferici), messe in modo circolare come il rosone di una chiesa o i raggi di una ruota. Finora, dagli accessi in città scarichiamo le polveri sottili (smog). Capovolgendo la clessidra (e la nostra mentalità), lo smog resta all’esterno e si va a piedi, con la bici, mezzi pubblici che trovano la via più libera e rispettano gli orari. L’aria è più respirabile, ci si muove di più, strade più sicure, meno bestemmie, stress, spese e si è un po’ più felici…come a Ferrara, anzi meglio. Chi va in questa città rimane colpito che siano riusciti a vivere questo. E noi come e quando pensiamo di iniziare se ci preoccupiamo solo di lamentarci, criticare, denigrare, ecc.?? A chi chiede: “Ma quanto tempo ci vuole per questi lavori”? Invece domando: “Ma quanto tempo ci vuole per cambiare?” La clessidra ci aiuta: ad ogni ma, se, pessimismo, critica, ecc. la si deve girare finchè non s’impara. Intanto i lavori finiranno e speriamo di essere pronti col fisico e la mente, per fare un bel salto di qualità della vita…in centro.

P.S.: Usando la clessidra ascoltiamo la canzone di B. Antonacci modificata:

Ma quanto tempo e ancora strombazzi e inquini in centro
Quanto tempo e ancora ci metti per cambiare
Quanto tempo e ancora ti metti proprio al centro
Quanto tempo e ancora mi viene da star male e sento
Che se te ne vai adesso io potrei vivere
Che se te ne vai adesso ci sarebbe più amore.

Nunzio Natuzzi
Bari, 06 giugno 2008

Se vai a Bari...come Ferrara! A quando?

“Se vai a Ferrara, vanno tutti in bici”. Per ora non vado. Nel XVII sec. un mercante di Ferrara acquistò proprietà a Bari Vecchia e contribuì con generosità. Bari per gratitudine gli ha intitolato Piazza del Ferrarese. Immagino quando tornava a Ferrara: “Se vai a Bari, vanno tutti a piedi; bravi a spostare le merci con carriole; uno ha inventato un velocipede a due ruote che consiglierei di copiare. Sono svegli, svelti, in forma e rispettano le regole. In carrozza, se il cavallo sporca e il padrone non pulisce, viene multato. Gli insolventi, messi a pancia in giù sul leone della colonna della giustizia a P.za Mercantile, li “sculacciano col battipanni”! Anche i ferraresi hanno imparato dai baresi, e se l’Europa guarda a Ferrara, può guardare a Bari.
Comune, Provincia e Regione stanno riqualificando il territorio con la mobilità sostenibile: “pedovia”, bici, treno e bus anziché solo veicoli a motore privati. Sono entusiasta! Finalmente a chi si muove con la bici in città, viene dato modo di trovare il proprio spazio, ma di darne tanto anche agli altri. Non solo! Più bici non ingombranti, silenziose, ecologiche, fluidificano il traffico, fanno respirare, non disturbano la quiete. Ci sono lavori in corso per la pista ciclabile di V.le Unità d’Italia e poi le altre a seguire. Per i contestatori (molti solo perché si è pensato ai ciclisti, che si pensa siano quattro gatti e come se la strada fosse solo per le auto e le moto), cito l’ Art. 2 del Cod. della Strada:”…le norme…si ispirano al principio della sicurezza stradale, perseguendo gli obiettivi: di ridurre i costi economici, sociali ed ambientali derivanti dal traffico veicolare; di migliorare il livello di qualità della vita anche attraverso una razionale utilizzazione del territorio; di migliorare la fluidità della circolazione”. Art. 13: ”Le norme devono essere improntate alla sicurezza della circolazione di tutti gli utenti della strada, alla riduzione dell’inquinamento acustico ed atmosferico per la salvaguardia degli occupanti gli edifici adiacenti le strade ed al rispetto dell’ambiente e di immobili di notevole pregio architettonico o storico”.

Nunzio Natuzzi
Bari, 06 giugno 2008

sabato 25 ottobre 2008

Ciclo-Puliziotto


Con l’alto “Partocinio” della Presidenza della Repubblica, del Min. dell’Ambiente, della Salute, del CNR e di tutti quelli che vogliono bene a questo mondo, viene firmato il famoso "Capocollo d'Intesa" di Martina Franca e  si dispone quanto segue.
Viene istituita una nuova figura chiamata: CICLOECOLOGIVIGILE. Per comodità si chiamerà CICLO-PULIZIOTTO. Sarà riconoscibile grazie a dei gilet rifrangenti con la scritta PULIZIA URBANA (in città) e PULIZIA STRADALE (fuori città). Questo “CICLO-PULIZIOTTO” avrà le seguenti caratteristiche e funzioni:
- Si muoverà a piedi, in bicicletta e mezzi pubblici; avrà una delega per moderare il traffico, effettuare anche multe simboliche. Avrà il fischietto, un cartellino giallo e uno rosso; non abuserà dell’autorità assegnatagli, ma con comprensione e pazienza cercherà di “domare” gli utenti motorizzati più “accaniti”. Però dopo la seconda ammonizione, li potrà espellere ma solo per farli uscire dal centro, parcheggiare in periferia e farli accomodare in “panchina” sul Lungomare. Dopo 10 minuti, "guardando o mar quanto è bello, ‘spira tanto sentimento", rientreranno in gioco più rilassati, mettendosi sulla buona strada.
- Segnalerà prontamente tutte le deficienze a danno della circolazione degli utenti della strada; il suo Bici-angioletto gli farà subito notare le sue di deficienze, specie se andando veloce e non fermandosi al rosso, lo lascerà a distanza dietro col rischio di perderlo.
- Sarà sottomesso all'autorità delle forze dell'ordine come gli altri, e con la sua presenza dolce, calma e non inquinante, renderà anche la loro giornata meno stressante.

- Sarà dotato di un microchip collegato al sistema satellitare, in modo da individuare quali sono i percorsi ideali da effettuare a piedi ed in bici. Infatti basterà seguire i suoi spostamenti per redigere il Biciplan. Proprio come si fa per es. con gli uccelli, si seguiranno le sue “migrazioni pendolari”, per poter anche indicare alla popolazione come arrivare a fine settimana, fine mese e fine anno.
- Servirà per il monitoraggio della qualità dell’aria: in base alle quantità di CO2, PM10, ecc. accumulati nel suo corpo, saranno prese contromisure sul traffico. Periodicamente sarà sottoposto ad analisi mediche che serviranno per le ricerche. Quindi considerato l’alto valore scientifico, sarà esentato non solo dal ticket e da tutte le spese mediche, ma da tutte le tasse di cui invece si faranno carico gli inquinatori incalliti.
- In considerazione dell’alta importanza sociale ed ambientale, riceverà la medaglia d’oro al valore civile. La sua grande opera finalmente servirà per avviare la pratica per la nomination al Nobel per la pace e per l’inserimento dei ciclisti nel patrimonio Unesco.
- Riceverà la benedizione del Papa Tedesco, del Pastore Tedesco, del Rabbino, dell’”Imam”, de “IPaPà”, dei Bimbi, del Creato e del Creatore.

Tutta la popolazione è invitata ad avere grande rispetto e riconoscenza per tale persona. Oltre che mostrare cordialità, è gradito un piccolo gesto di gratitudine che può essere rappresentato anche da un semplice bicchiere d’acqua.

Nunzio Natuzzi

Bari, 15 settembre 2008

Meditando su Mediterre!

Oggi, tanto per cambiare, mi voglio divertire … solo un po’ di più. A Bari, alla Fiera del Levante, c’è Mediterre. Ieri ho conosciuto gli amici di Palermociclabile.org, che hanno fatto un lavoro davvero lodevole riguardo il cicloturismo. La Sicilia è una terra stupenda piena di verde, laghi, fiumi, campagna, monti, mare e l’Etna e poi assieme alla sua gente così ospitale. Voglio stupirli con Affetti speciali. Da Gioia del Colle, prima di prendere il bellissimo Bus blu della FSE per Bari, faccio un po’ di spesa con la bici nel Borgo Antico. Compro ottimo vino Primitivo, ottimo Pane di grano duro, Focaccia, ottime Mozzarelle. Ho anche il tempo di cercare la mia tartarughina; chissà dove si è cacciata!? Nei negozi di cicloaccessori di Bari e Gioia del Colle non sono riuscito a trovarla. Quella è in salute, va piano … ma cammina sempre ed anche molto lontano! Mi serviva per domenica per Bimbimbici. Va bene, rimedio con altri animaletti clacson, che vorrei regalare assieme alle iscrizioni alla manifestazione, a dei bimbi specialmente di Bari Vecchia. Anche a Peter Pan! Domani sarà anch’egli sui nastri di partenza. Gli ho detto che siccome ci saranno i bimbi con le bandierine, non gli venisse in mente di prenderle a calci! Ma stando davanti (come suo solito) il problema non dovrebbe sussistere. Gli ho detto di portarsi anche Campanellino, ogni tanto un trillo nell’Isola che finalmente c’è (Bari Vecchia). E comunque se dimostra con la bici, doti di equilibrismo fisico e mentale, domani si gioca una chance importante per la convocazione in Nazionale. Ho messo io la buona parola a Mr. Donadoni.
Nel bus, mi rilasso, leggo il programma di Mediterre e inizio a scrivere queste cose. Ogni tanto una suonatina di clacson dell’Apemaia che spaccio per suoneria del cellulare, per far sorridere i viaggiatori e forse anche l’autista. Arrivo a Bari - Staz. FS - “prendo in giro” la Rossa! (la bici rosso Ferrari del Bike Sharing). Sistemo la spesa nel cestino; destinazione: Parco dei Divertimenti (Mediterre). Siccome fa caldo e i “panzerotti” nelle scarpe si stanno “bruciando”, passo dalla “zona cambio”ossia dal mio amico negoziante nel viale pedonale più “in” di Bari, per effettuare un cambio vestiario: pantaloncini e sandali e finalmente almeno i miei piedi e gambe respirano meglio. Parcheggio”il Ferrari” davanti al negozio. Anche questa è inter”modalità”. Soprattutto un buon esempio di far girare l’economia su due ruote ecologiche ed economiche anziché per forza su quattro inquinanti e costose. Il mio amico è d’accordo anche perché se la gente si muove a piedi o con la bici, perlomeno ha un consumo maggiore di scarpe e abbigliamento, che costa sempre meno del consumo/costo legato all’auto. Ovviamente faccio rodere di invidia gli automobilisti che illudendosi di parcheggiare proprio davanti alla meta finale, vagabondano nel deserto pieno di polveri sottili: PM 10, GIP 100, ASSICURATORI 1.000, AVVOCATI 10.000, “VA VAN GUFO” 1.000.000!!! Io invece “scemo, scemo, zitto, zitto, ridendo e scherzando”, sono il primo caso di “Ferrarista” che riesce a parcheggiare proprio sotto al negozio persino del viale pedonale più “IN” centro.
Arrivo in Fiera. Non ho un lucchetto per la bici. Mi viene una bella idea. Entro nel padiglione con la bici a piedi. Faccio una bella sfilata, ogni tanto un Trilly. Metto la bella “Rossa” in bella mostra allo stand di Ruotalibera Bari e ci attacco l’Apemaia, la bandierina e la targhetta con la tartarughina (meno male almeno quella!), con la scritta NON INQUINO.
Oggi, oltre al bike sharing faccio anche il food sharing. E’ quasi ora di pranzo e vado dai miei amici ciclisti siciliani e condividiamo con tutto lo stand della Regione Sicilia. Chiedo un po’ di ottimo olio extra vergine di oliva dallo stand di Pezze di Greco – Fasano e peccato che non ci sono i pomodori di quella località siciliana dove quest’anno si terranno importanti gare olimpiche: le famose Olimpiadi di …”Pachino” 2008!
Buon Appetito!
Do il cambio agli amici di Ruotalibera che vanno a pranzo. Dopo arriva un amico e ci alterniamo per gironzolare tra gli stand e condividere tipo "...la montagna va da Maometto...spostandosi ovviamente a piedi e in bici!". Tra gli stand si aggira anche un altro personaggio: “Cyro il Mediterraneo!”, che propone un nuovo tipo di pesca miracolosa cicloturistica nel Mediterraneo, con una “rete” gettata dall’altra parte, dettata da ordini divini.
Ci sono gli artisti di strada: Fantastici. Per i bambini (di ogni età) è un’occasione magica. Chiedo loro se posso unirmi, poiché l’artista di strada lo faccio già. Con la bici so danzare, cantare (anche le canzoncine dei cartoni animati e zecchino d’oro), suonare (almeno il campanellino, facendo ingelosire persino Peter Pan!), e quindi spero di generare un po’ di buon umore che per gli utenti della strada, oggi più che mai, è necessario come l’aria che si respira o meglio, che si dovrebbe respirare.
La serata si conclude con un bel concerto; nel frattempo con la bici a piedi, ammiro le foto stupende della National Geographic, dai temi centrali della manifestazione: Terra, Aria, Acqua, Fuoco.
Saluto tutti e faccio i complimenti agli organizzatori, relatori, operatori agli stand, artisti, chi vi ha partecipato anche come visitatore.
Cari Bimbimbici, Signore & …Signori, si nasce!! Finalmente con la bici nel Mediterraneo si nasce, si cresce e si diventa seriamente grandi.

Nunzio Natuzzi

Bari, 10 maggio 2008

“Se guardate me non guardate che bicicletta porto, ma CHI la bicicletta porta!”

Caro Sig. Cittadino (dal primo all'ultimo).

Iniziativa BA2015: "Adesso scrivo io!" - Caro Sindaco, nel 2015 vorrei che la mia città...

Caro Sig. Sindaco, (ma in realtà mi rivolgo a tutti i cittadini)
adesso scrivo io ... come ha scritto Lei: 'DA MO’ VALE!'. E non l'avesse mai detto! Io La farò "pentire" di avermi invitato a nozze. E allora: 'DA MO’ VALE'? E MO’ LE FACCIO VEDERE IO!!! Lei ha la pazienza di aspettare fino al 2015? Faccia pure. Io invece MO’ PROPRIO! mi voglio muovere; anzi è già da un po’ che mi sono dato una "mossa" a piedi e in bicicletta proprio come una montagna che si è spostata. Infatti anche Gesù ha detto: "Se hai fede dì alla montagna di spostarsi e si sposterà". E lei lo sa che le montagne si spostano a piedi e in bici? Adesso glielo spiego!!
Mi chiamo Nunzio ma Lei mi chiami pure Genio!! C’è chi si ostina a fare gli spostamenti per forza con i mezzi motorizzati privati, e dà a Lei e a tutti delle grandi FREGATURE! Io come Motore Umano, solo con la mia forza... di volontà, do a Lei e a tutti i concittadini, il "lusso" di darmi delle grandi SFREGATURE!! Qual è il problema!? Qual è il suo desiderio!? Chieda e…manco la bocca deve aprire che già l’ho soddisfatta!
Vuole una città pulita, silenziosa, ordinata, con dei ritmi dolci che ottimizzano tempo e danaro? Spaziosa, respirabile, sportiva in modo perfetto, cioè piena di gente che unisce l’utile al dilettevole e che non si nutre solo di "calcio"? Va bene! Potrei dirLe quanta attività fisica/sportiva si può fare, raggiungendo i siti con la bici valida anche come riscaldamento preattività. Ma anche per lavoro, studio, tempo libero, vacanza e con le combinazioni vincenti Bici+Treno, Bici+Bus e la super TRIS Bici+Treno+Bus. ALTRO CHE SUPER ENALOTTO!!!
Vuole una città a "misura" d’uomo? Adesso porto la 46-48 anziché la 54!
Bastano anche tre o quattro come me e vede come Bari e la Puglia arrivano a livelli stellari. Infatti io e la mia bici "in sordina" stiamo facendo un bel lavoro specialmente a Bari Vecchia. Infatti persino Peter Pan a Bimbimbici è rimasto sorpreso. Gli ho spiegato che visto che noi speravamo che lasciando l'Isola che non c'è, diventasse finalmente grande, abbiamo pensato bene di fare al contrario: lui può anche rimanere Peter Pan, ma l'Isola finalmente la facciamo essere! E non è un'invenzione e neanche un gioco di parole, se ci credi ti basta perché poi la strada la trovi da te.
Comunque vuoi sapere dov'è?
Seconda stella a destra questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino, poi la strada la trovi da te, porta all'Isola che ...c'è!! ...E ti prendono in giro se continui a cercarla, ma non darti per vinto perchè, chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle, forse è ancora più pazzo di te!!
In effetti ci sono già decine e decine come me che si muovono a piedi e in bici e siamo anche delle specie di "missionari urbani ed extraurbani" o "marziani" se preferisce. Io sono stato su Marte e i Marziani mi hanno benedetto e istruito circa le soluzioni necessarie per risolvere almeno i problemi di mobilità e di traffico. Strettamente legati a questi temi sono anche: la salute psico-fisica delle persone ma anche dell'ambiente. Esattamente! La flora e la fauna urbana non ce la fanno più! Io ci ho parlato e mi hanno detto che stanno preparando una rivolta con degli attacchi terrestri, marini e aerei così intelligenti come non mai e guai a chi non riesce più a guardare gli uccelli del cielo, i fiori dei campi e ascoltare il grido dei pesci del mare. Inoltre, lo spazio recuperato specialmente nel Borgo Antico e conseguente vivibilità e potenziale turistico che finalmente si può manifestare.
Voglio ringraziarLa per ciò che sta facendo Lei, la Sua Amministrazione e tutte le forze politiche che mostrano sensibilità a queste tematiche e se proprio "non ha niente da fare", La invito con affetto ed interesse a leggere i miei "Pensieri Ciclostilati" dove parlo di Bari e la Puglia, delle mie esperienze quotidiane con la bici per la strada che è sempre la scuola migliore anche se dura e pericolosa.

Nunzio Natuzzi

Bari, 13 maggio 2008

'Se guardate me, non guardate che bicicletta porto, ma CHI la bicicletta porta!'

Spero che questa vita insegni!

C’è un tipo di paura che genera positività: la coscienza e conoscenza dei rischi e pericoli e che ci fa essere prudenti. Questa paura fa un “bilancio preventivo” ed è per la vita.
Ce n’è un’altra che nasce dal timore di essere puniti per l’imprudenza, perché in fondo si è coscienti di essere nel torto. Questa fa un “bilancio consuntivo” ed è per la morte. Mettiamoci pure: abitudine alla velocità, malumore, distrazione, la fretta che fa trasgredire anche i più prudenti, e il mix è davvero micidiale. Anche se vai in bici o addirittura a piedi, è uguale! O no? Quanta gente cammina abitualmente a passo svelto, distrattamente, attraversando in diagonale la strada con i para-occhi come i cavalli o corre con la bici in città (ahimè, all’inizio l’ho fatto tante volte!) e poi col benedetto/maledetto cellulare, senza alcuna illuminazione e visibilità. E se ci si mettono anche pedoni e ciclisti…Buonasera! Anzi, Buonanotte!!
Parlando di sicurezza stradale credo che ci si concentri troppo sull’aspetto sanzionatorio, punitivo, della certezza della pena, condanne esemplari, ecc. Sicuramente hanno la loro importanza, ma non possono essere la sola soluzione. Tutto ciò genera solo trasgressione e conseguente paura. E poi sapere che il colpevole è sanzionato pesantemente o assicurato alle patrie galere, non mi rende certamente più felice. Certo se io o qualcuno a me caro, fossimo vittime, ragionerei in modo diverso. Sicuramente all’inizio ci sarebbe il coinvolgimento emotivo e almeno una forte indignazione per non dire peggio.
C’è una cosa che odio ed è il fatalismo. Quello che ti fa dire: “Sono cose che capitano” - “E’ il destino” - “Doveva succedere” – “Tragica fatalità” – “Dio ha voluto così”. E poi affermazioni di circostanza tipiche in queste occasioni: “Spero che questa morte insegni!...”.
Non so voi, ma io spero sempre CHE SIA LA VITA AD INSEGNARE!! Le disabilità e le morti come minimo fanno arrabbiare tutti noi e se la logica (o meglio follia) è di aspettare che “succedano” queste cose per muoversi a provvedere, allora siamo nell’assurdo più totale. PREVENIRE E' SEMPRE MEGLIO CHE CURARE!
Non culliamoci poi, con facile indulgenza, che queste cose succedono! Il fatalismo è odioso! E’ l’alibi perfetto per tutti gli uomini di cattiva volontà. Per quanto dipende da me, io so che determino il mio e l’altrui destino. Sono responsabile di ciò. Per carità, è chiaro che siamo tutti sotto al Cielo… ma in genere le buone e sane abitudini, le cosiddette buone pratiche anche stradali, premiano.
Le auto non “impazziscono”, non si trasformano in falciatrici, non sono né stupide, aggressive, cattive, ecc., né sono intelligenti, prudenti, sobrie, tranquille, ecologiche, ecc. Si usano queste terminologie che delegano alle auto qualità o difetti che soprattutto sono di pertinenza del cuore, cervello e corpo umano! La macchina è macchina e l’uomo è uomo! Le persone più importanti da proteggere, sono “tutte le persone” che si muovono per strada in ogni modo (comprese le forze dell’ordine) e non soltanto quelle nei “carri armati” a quattro ruote, delegando a questi mezzi il loro senso di sicurezza stradale del tutto egoistico. I PERICOLI VANNO TEMUTI, vale a dire RISPETTATI E NON SFIDATI! Invece per mostrare che non si è paurosi, illusi da una sicurezza assoluta delegata al mezzo, ci si lancia in stupide spavalderie, accentuando il pericolo per sè e gli altri.
Le persone che proteggono altre persone sono sempre persone che amano sé stesse, gli altri e tutto il creato e quindi il Creatore: sono prudenti, intelligenti, ecologiche, rispettose, serene, di buon umore, sobrie, che non hanno fretta, ecc. almeno come atteggiamento abituale, poi le giornate amare difficili da spiegare capitano a tutti e speriamo che con meno auto in giro, in proporzione, si trasformino in giornate dolci facili da spiegare. E poi come dice il detto: “L’uomo allegro Dio l’aiuta!”.
C’è la più classica delle lezioni di educazione stradale: “Chi va piano, va sano e va lontano!”. Vi potrei raccontare le mie esperienze con la corsa e come specialmente nelle gare lunghe, devi tenere a freno dall’inizio quella voglia di correre al massimo, se no poi che succede? Che comunque in seguito sei costretto a rallentare, frenare di colpo, quando però ormai è troppo tardi e molte volte non si finisce la gara. E così quando ci si dà un freno solo dopo ultimatum medici, ma anche nel traffico: molti fanno le “strazzate” (strappate, brusche accelerate), strombazzano se gli sei davanti e poi? L’ingorgo e un bel semaforo rosso che azzera tutte le velocità e frenesie e tu che gli sfili a lato fischiettando.

Concludo con una bella frase di S. Giovanni al quale anche piaceva molto scrivere lettere d’Amore: “Nell’Amore non c’è paura; anzi l’Amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell’Amore”. I Giov. 4:18.
Ed anche S. Paolo non è da meno: “Vuoi non temere l’autorità? Fa la cosa giusta e avrai la sua approvazione! … Perciò è necessario stare sottomessi (rispettare le regole), non soltanto per timore della punizione, ma anche per motivi di coscienza!”. (Lettera ai Romani)
… E pace in terra, sulle strade italiane, a tutti gli uomini di buona volontà…e speriamo CHE QUESTE VITE INSEGNINO!

Viva l’Italia…l’Italia che non muore
…l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura.
Viva l’Italia… l’Italia che non ha paura.
…l’ Italia con gli occhi aperti nella notte triste…
Viva l’Italia…l’Italia che resiste.
F. De Gregori

Nunzio Natuzzi
Bari, 18 maggio 2008

sabato 18 ottobre 2008

E/In-voluzione della specie umana.

Muoversi da soli dalla nascita...
Dallo stare in braccio, poi si esclama come gli esploratori: Terra! Terra! Gattonando si scopre il movimento, il territorio e poi in piedi: un passo dopo l’altro fino al traguardo. Meravigliosi i bimbi che passano da una fase all’altra; ognuno dovrebbe avere la possibilità di rivedersi da adulti. Il movimento e la conoscenza iniziali del territorio non è con mezzi motorizzati ma con il proprio corpo, percorrendolo e toccandolo con mani e piedi. E’ ovvio ma teniamolo a mente. L’uomo, il territorio, il tempo e lo spazio a sua misura. Poi la voglia di scoprire terre nuove, più lontane. Il mezzo a motore è l’invenzione che lo permette, riducendo il tempo. E’ straordinario (anche se molti ”buoni camminatori a piedi o in bici” obietterebbero).
Da piccoli si inizia a camminare, poi la bici (solo per gioco), da ragazzi un po’ a piedi, bici e mezzi pubblici, fino all’agognato “salto di qualità” con moto e auto che diventano status symbol. Ho sentito un ragazzo che andava in bici e ora in moto: “Meglio la moto almeno non mi stanco!”. Sigh! Si segue questo percorso obbligato e accettato passivamente da tutti, pena l’emarginazione. Sicuri che questa escalation sia sinonimo di progresso, evoluzione, crescita, maturità? Rispondete voi. Con la patente si dovrebbe diventare utenti completi e consapevoli della strada. Anche solo se si va in bici o a piedi a tutte le età, si deve conoscere il codice della strada, almeno le nozioni di base. Chi gira con auto o moto non è detto che sia utente maturo della strada. Talvolta è il contrario. In definitiva, è errato che la strada sia appannaggio di utenti motorizzati che la fanno da padrone. Resettiamo la mentalità a riguardo. LA STRADA E’ DI TUTTI! Si deve tutelare di più chi si muove a piedi, con la bici e i mezzi pubblici perché mostra maturità umana, culturale, ecologica. Quindi per andare avanti dobbiamo tornare “indietro” per così dire, all’infanzia, quando scoprendo il mondo attorno, abbiamo iniziato a camminare e pedalare allegramente. Infatti molti pensionati sono ben lieti di camminare ed inforcare di nuovo la magnifica bici. Allunga la vita e fa tornare al periodo di solito considerato più felice: l’infanzia. Capendo che è la soluzione migliore (specie nei brevi tratti in città), perché non cambiare subito? Non aspettiamo l’età della pensione per “rimbambire” ovvero “rinsavire” , crescere e maturare! Ad ogni età, se comprendi che usare sempre il mezzo privato motorizzato in città è indice di regresso e non progresso, che aspetti… molla l’auto”immobile”! A piedi, con bici e mezzi pubblici, ti muovi più velocemente, risparmi, fai attività fisica, respiri e fai respirare, non fai rumore, meno stress da traffico, parcheggio! L’auto la usi solo negli spostamenti più lunghi, fuori città o in combinazione (parcheggi periferici e si entra in centro diversamente). Molti (pendolari o turisti) fanno lunghi percorsi anche senz’auto! Non è pazzia, è la realtà di persone come me che hanno cominciato a fare il primo passo (mollare l’auto), e poi ne hanno messo un altro e poi un altro e poi… km e km di strada a piedi e in bici, molto più di quelli che con l’auto siano capaci di fare.

Nunzio Natuzzi
Bari, 2 Luglio 2008

Molla l'ossi-moro!

Ridurre o sgomberare le auto dalle strade del centro città, specie centri storici. Sono contento che nella mia città (Bari) come in altre della provincia e della regione si stia andando in questa direzione. La maggior parte della gente però, come Fido, NON VUOLE MOLLARE L'OSS-IMORO! (l'automobile). Ma a Fido se gli diamo una bella fetta di carne, l'ossimoro eccome se lo molla! Cosa può rappresentare la fetta di carne? Beh! Tutti noi diremmo la Bici. Il Bike sharing sta andando benissimo, vedo molta più gente in bici, ma la paura per l'insicurezza stradale è tanta!
Io credo di fare la mia parte. Come? Semplicemente ANDANDO IN BICI IN CITTA'! Con la mia presenza. Prendendomi il mio spazio, ma dandone tanto anche agli altri. Quindi, siamo presenti in città, facciamoci vedere, sentire, riconoscere. E' un atto di responsabilità che anche senza dire una parola, ci fa essere d'esempio a molti anche a nostra insaputa che hanno bisogno di essere ispirati, incoraggiati, consigliati, ecc. Molti di questi sono anche di quelli che ci hanno preso in giro un tempo, ma poi sotto, sotto ci hanno invidiato.
E allora in sella! Andiamo alla conquista del centro città!!

Domenica 6 Aprile 2008 - Cronaca di una giornata caotica...ma non per me.

Stamane h. 07.15 prendo il treno da Gioia del Colle per Bari. Arrivo h. 08.00, prendo la bici del bike sharing e gironzolo un po’ nel centro, Bari Vecchia, Lungomare e poi Parco 2 Giugno. Ci sono i preparativi per Vivicittà, Motoraduno, Giornata del Fai con visita del cantiere del Teatro Petruzzelli e un comizio elettorale. Fra non molto, migliaia di persone invaderanno le strade cittadine e la maggior parte a piedi. E’ fantastico!
Con la bella bici rossa fiammante del Comune di Bari, mi avvio verso casa a prepararmi per partecipare a Vivicittà. Oggi a Cerignola (FG) c’è una gara di duathlon, ma preferisco restare nella mia città e col pettorale addosso faccio la mia bella figura, come se partecipassi a una gara di Duathlon col bike sharing del tutto speciale. Sapete, provo un sano orgoglio di quello che sto facendo e spero che chiunque mi veda, dopo lo stupore iniziale, possa essere incoraggiato a qualcosa di positivo, soprattutto gli automobilisti. Forse qualcuno lo faccio anche arrabbiare, perché gli sfilo a lato e lui imbottigliato anche per colpa mia.
Una postazione del bike sharing è proprio vicino la partenza a Parco 2 Giugno. Pronti. Via! 12 km. in una giornata soleggiata bellissima. L’arrivo sempre a Parco 2 Giugno. Poi un giro a piedi nel Parco - molte famiglie nel prato. Che bello! Riprendo la bici dalla postazione. Molti podisti mi vedono ed anche una famiglia con bimbi in bici che mi chiedono informazioni sul funzionamento del servizio.
Come un ragazzino felice, col pettorale ancora addosso, mi dirigo di nuovo in centro. Vorrei visitare il Petruzzelli, ma c’è una lunga coda. Percorro Bari Vecchia. Mi fermo alla Sala Murat (Piazza Ferrarese). Lì c’è lo stand della Federmoto con delle moto d’epoca e moderne in esposizione. A fianco a loro, metto la mia bella bici che non sfigura e dialogo con dei ragazzi dello staff. Parliamo di sicurezza stradale, un ragazzo mi confida che non andrebbe in città con la bici, perché è molto pericoloso (come se con le moto fosse più sicuro!). Ci sono dei poster con la frase: 'Le piste servono per correre. Le strade no!'. Prendo delle brochures dove vedo che fanno dei corsi per la guida sicura, sicurezza stradale. E’ davvero costruttivo. (La sfilata 'rombante' un po’ meno!).
Poi scambio qualche parola con un carabiniere in assetto anti-sommossa e lo ringrazio per il suo lavoro. Lo stesso faccio con gli operatori ecologici che fanno la raccolta differenziata delle bottigliette di plastica seminate da noi podisti.
La gente che passeggia mostra contentezza, soprattutto i bimbi in bici e sui pattini.
Torno a casa e via per la Stazione. Lascio la mia 'compagna' a due ruote ringraziandola di cuore per avermi dato la 'misura giusta' dei tempi e ritmi di una vera vita umana cittadina. Prendo il bus per Gioia del Colle. A bordo si ascolta 'per forza' la partenza e la radiocronaca del Gran Premio di Formula 1 – un pasto al volo e poi h. 15.00 al lavoro. Ci sono le partite di calcio. Ma io è da un po’ che ho deciso di vivere le mie domeniche diversamente. E che domenica speciale oggi!!
Per chi è andato in auto invece, è stato un incubo. Gli strombazzamenti non sono mancati come colonna sonora di una giornata che ha fatto ancora la differenza tra silenzio e rumore, aria pulita e smog, persone che si muovono davvero e quelle nelle auto sempre più immobili.

Bici+Auto...Non ci riesco!

Ciao. Quando qualche anno fa ho deciso di disfarmi dell’auto, dovevo alleggerirmi di un po’ di pesi anche quello corporeo. Quindi ho detto: "Niente di meglio che iniziare dall’ABC o meglio dalla BICI." Credo di aver ricevuto una sorta di rivelazione divina. Non lo sapevo, ma il "seme" della bici che i miei genitori avevano piantato in me da piccolo, quando mi portavano al parco a giocare con la bici, è cresciuto e al momento opportuno ha portato il suo frutto. Non credete che sia avvenuto così? Guardando indietro la mia vita, credo che ogni tanto quel seme venisse innaffiato, altre volte soffocato, ma non è mai seccato. Genitori meditate! Che tristezza quando si vedono bimbi su moto elettriche (senza stimolo ad alcun movimento) o peggio su minimoto.
Così ho unito l’utile al dilettevole, e addirittura ho fatto delle gare podistiche di rilievo, come anche qualche gara di triathlon.
Per quanto riguarda l’auto, pensate un po', recentemente avrei voluto comprarne una. Per una maggiore indipendenza (nessun vincolo di orari, condizioni di viaggio, intemperie, tempi più veloci se faccio dei viaggi, ecc.). Però utilizzandola in modo intermodale con bus e treno e sempre portandomi la bici. Mi dico che ormai devo aver imparato la lezione. Sapete una cosa? Non ci riesco! Quando vado in auto con qualcuno, scuoto sempre la testa e dico: 'No! Io non riuscirei più a sopportare un solo ingorgo, le attese, lo stress da traffico, da parcheggio, ecc.'. E poi l'inquinamento e per ultimo la stangata dell’aumento del prezzo del petrolio. Non so, al momento ho accantonato l’idea.
Quindi un po’ mi sento ancora automobilista? E che male c’è? Non sposta di un millimetro la mia coscienza ecologista e la libertà dall'auto. Anzi credo che la prova di maturità sia proprio nell'avere l'auto e saperla controllare sia nell'uso che nella condotta di guida. Ci vorrebbe che tutti ci immedesimassimo negli altri: i ciclisti in automobilisti, motociclisti, pedoni e viceversa. Ovviamente il ciclista userebbe l’auto solo quando e se necessario. Però, ripeto, proprio non mi entra nella testa di dover riprendere l'auto.

Il mio stile di vita ormai non prescinde dalla bici e dai mezzi pubblici. Nel mio portafogli ci sono più biglietti, abbonamenti, tesserini, orari, che soldi.
Non ho mai preteso che tutti facessero come me, anche se ognuno qualcosa la può fare. Andando in bici, dopo una lunga fase di egoismo, solitudine, frustrazione e sofferenza, ho deciso di aderire alla Fiab per questi motivi: per uscire dall’isolamento, per confrontarmi con gli altri (condotta di guida, sicurezza stradale, ecc.), usufruire di una serie di servizi, pareri di esperti, ma anche la possibilità di contribuire io stesso, con la mia esperienza e non solo, ad incentivare l’uso della bicicletta. Per me già il fatto di partecipare ai forum, è di grande utilità. Mi fa bene condividere e spero che sia di stimolo ad altri.

CO2

CO2...ECOBALLE COSI’!! 28 pollici come le ruote della mia bicicletta!!
E quando mi 'girano', mi ricordo uno spot che "girava" un po’ di tempo fa in TV: "Fai girare l’economia, l’economia gira con te". Già! Ma quale economia? Ognuno la pensi come vuole, ma a me fa pensare al famoso cane che si morde la coda: bisogna consumare di più, ma bisogna risparmiare; fare più acquisti, ma non si arriva a fine mese; utilizzare meno l’auto, ma bisogna acquistarne sempre una nuova, perché gli Euro 3,4,5, ecc. non bastano mai, anche come moneta.
Da parte mia, se ciò significa soprattutto spingere la gente a "girare" sempre in auto (anche per pochi metri), in città pensate e fatte di solo cemento e per le auto e qualche caricatura di giardino, a questo punto vorrei rivolgere anch’io un messaggio pre/post-elettorale, però ai politici di ogni schieramento.
Cari Signori che amate parlare, ascoltate un attimo: "Se bisogna far spendere/sprecare soldi ed energia alla gente, allora fatelo voi che ve lo potete permettere. Però voi che siete eletti, potete decidere cosa far "girare" nelle nostre città.
A noi cittadini che vorremmo fare semplicemente una passeggiata con la famiglia, senza smog, senza rumori, senza temere l’insicurezza stradale (anche solo per attraversare la strada sulle strisce!). A noi che amiamo la natura e andare a piedi, a noi sportivi, podisti, ciclisti, l’importante è che non ci facciate "girare"...nient’altro che le nostre gambe e le ruote delle nostre biciclette".
E che comunque andiamo avanti chiunque vinca.
Vi assicuro che l’economia la facciamo "girare" lo stesso ed anche molto bene.
Nunzio Natuzzi

Pedoni & Ciclisti Patrimonio Unesco


Qualche mese fa c'era un messaggio pubblicitario che sottolineava che la persona più importante da proteggere è il conducente del suv. Lo respingo con tutto me stesso. E' insopportabile. Quanto meno siamo tutti uguali, eppure dal punto di vista dei rischi, pedoni e ciclisti devono essere più protetti. Anche in caso di loro errore, hanno quasi sempre la peggio.
Ormai per strada oltre ai "mammut motorizzati", sono pronto a fronteggiare anche i "dinosauri". Eppure gli incubi da "stiramento" (non quello muscolare!), finanche sulle strisce pedonali, è qualcosa con cui si convive giornalmente. Per non parlare di buche, solchi, sportellate, mancate precedenze, sfottò, intemperie, ecc. E già caro suvista. Che ne sai tu di un campo di grano, che ne sai!! E poi siamo stati usurpati anche delle sigle. Il vero SUV è la BICI: un fantastico veicolo sportivo di grande utilità per sè e per gli altri. E' anche un vero ZEV (Zero Emission Vehicle). Vabbè, ogni tanto qualche "puzzetta" può scappare!
"Motori pulsanti come cuori ecologici". Vuoi mettere i nostri cuori? Non temiamo confronti!
Posso fare una proposta un po' provocatoria? Vorrei fare una richiesta ufficiale di inserire Pedoni & Ciclisti nel Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Voglio essere protetto, esattamente come un Trullo di Alberobello, un Sasso di Matera, una specie in via d'estinzione di pianta o animale. E perchè no? Bisogna rivolgersi anche al WWF? Va bene!
E' giusto che io respiri le mie buone dosi di CO2 giornaliere, idrocarburi, polveri sottili, subisca l'inquinamento acustico, i rischi, i pericoli, ecc. per colpa di una dissennata politica incentrata sull'auto e poi ricambi in ossigeno, esattamente come un albero, in modo silenzioso, in poco spazio, senza che nessuno neanche mi apprezzi, anzi? E mi devo sentir dire che la persona più importante da proteggere è chi se ne strafrega di queste problematiche di importanza ormai mondiale, non solo per noi ma soprattutto per le generazioni future?

Nunzio Natuzzi

venerdì 17 ottobre 2008

Ritorno al passato

Oggi, dopo più di 5 anni, ho guidato una macchina. Ho percorso una statale per 40 km. che ho fatto in auto per 10 anni. Ho provato sensazioni strane. All’inizio ero teso e volevo rinunciare. Tra l’altro ha iniziato a piovere. Per rassicurarmi qualcuno mi ha detto: “Dai, guidare è come saper nuotare. Non ti puoi dimenticare!” Sì, va bene, però vi confesso che in bici mi sarei trovato più a mio agio. Prima di partire ho fatto un bel respiro e vai … senza paura. Una cosa da ridere è stata quando ho preso una buca ed istintivamente mi sono sollevato dal sedile, come se stessi sul sellino ed ho esclamato: “Buca!”, per avvisare quelli di dietro. Poi un pizzico di apprensione nei sorpassi. Guardavo spesso il tachimetro per vedere se rispettavo spontaneamente il limite. Dai, sono stato bravo. Riflettevo sulle sensazioni provate facendo il medesimo percorso con diversi mezzi: auto, bus, treno, bici e…piedi. La percezione sensoriale della strada, del territorio, è diversa.
Non è questione solo di quale mezzo preferisco, ma quale mi è più utile per un determinato spostamento. Non mi ritengo un fanatico. SONO DISPOSTO AD AMMETTERE CHE E’ IMPOSSIBILE ANDARE SOLO IN BICI + MEZZI PUBBLICI, SOLO SE SI AMMETTE ANCHE CHE E’ IMPOSSIBILE ANDARE SOLO E SEMPRE IN AUTO!!
In città credo che pian, pianino si stia arrivando alla consapevolezza che la strada è di tutti e tutti abbiamo pari diritti e doveri. Quindi promuovere l’antagonismo tra i vari utenti non lo vedo positivo. Credo che un buon passo avanti possa essere diventare tutti UTENTI INTERMODALI. Possedere un’auto non deve significare “essere posseduti” da questa, e che devo arrivare a destinazione finale solo con quella (specie in città). Posso lasciare l’auto al Park&Ride, proseguo a piedi, con una bici pieghevole al seguito, bike sharing, bus, treno, metro. E’ questione di una nuova mentalità, abitudine per il bene nostro e collettivo. E’una bella sfida forse combattendo prima di tutto la pigrizia.
Ogni tanto penso che prima o poi acquisterò un’auto. Qualcuno pensa che chi va in bici come me, non se la possa permettere? In realtà, l’auto l’ho già ordinata, ma non so se l’avrò mai, perché mi dovrebbe arrivare dal passato più che dal futuro. E’ un mod. primordiale “FLINTSTONES” degli Antenati. Utilizza rigorosamente energie rinnovabili: “Eliogena”, “Eologena”, “Idrogena”, ma soprattutto “CIBOGENA”. Infatti, il buon cibo italiano finalmente ingerito senza più alcun senso di colpa, produce l’energia endogena primaria ed aziona il super potente motore pulsante del cuore umano. E’ il primo vero Eco-Diesel - Turbo-Lento, ma perfetto per andare sano e lontano. YABADABADOOOOO!!!

Nunzio Natuzzi

Bari, 25 settembre 2008

Meravigliosa Italia.

Non avere l’auto “aguzza la vista” oltre che l’ingegno. Voglio dire che “ti apre gli occhi sulle differenze”, sulle soluzioni alternative possibili e sul territorio dove vivi. Il tutto per risolvere “la settimana enigmatica”, più che enigmistica. Molti mi dicono: Dai, ma solo tu o chi è nelle tue condizioni può farlo. Sarà! Intanto dò delle buone idee geniali che se applicate specialmente in città o fuori (pendolari per lavoro, studio, tempo libero), non solo fanno bene alla salute e allo spirito, ma anche al portafogli. Infatti se vuoi avere qualche consiglio per come arrivare a fine mese, chiedi pure e vedrai che ti faccio arrivare anche fino alla fine dell’anno!!
Bene! Sicuramente non aspettate altro di sapere dove e come ho passato il mio fine-settimana ciclotursportivo. Da Gioia del Colle arrivo a Bari con la bici da corsa. Poi treno per Monopoli dove c’è una gara di triathlon nella rinomata località di Capitolo. Per il cinquantenario di “Volare” mi è venuta l’ispirazione di D. Modugno. Ho acquistato un CD “TuttoModugno” ed è già qualche giorno che uscendo in bici, accendo il “bicistereo”, inserisco il CD nella mia bocca e mi metto a cantare queste fantastiche canzoni di un meraviglioso artista di cui sono fiero di condividere la pugliesità e meridionalità. Da piccolo mi ricordo mio padre che aveva tutti i dischi e che cantava continuamente le sue canzoni. Andare in bici e cantare, fischiettare. E’ bellissimo! Sono “sintonizzato” con tutto il mondo intorno. Fischiettando a volte gli uccelli mi rispondono e quando vedo specialmente gabbiani, rapaci che volteggiano, mi sembra come se vanno a ritmo della musica che sto cantando.
Oggi il percorso in bici è un po’ tostarello: 10 km. a salire fin sopra la Selva di Fasano e poi altri 10 in discesa non meno duro, poiché facilmente si prende velocità per me notevoli. Sono soddisfatto. A volte penso di essere proprio un “infiltrato” - “Ma che ci faccio io col triathlon?” Non mi interessano la competizione, la velocità, le classifiche. Si dice che a livello amatoriale si gareggi con sé stessi, senza alcuna velleità. E’ vero. Io credo però di meritarmi una classifica a parte. Utilizzo la bici anche come mezzo di trasporto assieme a treno e a volte bus. Ma chissà, così non è più nemmeno triathlon, ma un altro tipo di tetra o pentathlon.
A Monopoli ho incontrato un gruppo di cicloturisti americani in vacanza organizzata da VBT. Il giorno prima erano stati a Bari ed è piaciuta molto. Canticchio Volare con loro che mi seguono almeno con Oh Oh Oh Oh. E’ incredibile! A volte mi chiedo se noi pugliesi, ma anche come italiani ci rendiamo conto di quanto all’estero amino la nostra terra e le nostre tipicità. E noi siamo così esterofili, tanto da non apprezzare noi stessi. Domenica scorsa c’era una corsa a piedi a Polignano a Mare. Ci sono andato sempre in bici+treno passando dalla Selva di Fasano. Polignano e Monopoli sono due località stupende vicino casa mia. Fin da ragazzo mi piace visitarle. Sono convinto che ci sono milioni e milioni di persone che ce le invidiano come del resto tutta l’Italia intera. Non è così… Meravigliosa?
Ma come non t’accorgi
di quanto l’Italia sia
Meravigliosa…

Nunzio Natuzzi

PUGLIA: WIEN.DO’! (Il Paradiso può attendere)

Nei giorni scorsi volevo andare in Austria come in Paradiso, così per fare anche qualche giro di bici-valzer invitato da qualche sirenetta: “VIENN.A.QUA! VIENN.A.QUA!” Poi c’ho ripensato, della serie “Il paradiso può attendere” e vuoi vedere che un angoletto di paradiso lo trovo anche qui e posso fare qualche giro di bici-pizzica o bici-taranta? Infatti ne ho avuto la conferma e ora provo a convincere anche voi (se mai ce ne fosse bisogno). Partenza da Gioia del Colle che per me è come il centro di una ruota di bicicletta, da dove a raggiera puoi raggiungere facilmente diverse località sia sull’Adriatico che lo Jonio, Valle d’Itria e Matera. C’è la magnifica opportunità di utilizzare il treno gratuito per le bici e quindi così ho fatto. Un giorno a Taranto, passando dalla gravina/canyon di Palagianello (per me la più bella). Nella città vecchia di Taranto c’era la proiezione di un film di E. Winspeare sulle Tarantolate e Pizzicate ambientato nel Salento. Interessante - e poi Taranto mi piace molto: tra i due mari il centro storico è proprio l’isola che…c’è…ci sarà…speriamo presto. Però vedi, là ci sono già un bel hotel e l’ostello della gioventù che è proprio carino, ciò che invece a Bari Vecchia ancora non trovi. Ritorno a Gioia col bus Marozzi e gentilmente l’autista mi fa caricare la bici.
Giorno seguente: Gioia, Putignano, Castellana Grotte e nel mezzo del cammin della mia vita, mi ritrovai …per una selva “chiara”: la Selva di Fasano…chè la diritta via era “ritrovata”. Che spettacolo la campagna con i trulletti e il panorama con gli ulivi... Passo dal mio amico che sognando tra i trulli racconta fiabe ai tedeschi. Si avvicina un temporale e trovo rifugio nella chiesa della Selva con le cupole a forma di trullo. E’ solo di passaggio, dopo un’ora torna il sole e asciuga tutto e dopo aver fatto un po’ di foto panoramiche sul canale di Pirro, scendo e risalgo verso Laureto direzione Locorotondo. Sono nella Valle d’Itria e scusate se insisto, ma questo è proprio il paradiso da fare in bici. Giro tra i trulletti trullallero trullallà, nelle contrade verso Martina Franca, Cisternino, Ostuni (che meraviglia!) e prendo il treno per Bari.
Il giorno dopo Bari-Lecce in treno. Dopo essere stato a Taranto e tra i trulli, mi sento un po’ “tarantolato” e “bicintrullito”. Vedo se riesco a partecipare alla Notte della Taranta nella Grecìa Salentina. SS. 16 verso Maglie – mi fermo a Corigliano d’Otranto. In questa zona fanno delle belle gare di podismo e ciclismo amatoriale – in un bar prendo un gustosissimo panino con “straccetti” di carne di cavallo superpiccante. Sai, siccome fuori ci sono quasi 40 °, è proprio quello che ci vuole. Ma meglio dell’hot dog sicuramente. E vamos…a todos fuegos a Otrantos. Non vedo l’ora di buttarmi a mare con tutti i panni e con la bici. No, no, con la bici no, però un giorno vorrei provare a pedalare in acqua. Otranto è suggestiva ed è stracolma di turisti. Dopo una bella nuotata anche a “rana”, faccio un “girino” in centro. Oh, che bel castello, Marco…! Trovo un gazebo di Legambiente dove si promuove tra l’altro l’utilizzo della bici sia a noleggio che effettuando escursioni guidate, bici+treno, Salento in bus. Bene! Ci sono gli “esorcisti” musicali della Taranta che mi aspettano. Pure i miei amichetti sul manubrio saltano e ballano pizzicati dalla musica oltre che da me. Il giorno dopo vado sulla costa a nord di Otranto. Mi fermo a Torre S. Andrea un bellissimo posto con una pineta a strapiombo sul mare. Torno ad Otranto e non vedo l’ora di provare questi trenini della SudEst ancora efficienti, in attesa degli altri nuovi quasi pronti. Tra l’altro le FSE hanno indetto un concorso fotografico dai treni per viaggiatori alla scoperta di luoghi che altrimenti non si conoscerebbero. Arrivo a Lecce super affollata di turisti e prendo il treno per Monopoli. Proseguo in bici verso Polignano a Mare. Ho un debole per questa località: mi piace assai. Questo tratto di costa da fare sulla complanare della SS. 16 è bellissimo. Qualche volta con la MTB faccio un tratto sulla costa accanto agli scogli. Polignano a Mare: la scogliera alta è molto suggestiva, le case a picco sul mare blu dipinto di blu…e verde, le balconate, le grotte, il pesce, il gelato, la focaccia. Non puoi perderti la città di Mr. Volare e se pensi che un sogno così non ritorni mai più, dipingiti le mani e la faccia di blu. Poi d’improvviso verrai dal vento rapito e comincerai a volare nel cielo infinito…di questa terra paradisiaca: la Puglia.
…E sapessi quanti austriaci ho incontrato con l’invito di sirenette pugliesi: “WIEN. DO’! WIEN. DO’! Vieni qua!.

Nunzio Natuzzi

Bari, 11 agosto 2008

“Bicinomìa”+”Trenonomìa” e meno (ma non meno) “Autonomìa”

Per dom. 28 settembre avevo almeno quattro possibilità per uscire in combinazione bici+treno. E’ bella la preparazione: vedo le previsioni del tempo, prendo la cartina, i programmi degli eventi, gli orari e poi scelgo. Da Bari per i giorni festivi c’è solo Trenitalia…e meno male! Mi chiedo però se ci fossero anche le Ferr. Sud. Est fino in fondo al Salento e la Bari-Matera. Chissà forse prossimamente. Comunque decido per S. Maria al Bagno - Nardò (LE) dove c’è un Triathlon Sprint. Parto alle 5.37 ed arrivo alle 7.30 a Lecce. Ragazzi è bellissimo! Solo un po’ di sacrificio ad alzarsi presto, ma poi si vede il sole sorgere dal mare e gli ulivi secolari nella campagna e le colline della Selva di Fasano e Ostuni. A Lecce, la città quasi dorme ancora. Mi faccio un bel giro nel centro storico tra le belle Chiese Barocche, l’Anfiteatro Romano, il Castello. Faccio una buona colazione e poi sulla SS 101 per Gallipoli. L’ho fatta un paio di mesi fa e mi sembra di conoscerla già a memoria. Da Nardò c’è una bella strada verso il mare. S. Caterina e S. Maria al Bagno sono bellissime. Stanotte e stamattina c’era un temporale e pensavo al peggio. Invece è venuta fuori una bella giornata col sole ancora forte, solo un po’ nuvoloso. L’acqua in mare è calda. Siamo a fine settembre ed è ancora estate. E’ andato tutto bene - mi sono divertito. Poi rientro sempre in bici verso Lecce per altri 35 km. Alle 19.50 treno per Bari con arrivo alle 22.00. Qualcuno mi ha chiesto: “Ma come sei venuto? Come te ne vai?” con uno sguardo perlomeno perplesso. Lo capisco. Mi rendo conto che può essere quanto meno bizzarro pensare di organizzarsi così, specialmente se devi fare una gara. Ma per me, sarà per abitudine, allenamento soprattutto mentale, è diventato normale. Voi la chiamereste una forma di fanatismo, follia? Può darsi! Intanto io mi sento felice! Nella mia testa c’è la determinazione a voler vivere così… oltre che col sole in fronte, con la volontà di organizzare il mio trasporto in modo “Bicinomo”+”Trenonomo”, e meno (ma non meno) “Autonomo”. Poi certo a volte non è possibile, non mi va, ecc. Quando però vivo queste cose, è la mia personale soddisfazione di dominare sull’auto. Un tempo, avendola, avrei dato per scontato di fare tanti km. con questa. Non avendola, alleno la testa a cercare soluzioni alternative, perché poi ho scoperto che mi stresso di meno (specie se in bici faccio percorsi secondari o dedicati) e mi gusto di più il territorio ed il viaggio.
Un altro es.: oggi (5/10) con bici+treno da Bari a Barletta (40 km. ca.) per una mezza maratona. Ho avuto il tempo di fare anche il turista e ho preso il treno per Bari; una doccia e poi Gioia del Colle in treno. E’ questione di allenamento, mentalità, abitudine, volontà. Poi ripeto, per vari motivi non si può o non si ha voglia. Sarà anche il fatto di praticare sport di resistenza: le distanze, il tempo, lo spazio, assumono aspetti nuovi, meno impossibili e meno irraggiungibili. Questione di testa… che sebbene abbia il sole in fronte, si mantiene sempre bella “fresca”!

Nunzio Natuzzi

5 ottobre 2008

TRANI – triathlon sprint nazionale (24/08/08)

Ieri a Melpignano (LE) c'era il concertone de “La Notte della Taranta” che però ho seguito su Telenorba. Uno spettacolo emozionante per grandi e piccoli di tutte le età e generazioni. Un evento mondiale. All'una e mezza a malincuore decido di spegnere, per dormire un po' di più. Nella testa mi risuonano ancora i tamburelli e i ritornelli. All'indomani qualcuno mi sveglia con una "pizzica" e questa musica durante il giorno e la corsa, nella testa, mi scandisce il ritmo da tenere. Ehi, non sarà mica doping??
Oggi ho portato solo l'Apemaia sul manubrio; l'ultima volta hanno fatto troppo baccano e litigato per stabilire chi fosse il migliore. Un po' come le origini del Triathlon e perciò questa volta li ho separati. Ci vuole disciplina. Ma un po' Nemo e Paperino ci sono mancati. Beh, vabbè!... Che capa fresca che ho...
Treno+Bici da Bari per Trani. Sul piazzale della Stazione c'è un cartello: TRANI CITTA' SLOW – Città del Buon Vivere - “Vivere in una città slow significa darsi il tempo per costruire qualità in tutti i settori del vivere civile, rallentare i ritmi per accorgersi dei sapori, dei colori, dei profumi della città e del mondo”.
Ma che bello! E qui oggi devo fare una gara sprint, in teoria all'insegna della velocità. Rifletto perciò sulla lentezza e velocità. La corsa è alle 17.00 – ho tempo per girin girare nel centro storico. Il Lungomare, la Villa Comunale, la Cattedrale sul mare: spettacolare! Ce n'è un'altra uguale? Tra le più belle in stile romanico e il Castello Svevo sempre sul mare. Nella frazione a piedi si fa il percorso ciclo-pedonale sul Lungomare tornando a Capo Colonna passando dall'antica Abbazia benedettina. Ma che bella città! Anche il porto turistico con le barche a vela tra cui la mia; se vi va di fare un tour barca+bici, siete benvenuti.
Pausa pranzo, riposìno ed ecco che per primi partono i ragazzini. Al cambio bici-corsa, lasciano la bici in doppia fila; ahi ahi, cominciamo bene! Ok, si parte. In mare un po' di botte, schiaffi, pedate, uno sull'altro, come un branco di squali. Credo che per il pubblico sia una bella scena, dove si vede un po' l'acqua “bollire” con nuotatori come pesci che saltano in superficie. Vabbè, parliamo di bici...
Frazione in bici: 20 km., in un bel percorso dove c'è solo un punto critico: doppia curva veloce in discesa non così ripida. Alla fine vedo sul computerino che la velocità max raggiunta è poco più che 50 Kmh. E che voglio di più... per me basta e avanza e già mi pare di volare! La velocità anche in bici, in genere non mi piace, ma capisco nel mio piccolo, cosa significhi e quali sensazioni ed emozioni si provino. Trasferisco la potenza muscolare alla bici e per le sue caratteristiche (leggerezza, cambio, aerodinamicità), tutto ciò si trasforma in velocità. Un po' ti senti di avere le ali, tagli l'aria, il vento che se hai a favore ti spinge come un “bici-aliante”.
La velocità dà emozioni? Volete che dica di no? C'è qualcosa di chimico che si produce nella testa. Adrenalina e qualcos'altro? Tutto avviene troppo veloce però...per pochi attimi... tanto da farti seriamente pensare se valga la pena di affrontare rischi e pericoli sempre più alti, più aumenta la velocità. E poi solo per divertirsi... Con qualsiasi mezzo è uguale. La saggezza non è mai troppa. Ognuno dovrebbe capire i propri limiti e i rischi oggettivi (cond. atmosf., punti critici come curve, discese, visibilità, ecc.), perchè alla fine hanno più importanza la partecipazione e soprattutto non farsi male. Certo si cade e ci si rialza. Ciò che credo è che per correre (con qualsiasi mezzo), ci sono le piste, i circuiti e le gare come queste e sempre con molta prudenza. Ho visto questo slogan anche della Federmoto. In città soprattutto, è tutt'altra musica: “leggera e lenta”. Si va piano, tranquilli, rispettosi della propria e altrui incolumità. E' così che ho vissuto, con treno+bici, la mia gara sprint non molto “fast”, però in armonia con una delle più belle città di mare pugliesi: Trani Città Slow.

Nunzio Natuzzi

Bari, 24 agosto 2008

Lo chiamavano Triathlon: BICI+TRENO+BUS

Triathlon Sprint – Torre S. Sabina (BR) - g. 08 giugno 2008
La mia gara inizia un giorno prima. Sabato 7/6 mattina h. 11.45 da Gioia del Colle tempo appena minaccioso pioggia. Dopo aver recuperato il bellissimo Paperino da mettere sul manubrio assieme all’Apemaia e al Pesciolino, vado a Bari in bici da corsa. Arrivo h. 13.00 ca., lascio la bici e prendo un’altra da “battaglia” urbana, che lascio vicino alla fermata del bus attaccata al palo col cartello “zona video sorvegliata”. Spero che il deterrente funzioni e poi è un punto ben in vista. H. 14.10 prendo il Bus FSE per Gioia d. C. – h. 15.00-23.00 lavoro. H. 23.30 Bus Marozzi per Bari-Roma. Domenica 08/06 - H. 09.36 treno reg. BA-LE da Staz. Marconi (Japigia) per Carovigno (BR). C’è anche una giovane coppia che va al mare con le bici. Li saluto come se li conoscessi da sempre. “Ciao! Che bravi che siete e dove andate di bello?” Monopoli. Sanno che la bici sul treno non si paga. Sul treno c'è un altro ragazzo con la bici che è sceso ad Ostuni. Tutti ci godiamo il percorso lungo il mare e poi da Fasano ammiriamo la Selva e gli ulivi maestosi. Arrivo a Staz. Carovigno h. 11.00 ca. A 2 km. c’è Torre S. Sabina per la gara h. 15.00. Rimango un po’ in Staz. dove ascoltando gli uccellini tra gli ulivi, comincio a scrivere. Sono venuto altre volte in vacanza, ma ora in treno+bici è un’esperienza nuova. Arrivo al punto di ritrovo H. Mirage centro di T. S. Sabina. Saluto gli altri triatleti che sono incuriositi a vedere i miei amici pupazzetti sul manubrio. Sono i miei personal trainer: Pesciolino per il nuoto; Apemaia per il ciclismo soprattutto per la volata e Paperino per la corsa. Li faccio sorridere ed è così che deve essere: passare una bella giornata di sport, svago, relax e attività fisica pulita e alla fine stanchi ma assolutamente felici. Chi mi ha preso per scemo, per fortuna si è tenuto alla larga.
Durante la fraz. in bici, ogni tanto un “popi-popi” per salutare concorrenti e spettatori specie bimbi, e voi non immaginate la spinta in più che mi hanno dato, e guadagnare un sorriso è sempre una bella cosa. Qualcuno a mia insaputa mi ha organizzato il rientro a Bari con l’auto, preoccupandosi per me. Io però mi ero organizzato bene e francamente avrei voluto chiudere la mia giornata all’insegna della totale rinuncia all’auto, visto che ne avevo la possibilità. Avevo il treno solo un po’ più tardi. Comunque accetto (ma me ne sono un po’ pentito). Ne approfitto per condividere con altri due atleti e comunque facciamo il car pooling. Avvicinandoci a Bari, c’è un po’ di traffico. Il mio programma prevedeva h. 20.51 da Carovigno a Bari (h. 22.00); Reg. Bari – Gioia h. 23.20 per caricare la bici intera. Ne approfitto per una sosta a casa a Bari e poi alla Staz. h. 19.44 per Gioia d. Colle arrivo h. 20.30.
Che giornata! La straordinarietà è che una persona assolutamente ordinaria come me, riesca a vivere tutto questo con tempi e ritmi che apparentemente sembrano lenti, lunghi, complicati e pericolosi. Molte volte mi sento dire:”E se succede qualcosa? Non hai paura?” Io non ho paura! (prox titolo del mio poema). Anzi, qualcuno che mi ha detto ciò, poi si è fatto male in casa, o andando a giocare a calcetto o altro. Quindi...tutti i “tira-pedali” sono avvisati!. E poi mi si vorrebbe far credere che se vado in auto e in moto è più sicuro? Non credo proprio, anzi!
La conseguente soddisfazione, benessere, gioia di vivere è del tutto personale. Ma perchè lo racconti? Che ce ne frega a noi? Che vuoi la medaglia? E certo che la voglio! Me la merito eccome! Pensate che mi faccia un sedere “triangolare” inutilmente? Vorrei fosse di stimolo per tutti. Se ci riesco io, lo possono fare altri. E siccome i chiacchieroni sono tanti e hanno tutta la libertà di esprimersi, non capisco perché chi mette in pratica buoni propositi per sé e per gli altri, non debba comunicare e divulgare senza avere il timore di essere preso per presuntuoso. Se si vuole si riesce a fare anche cose più impegnative di queste senza dover essere costretti ad avere un mezzo privato motorizzato. Al mare c’era chi si lamentava per il traffico, il parcheggio, dove tra l’altro le polizie locali, sembra che non aspettino occasione migliore per fare cassa. Ci sono percorsi, reti ciclabili che sono oggetto di studio di fattibilità per poter essere approvati ed avere i relativi finanziamenti. Il mio racconto come quello di tutti gli altri che scelgono la bici in modo intermodale, è la dimostrazione almeno che “la nostra fattibilità”, può e deve essere oggetto di studio per chi decide di stanziare i finanziamenti, ma prima di tutto per tante altre persone soprattutto giovani che possano scoprire il piacere di utilizzare il proprio corpo, la bici ed altri mezzi ecologici e statisticamente più sicuri, per passare una giornata al mare o in vacanza! Certo per la bici ci vorrebbe che ad ogni stazione ci fosse un percorso ciclabile per il mare. E che ci vuole! Vedere quella coppia… quanto erano belli. Un numero sempre più alto di persone che si muovono per lavoro, tempo libero, sport o altro con la bici, treno e bus, rappresenta quella pressione opportuna verso le amministrazioni ed enti per poter offrire e incentivare un servizio di trasporti sempre più pulito ed amato e quanto mai necessario per le emergenze climatiche ed energetiche, ma perché no, anche per un sano romanticismo quanto mai raro a vedersi tra i nostri giovani.
Nunzio Natuzzi
Bari, 12 giugno 2008