Proprio non capisco certe opinioni contrarie alle piste ciclabili. Poi da chi dovrebbe essere il primo a beneficiarne: il ciclista urbano. Quando ho deciso di andare in bici non sono stato troppo a pensare se le strade fossero abbastanza sicure, se prima era opportuno che ci fossero i percorsi ciclabili; volevo andare in bici e ho cominciato. Posso dire a distanza di qualche anno che credo di essere temprato ad ogni situazione di traffico. Insomma ho padronanza, familiarità col mezzo, le strade ed anche come la chiamo io, una certa “visione di gioco”, che mi permette di prevenire certe situazioni pericolose. La troppa familiarità però, può essere la condizione più pericolosa. Perciò non devo mai essere troppo sicuro di me e se ho l’opportunità di andare su percorsi più tranquilli, separato dai veicoli a motore, lo faccio volentieri. Mi rendo conto che c’è chi non ha la stessa dimestichezza, riflessi, esperienza ed ecco perché la pista ciclabile è ancora più importante. Certo non ci si va per imparare ad andare in bici. C’è chi ha ipotizzato che facilmente i ciclisti “abbraccerebbero” gli alberi. Ma sulla carreggiata si va lo stesso su spazi ristretti con gli altri veicoli in movimento o fermi in sosta (spesso in doppia fila). Perlomeno gli alberi e i pali stanno fermi e non ti danno le sportellate! Per mia esperienza sulla pista cicl. già esistente dal Cast. Svevo alla Fiera del Lev., sebbene non è proprio il massimo come fondo stradale (un po’ di traballero), preferisco fare quella: sto più tranquillo. La stessa cosa sarà sugli altri percorsi ciclabili. Invece di perdere tempo a fare polemica, approfittiamo ad imparare ad andare in bici e dalla bici: facciamo silenzio e pedaliamo.
Nunzio Natuzzi
Bari, 16 giugno2008
Nunzio Natuzzi
Bari, 16 giugno2008