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sabato 22 novembre 2008

A novembre…

In tanti anni non avevo mai notato la natura intorno: un singolo fiorellino, una foglia, un albero, le pietre. Ho scattato delle foto anche ravvicinate; non sono molto bravo ma da un po’ ho desiderio di mettere in risalto e memorizzare i soggetti che di solito consideriamo insignificanti, come appunto dei semplici fiorellini. Questi sono sempre nati e cresciuti in tutte le stagioni, però io me ne sto accorgendo della loro esistenza e significato solo oggi. “Osservate come crescono i fiori dei campi…”, è una Parola che fa pensare non solo per avere fede (come nel contesto del discorso di Gesù), ma anche per meravigliarsi di fronte a tanta bellezza creata dal nostro Artista Creatore. La natura ci parla, ci riconcilia con noi stessi e gli altri. Tutti dovrebbero ritagliarsi anche solo un’oretta al giorno per fare una passeggiata a piedi o in bici, ed “espatriare” come diciamo noi, staccare la spina, fare silenzio ed ascoltare i suoni naturali e fotografare anche solo con gli occhi. Penso ai miei bici-giretti, i miei duathlon, partecipando a delle gare di podismo. Nel mese scorso sono stato a Gravina, Altamura, Santeramo, Sannicandro, Acquaviva, Gioia del Colle. Poi Noci, Alberobello. I colori della terra, degli alberi, dei fiori, assolutamente meravigliosi. Abbiamo avuto delle giornate soleggiate fantastiche. I colori dell’autunno: l’ho letto anche nell’ultima pagina della guida turistica Flashtour che riporta anche lo slogan “Puglia, dove la natura è colore”. E’ vero! Anche andando in treno o col Bus FSE, la campagna è uno spettacolo di colori di alberi, vigneti - le foglie che da verdi, diventano gialle, arancioni, rosse, come bandierine al vento. I prati verdi. Anche in periferia della città mi sono soffermato sui fiori uguali a quelli che ho trovato anche in campagna sulle murge.
Ai bordi delle strade sempre un po' di rifiuti attorno, molte volte gettati dai finestrini delle auto. E già! Molti automobilisti inquinano anche così! Gli auguro per i prossimi mesi di andare all’”inverno”!! Scherzo, scherzo. Siamo stati tutti ignoranti, poi un bel giorno è suonata la sveglia e speriamo di non addormentarci di nuovo...
Al rientro è bello che si rivive nella testa le immagini che scorrono, i suoni ascoltati: gli uccelli, il fruscìo del fogliame. Poi gli animali, le mucche quando mi fissano sembrano volermi dire tante cose. I cavalli uguale…quando poi dò un colpetto di clacson con “paperino”, si girano incuriositi e la scenetta fa troppo ridere. I cani si incavolano ancora di più.
Recentemente ho visto due film che mi hanno molto stimolato: “Un’impresa da Dio” e “Una scomoda verità”. Questi due film hanno in comune l’emergenza ambientale e cosa ognuno di noi può fare. Vedendo i contenuti speciali di “Un’impresa da Dio”, ci sono tante indicazioni pratiche e poi anche i racconti degli attori e del regista Tom Shadyac che appassionato di biciclette, ne ha regalato centinaia a tutti coloro che hanno lavorato al film.
Ugualmente nel film di Al Gore, nei titoli di coda, mentre si ascolta la bella canzone “I need to wake up”, ci sono dei validi suggerimenti di cui mi ha colpito un proverbio africano:” Quando preghi, muovi i piedi”.
Ecco come regalo di Natale, vi suggerisco questi due film o vedeteli se non l’avete ancora fatto. Però poi viviamo tutti il film della nostra vita; all’aperto in mezzo alla natura e in città muovendoci di più a piedi, in bici, mezzi pubblici, alla riscoperta dei luoghi storici, delle piazze, giardini, parchi ed anche i negozi del centro.
Buon Dicembre!

venerdì 14 novembre 2008

E se fosse tutto vero?

La storia dell’Arca di Noè è a dir poco incredibile. Ma chi ci crede!? E’ roba da bambini, un cartone animato, un film. Eppure ci sono studiosi che la stanno ancora cercando sul M. Ararat o giù di lì; talvolta viene utilizzata come figura degli “ultimi tempi” per “spaventare” un po’ la gente e chiamarla a ravvedimento. A me non piace l’idea di un Dio che come Creatore e Padre, è lì pronto a giudicare, condannare, insomma privare gli esseri umani della gioia di vivere e fare di tutto per renderli infelici, della serie “Ricordati che devi morire!!”. La storia di Noè è “un’impresa da Dio” e come nel film, fa riflettere quanto sia importante che non solo i politici cioè chi può decidere, sia sensibile all’ambiente, ma anche ognuno di noi. Essere come Noè, nelle buone pratiche quotidiane. Mi soffermo solo sull’aspetto ecologico, anche se la religione, fede, riguarda soprattutto l’aspetto morale, spirituale. Ognuno ha il suo credo, nel suo modo, ma almeno la sensibilità sui temi ambientali dovrebbe essere argomento caro a tutti, per vivere meglio noi e chi ci seguirà.
Leggendo la Bibbia e considerando i vari personaggi, mi sono semplicemente chiesto come mai Dio talvolta sceglie persone ed episodi “bizzarri”. Persone comunque coraggiose, noncuranti della sofferenza e incomprensione da patire. Assolutamente sicure della visione, progetto e determinate a portarli avanti nonostante ci sia chi non si avvede della stessa necessità.
Oggi si riportano dati allarmanti circa le emergenze climatiche, “la Terra in rosso”, malattie provocate dall’inquinamento, i costi elevati anche in termini di decessi per la congestione e l’insicurezza stradale. C’è la necessità di cambiare le città (architettura, ridisegnazione degli spazi, restauri, infrastrutture, servizi, ecc.), ma ancora più importante è che le persone cambino. C’è uno slogan “Cambia il mondo dal di dentro, comincia da te stesso”. E’ una parola! Già! Eppure dovrebbe essere più facile cominciare da quello che posso fare io nel mio piccolo. Non dico necessariamente salvare persone, animali e piante, ma almeno cercare di non causare danni, di limitarli. Come? Per es. preoccupandomi come spostarmi - non dare per scontato che debba farlo con un mezzo motorizzato; raccolta differenziata; risparmio energetico; più attenzione quando guido; rispetto per i miei simili e la natura. Non sarebbero questi dei piccoli/grandi passi verso un mondo migliore?
Ci sembra un’impresa impossibile? E se tutti questi “allarmi”, (anche quello della “sveglia Gen. 6:14” del film) fossero veri?

“Se qualche impresa ti riesce difficile da compiere, non pensare subito che essa sia impossibile per l’uomo; piuttosto, quanto è possibile e naturale per l’uomo, giudicalo ottenibile anche da te”
Luigi Einaudi
"e avverrà come ai tempi di Noè....e di nulla si avvide la gente"
Gesù - Mt. 24

lunedì 10 novembre 2008

Un'impresa da Dio.

Vi è mai successo di ascoltare, leggere, vedere, qualcosa che avete espresso anche voi, proprio con gli stessi termini o almeno concetti? A me succede da un po’: vedo la TV, ascolto la radio, o in giro i cartelloni pubblicitari, anche quando capita di ascoltare i ragionamenti di altre persone. Sembra che ci sia la stessa fonte di ispirazione che fa sintonizzare un gran numero di persone. Così si esclama: “Ma guarda un po’, sembra che mi abbiano letto. – Anch’io vivo le stesse cose - Ho usato le stesse parole, espressioni, battute. Non sai se tu hai copiato loro o viceversa, oppure solo una coincidenza. Si è sulla stessa lunghezza d’onda anche a migliaia di Km. di distanza e poi ti chiedi: “E’ solo una casualità che stia vedendo, sentendo quel programma, ecc. in quel preciso istante, giorno, ecc.?” Non sono né fatalista, né superstizioso, nè fanatico, però è davvero strano come accadano certe cose.
Qualche giorno fa ho acquistato il DVD “Un’impresa da Dio”, e oggi l’ho visto. Mi sono fatto un mucchio di risate, non solo per le scene, ma proprio perché ho scritto delle cose che venivano espresse nel film. E’ una commedia americana leggera, però parla dei temi di cui ho scritto nei post precedenti. Dio (M. Freeman) chiede ad un membro del congresso americano di costruire l’arca come quella di Noè. C’è un chiaro messaggio ecologista e poi le scene con gli animali, specie gli uccelli, sono divertenti ma fanno anche riflettere. La storia dell’arca di Noè viene usata soprattutto per i bambini, con figure di animali da colorare. Però è una di quelle storie bibliche che suscita una tale meraviglia se si crede che sia successa davvero. Ve lo immaginate Noè oggi? Un matto da legare. Uno che costruisce un transatlantico sulle montagne per salvare il pianeta. Uno che dice che diluvierà senza una nuvola in cielo e guarda e parla con gli uccelli del cielo, i fiori dei campi e li salvaguarda. Però anche Dio mica scherza; chiedere una cosa simile ad un uomo. Ma nella vita è così: chi ha dei buoni propositi, progetti, per sé e gli altri e vuole richiamare l’attenzione all’ambiente, talvolta viene preso per pazzo, sovversivo, uno da prendere a pernacchie. Però proprio i paesi più energivori, hanno bisogno urgentemente di dare ascolto a “profeti” ecologisti, forse un po’ pazzerelli agli occhi di chi pensa si debba essere “felici, vincenti, belli e potenti” in macchinone inquinanti come E. Baxter nel film, prima di diventare anch’egli Noè.

domenica 9 novembre 2008

Il Cantico delle Creature – S. Francesco d’Assisi

Parafrasi del "Cantico delle Creature"
Altissimo, Onnipotente Buon Signore, tue sono la lode, la gloria, l'onore ed ogni benedizione.
A te solo Altissimo, si addicono e nessun uomo è degno di menzionarti.
Lodato sii mio Signore, insieme a tutte le creature specialmente il fratello sole, il quale è la luce del giorno, e tu tramite esso ci illumini. Ed esso è bello e raggiante con un grande splendore: simboleggia Altissimo la tua importanza.
Lodato sii o mio Signore, per sorella luna e le stelle: in cielo le hai formate, chiare preziose e belle.
Lodato sii, mio Signore, per fratello vento, e per l'aria e per il cielo;
quello nuvoloso e quello sereno, ogni tempo tramite il quale alle creature dai sostentamento.
Lodato sii mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile e umile, preziosa e pura.
Lodato sii mio Signore, per fratello fuoco, attraverso il quale illumini la notte.
E' bello, giocondo, robusto e forte.
Lodato sii mio Signore, per nostra sorella madre terra, la quale ci dà nutrimento e ci mantiene: produce diversi frutti variopinti, con fiori ed erba.
Lodato sii mio Signore, per quelli che perdonano in nome del tuo amore,
e sopportano malattie e sofferenze.
Beati quelli che sopporteranno ciò serenamente, perchè saranno premiati.
Lodato sii mio Signore per la nostra morte corporale,
dalla quale nessun essere umano può scappare,
guai a quelli che morranno mentre sono in situazione di peccato mortale.
Beati quelli che la troveranno mentre stanno rispettando le tue volontà.
La seconda morte, non farà loro alcun male.
Lodate e benedite il mio Signore, ringraziatelo e servitelo con grande umiltà.

lunedì 3 novembre 2008

Lettera del Capo Indiano Seattle al presidente Usa Franklin Pierce

Le radici storiche della cultura ambientalista
Nel 1854 il "Grande Bianco" di Washington (il presidente degli Stati Uniti) si offri' di acquistare una parte del territorio indiano e promise di istituirvi una "riserva" per il popolo indiano. Ecco la risposta del "capo Seattle", considerata ancora oggi la piu' bella, la piu' profonda dichiarazione mai fatta sull'ambiente.
14 settembre 2003 - capo indiano Seattle
"Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? L'idea ci sembra strana. Se noi non possediamo la freschezza dell'aria, lo scintillio dell'acqua sotto il sole come e' che voi potete acquistarli? Ogni parco di questa terra e' sacro per il mio popolo. Ogni lucente ago di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lembo di bruma dei boschi ombrosi, ogni radura ogni ronzio di insetti e' sacro nel ricordo e nell'esperienza del mio popolo. La linfa che cola negli alberi porta con se' il ricordo dell'uomo rosso. Noi siamo una parte della terra, e la terra fa parte di noi. I fiori profumati sono i nostri fratelli, il cavallo, la grande aquila sono i nostri fratelli, la cresta rocciosa, il verde dei prati, il calore dei pony e l'uomo appartengono tutti alla stessa famiglia. Quest'acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi non e' solamente acqua, per noi e' qualcosa di immensamente significativo: e' il sangue dei nostri padri.
I fiumi sono nostri fratelli, ci dissetano quando abbiamo sete. I fiumi sostengono le nostre canoe, sfamano i nostri figli. Se vi vendiamo le nostre terre, voi dovrete ricordarvi, e insegnarlo ai vostri figli, che i fiumi sono i nostri e i vostri fratelli e dovrete dimostrare ai fiumi lo stesso affetto che dimostrerete ad un fratello. Sappiamo che l'uomo bianco non comprende i nostri costumi. Per lui una parte di terra e' uguale all'altra, perche' e' come uno straniero che arriva di notte e alloggia nel posto che piu' gli conviene. La terra non e' suo fratello, anzi e' suo nemico e quando l'ha conquistata va oltre, piu' lontano.
Tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo, come se fossero semplicemente delle cose da acquistare, prendere e vendere come si fa con i montoni o con le pietre preziose. Il suo appetito divorera' tutta la terra e a lui non restera' che il deserto.
Non esiste un posto accessibile nelle citta' dell'uomo bianco. Non esiste un posto per vedere le foglie e i fiori sbocciare in primavera, o ascoltare il fruscio delle ali di un insetto. Ma forse e' perche' io sono un selvaggio e non posso capire. Il baccano sembra insultare le orecchie. E quale interesse puo' avere l'uomo a vivere senza ascoltare il rumore delle capre che succhiano l'erba o il chiacchierio delle rane, la notte, attorno ad uno stagno?
Io sono un uomo rosso e non capisco. L'indiano preferisce il dolce suono del vento che slanciandosi come una freccia accarezza la faccia dello stagno, e preferisce l'odore del vento bagnato dalla pioggia mattutina, o profumato del pino pieno di pigne. L'aria e' preziosa per l'uomo rosso, giacche' tutte le cose respirano con la stessa aria: le bestie, gli alberi, gli uomini tutti respirano la stessa aria. L'uomo bianco non sembra far caso all'aria che respira. Come un uomo che impiega parecchi giorni a morire resta insensibile alle punture. Ma se noi vendiamo le nostre terre, voi dovrete ricordare che l'aria per noi e' preziosa, che l'aria divide il suo spirito con tutti quelli che fa vivere.
Il vento che ha dato il primo alito al Nostro Grande Padre e' lo stesso che ha raccolto il suo ultimo respiro. E se noi vi vendiamo le nostre terre voi dovrete guardarle in modo diverso, tenerle per sacre e considerarle un posto in cui anche l'uomo bianco possa andare a gustare il vento reso dolce dai fiori del prato. Considereremo l'offerta di acquistare le nostre terre.
Ma se decidiamo di accettare la proposta io porro' una condizione: l'uomo bianco dovra' rispettare le bestie che vivono su questa terra come se fossero suoi fratelli. Che cos'e' l'uomo senza le bestie?
Se tutte le bestie sparissero, l'uomo morirebbe di una grande solitudine nello spirito. Poiche' cio' che accade alle bestie prima o poi accade anche all' uomo. Tutte le cose sono legate tra loro. Dovrete insegnare ai vostri figli che il suolo che essi calpestano e' fatto dalle ceneri dei nostri padri.
Affinche' i vostri figli rispettino questa terra, dite loro che essa e' arricchita dalle vite della nostra gente. Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri: la terra e' la madre di tutti noi. Tutto cio' che di buono arriva dalla terra arriva anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi. Noi almeno sappiamo questo: la terra non appartiene all'uomo, bensi' e' l'uomo che appartiene alla terra. Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose sono legate fra loro come il sangue che unisce i membri della stessa famiglia. Tutte le cose sono legate fra loro. Tutto cio' che si fa per la terra lo si fa per i suoi figli. Non e' l'uomo che ha tessuto le trame della vita: egli ne e' soltanto un filo. Tutto cio' che egli fa alla trama lo fa a se stesso. C'e' una cosa che noi sappiamo e che forse l'uomo bianco scoprira' presto: il nostro Dio e' lo stesso vostro Dio. Voi forse pensate che adesso lo possedete come volete possedere le nostre terre ma non lo potete. Egli e' il Dio dell'uomo e la sua pieta' e' uguale per tutti: tanto per l'uomo bianco quanto per l'uomo rosso. Questa terra per lui e' preziosa. Dov'e' finito il bosco? E' scomparso. Dov'e' finita l'aquila? E' scomparsa. E' la fine della vita e l'inizio della sopravvivenza".
Ringrazio il WWf di Gioia del Colle - Santeramo - Acquaviva per avermi segnalato questa lettera.

sabato 1 novembre 2008

Noi santi subito!!

Riguardo il discorso del “dominio” dell’uomo sulla natura, cerco di essere un po’ provocatorio. Mi piace riflettere su ciò che si dà per scontato o a cui non ci si fa più caso. Insomma ben venga tutto quello che può far suonare la sveglia alle nostre belle coscienze addormentate nel bosco.
Oggi è “Ognissanti” e vorrei condividere il mio pensiero legato agli scritti “In principio” e “l’uomo domini”. Ho letto un po’ la Bibbia e non posso non tener presente nel mio vivere e pensare quotidiano, del pensiero cristiano che mi dà cmq delle indicazioni anche se ciò non significa che mi ritengo un esempio. Mi pongo come un uomo qualunque della strada di fronte alle Sacre Scritture, e rifletto anche su come viene vissuto il credo religioso cristiano dalla maggior parte delle persone di ogni confessione. E’ ovvio che poi non c’è solo la visione biblica/cristiana. Ora il fatto che abbia detto che l’uomo è custode, signore, sulla natura è quello che io interpreto leggendo l’inizio della Genesi. Chi ci crede dovrebbe riconoscere la propria responsabilità verso il Creato, ma di cui lui è un filo e non il tessitore della trama come sottolineato dal Capo Indiano Seattle e dagli ambientalisti. A meno che non s’interpreti che dominare significa usare, abusare, distruggere (ed è ciò che la maggior parte degli umani sembri aver recepito). Ora la provocazione è proprio verso chi si dice credente ed anche nei Santi, tra i quali spiccano proprio quelli che hanno avuto un rispetto particolare della natura tanto da parlarci (uno su tutti S. Francesco d’Assisi). Mi chiedo se non sia il caso di ritrovare la coscienza di essere dei santi attuali; quelli capaci ancora di guardare gli uccelli del cielo e i gigli dei campi come dice Gesù. Perciò chiunque, sia singolo che membro di ass. ambientaliste come noi, si adoperi per la salvaguardia del pianeta (e non vivendo la fede solo in funzione di una speranza della vita eterna nell’aldilà, atteggiamento questo il più delle volte, staccato dalla responsabilità attuale e quindi egoistico), può essere un santo. Non si tratta di pratiche strettamente religiose, ma del vivere quotidiano in mezzo agli altri, alla flora e fauna. Preoccupandosi della raccolta differenziata, risparmio energetico, emergenze climatiche, mobilità sostenibile, protezione animali, ecc. Io credo in questo tipo di santi, che non saranno ineccepibili, non faranno miracoli eclatanti, ma insomma la società civile può sicuramente tenere in alta stima. Certo poi il msg cristiano si occupa della salvezza dell’anima, di recuperare le persone e i rapporti tra loro, dell’amore che soccorre i deboli, bisognosi, ecc. Ma penso ai santi anche come quelli che si adoperano per rendere l’ambiente un luogo più sano, pulito e lasciarlo così ai successori. Quindi in un senso non propriamente religioso, ma forse molto di più, faccio i miei auguri a tutti coloro che vogliono bene alla natura.
Ciao,
Nunzio.

01 novembre 2008

L'uomo domini.

Può essere un’indicazione generale: quando si vuole cercare il senso delle cose, ciò che è vero, educativo, istruttivo, bisogna tornare al principio, alle cose com’erano dall’inizio. Quindi a ciò che è scritto che sia: un testo sacro, il codice civile e stradale, la costituzione, ecc. Anche nella nostra vita quando ricordiamo la prima volta delle nostre esperienze: entusiasmo, emozioni, e tanti altri sentimenti nobili. Insomma tornare al principio per ritrovare “la retta via”, sé stessi e il mondo attorno nella giusta dimensione. In principio…
Tranquilli!... Non c’è da strappare nessuna prima pagina “genetica” biblica. Ma in quella c’è un’affermazione su cui vorrei riflettere: L’uomo domini…
Significa forse che l’uomo è dio e che signoreggia, assoggetta, comanda, sovrasta su tutto il creato? In un certo senso sì, significa questo. Ma in che modo? Non voglio avventurarmi in disquisizioni teologiche e lo lascio fare a persone più competenti e autorevoli. Voglio solo riflettere: l’uomo come un dio o come Dio? L’essere umano che ha caratteristiche e autorità superiori agli altri esseri, come deve esercitare questo dominio? Deve abusare, sprecare, sporcare, inquinare, prevaricare, distruggere, uccidere gratuitamente? Oppure il contrario? Essere un custode, amministratore …delegato dal Creatore stesso, e al quale poi si dovrà rendere conto? Voi che dite?
In tutti noi c’è la consapevolezza dell’eternità: non può finire tutto con la morte fisica. Si crede e si spera al Paradiso, al Cielo che certamente è perfetto e non come il mondo attuale che sembra andare inesorabilmente verso la fine. Quindi molti concludono: se questo mondo è uno schifo e sarà distrutto, che senso ha proteggerlo, salvarlo, fare tutte quelle azioni di salvaguardia umane ed ambientali, ecc.? Beh, perlomeno dovremmo pensare a quelli dopo di noi. Ma molti se ne strafregano o pur sapendo cosa possono fare, sono superficiali. Quindi con la mentalità della serie life is now!, usa e getta!, tutto e subito!, con manie di onnipotenza, come Attila, dove passano non cresce più l’erba. Però in Cielo eccome se ci vogliono andare!!
Questo tipo di “dominatore” corrisponde alla maggioranza della specie umana: amante dei soldi, motorizzato, consumista, fanatico per sport, religione, politica, ecc. pronto a distruggere e uccidere anche i suoi simili. Per propri interessi annienta popoli, flora e fauna. La maggior parte si dice rigorosamente credente, invece ha uno stile di vita distante dal carattere del Creatore. Così, parlo in generale, mi ci metto in mezzo anch’io. Come creature speciali nella creazione, dovremmo riflettere l’immagine e somiglianza del Creatore e non di idoli (ognuno ha i suoi, ma pallone e motori ormai sono quelli universali). Che tipo di “dominus” voglio essere? Dominatore distruttore o costruttore? Quando cammino, corro a piedi, vado in bici, nuoto, uso mezzi quali treno, bus o l’auto in modo responsabile, mi sento di dominare il territorio, di conoscerlo e apprezzarlo, lo sento mio, parte di me, come lo trovo lo lascio e lo faccio trovare agli altri, lo rispetto. In principio… credo si intendesse proprio questo. Cari amici ciclo ambientalisti, credo che possiamo dimostrare di essere i veri “dominatori, custodi” di questo mondo. Poi nell’aldilà sicuramente l’unico mezzo ammesso sarà la bicicletta a “ped-Ali”, per cui noi siam sempre pronti e allenati ad essere accolti senza vergogna da Chi ci attende…sicuramente in bici anch’Egli.

Nunzio Natuzzi

6 settembre 2008

In principio...

Il Gran Consiglio dei Capi Religiosi Biblici ha approvato all'unanimità le seguenti modifiche della Genesi. Si prega pertanto ad ognuno di spolverare le proprie Bibbie, strappare la 1^ pagina ed attaccare la seguente:
“In principio Iddio creò il Cielo e la Terra. La Terra era a forma di Pallone di Cuoio!... E Dio disse: "Sia l’Automobile!" e l’Automobile fu... E poi creò la Natura... E poi disse:
"Facciamo l’Uomo a immagine e somiglianza del Pallone e dell’Automobile! E dòmini sulla Natura che nel frattempo diventerà un circuito universale di Formula Uno seminando vittime tra uomini, animali e piante fino ad arrivare all’ultimo "stadio" .
Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa... "NON" molto buona.
Infatti, il settimo giorno invece di riposarsi, gli toccò riparare tutti i danni che l’uomo cominciò a creare!!

Un mio amico mi ha detto: “Senti, ma non è che con la bici hai trovato due ruote, ma hai perso una rotella!?”
Ah sì!?...
E se “impazzisco” per il calcio e la formula uno? Vado a giocare a calcetto tutti i fine settimana o alle scommesse; vado allo stadio magari come ultrà armato fino ai denti pronto a fare la guerra alle forze dell’ordine e agli ultrà avversari trascurando tra l’altro la famiglia!? Vado a correre con l’auto e la moto che sono uno "schianto" e prima o poi farò "schiantare dal ...pianto" qualcuno!!...
Passo tutto il mio tempo libero nei centri commerciali a consumare e farmi consumare lo stipendio; oppure la domenica a pranzo invece che parlare a TV spenta o meglio invece che uscire per una scampagnata magari con la bici e fare colazione presso una masseria o al sacco in mezzo al prato, a guardare i gigli dei campi e gli uccelli del cielo, preferisco sempre starmene rintanato in casa e sorbirmi, assorbire e farmi raccontare il mondo da pseudo opinionisti in TV come se fossi una discarica di rifiuti tossici o come se la mia vita dipendesse da un goal o dalla vittoria della Ferrari!!!???

E' questo il “principio” della normalità?

Nunzio Natuzzi

Bari, 26 agosto 2008