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martedì 16 dicembre 2008

La "due ruote" a Bari ha la sua vera storia.

Qualche giorno fa da un meccanico di bici ho conosciuto il Sig. Mario, storico meccanico di bici a Bari. Ne avevo sentito parlare perché in famiglia è conosciuto. Così gli ho chiesto chi sono stati i primi produttori/rivenditori di bici a Bari. Quindi mi ha elencato: De Trizio, De Fano, Di Gregorio, Cascella, De Marzo, Mannarini, e non so se ce ne sono altri. Raccontava che poi andava in Calabria a consegnare le bici. Altri tempi che forse noi per poter capire, potremmo vedere per es. il film “Ladri di biciclette” di De Sica. Che strano! Chi non aveva la bici non poteva lavorare. Oggi si crede che senz’auto non si vive. Però chissà forse un po’ si sta tornando a quei tempi e chi lavora nei centri città, sta cominciando a considerare di più la bici.
Comunque è interessante raccogliere queste testimonianze e stimare quanti ancora oggi, da una loro passione per la bici, continuano e non senza difficoltà, ad avere un’attività che sia un negozio o un’officina. Col Sig. Mario si ricordava il compianto Sig. Ciccillo Viterbo che aveva un noleggio di bici. Io ho un bel ricordo personale di quest’uomo settantenne arzillo come pochi andando in bici e facendo le scale. Raccontava (come farebbero tutti i nostri nonni) di come ci si muoveva a piedi e in bici per lunghi percorsi.
Oggi c’è il Sig. Tommaso a cui porto la mia bici ed è bello vedere le coppe in bella mostra e sapere che esce in bici la domenica. Ecco, non sarebbe male se si tenesse memoria anche con delle fotografie, di fatti e persone che hanno rappresentato la storia della bicicletta nelle nostre città. Non solo campioni sportivi o produttori storici, ma anche i meccanici di quartiere così preziosi, specie se ci sono sempre più persone che vanno in bici. Credo che rappresentino un patrimonio importante per la società che si “rinnova energeticamente” riscoprendo la bici.

sabato 13 dicembre 2008

Storia delle “due Ruote” di Bari

Nel 1871 era già possibile giocare con una cadenza settimanale su 7 ruote, quelle di Firenze, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia.
Le due “Ruote di Bari” nascevano poco dopo, il 2 maggio 1874. Da allora le estrazioni si sono susseguite senza interruzioni, neppure in occasione della seconda guerra mondiale.
Le due ruote pugliesi sembrano avere "un debole" per i numeri ritardatari. Tra il 1956 e il 1960 il numero "55" (tubo orizzontale), non uscì per 197 estrazioni consecutive, un vero record, superato in seguito dai 202 ritardi del famoso "8" (due ruote “verticali”) sulla ruota di Roma.
Un'altra emozionante "caccia al ritardatario" si verificò nel 2000, quando il "31" (fine del mese), estratto finalmente il 19 Aprile dello stesso anno, regalò vincite per oltre mille miliardi delle vecchie lire a tutti i possessori delle due ruote baresi.
Questi non accusarono alcun danno dal cambio lira/euro e da qualsiasi governo alternatosi da allora ad oggi. Grazie al loro “estro” messo in “azione” (“estrazione” appunto), la città si è sempre più arricchita e sta riducendo notevolmente il ritardo di buoni numeri, tanto da farla concorrere con le principali città italiane, alla vincita del primo premio, potendo contare su combinazioni vincenti studiate da ingegnosi sistemisti.
Tratto da “CicLottomatica – vincere non è solo questione di natica.”
N. Natuzzi

venerdì 12 dicembre 2008

Ti piace vincere facile? Gira due ruote…sulla "Ruota di Bari".


“Ti piace vincere facile? Bom xibom xibom bom bom…Vinci spesso, vinci adesso.”
Spot TV ed anche negli schermi delle stazioni ferroviarie con la musichetta che si ficca nel cervello. La fortuna ci stuzzica sempre. Essa ci tenta e noi la tentiamo. Vincere facile è un sogno nel cassetto della maggior parte di noi. Ritrovarsi arci milionari dalla sera alla mattina, magari vincere anche solo qualche migliaia di euro, per comprarsi una casa, togliersi un po’ di debiti, un’auto nuova, un viaggio; tutte cose assolutamente legittime. Poi i programmi tv con quiz, pacchi e contro pacchi, lotterie, ecc. Ci si immedesima nei concorrenti - indovinando da casa saremmo tutti milionari. Poi si dice: “La fortuna è una ruota che gira” potrebbe fermarsi su di me. Perché non cercare un aiutino dall’Alto?
E allora mo te lo do io!! Non so se è dall’Alto, ma sicuramente è “Terra, Terra”.
La mia riflessione è appunto sulle ruote che girano, però ovviamente penso alla bici. Riguardo il gioco, le scommesse, credo che l’esagerazione sia uno dei mali che affliggono la nostra società e talvolta coinvolge a spirale, persone non proprio benestanti. Se invece (specie quest’ultime) cercassero di risparmiare anche un euro al giorno, credo che la fortuna piuttosto che tentarla, la accumulerebbero! Tutti sappiamo molto bene quanto l’auto assorba gran parte delle nostre entrate finanziarie. Riducendo l’utilizzo avendo sempre più delle valide alternative (a piedi, bici, bus, treno, metro, car sharing-pooling), davvero si risparmiano un bel po’ di soldini. E’ così facile! Non ti piace vincere facile così? Vinci “sempre”, vinci adesso. Bom xibom, xibom bom bom!
E vai!... in bici…canta con me:

Gira due ruote, yeah yeah
Gira due ruote, yeah yeah
La fortuna puoi trovare anche tu!

Gira due ruote, yeah yeah
Gira due ruote, yeah yeah
E se vinci ti diverti di più!

Nunzio Natuzzi

"Ruota di Bari", 22 novembre 2008

venerdì 5 dicembre 2008

La Pietra “Ciclosofale” - Il Trullo

Il Trullo - La Pietra Ciclosofale
La Pietra Ciclosofale (in latino lapis cyclussophorum) è, per eccellenza, la sostanza mitologica simbolo dell'alchimia.
La Pietra Ciclosofale sarebbe dotata di tre proprietà straordinarie:
1. fornire un elisir di lunga vita in grado di conferire l'immortalità e di dare la panacea universale per qualsiasi malattia;
2. far acquisire l'"onniscienza" ovvero la conoscenza assoluta del passato e del futuro, del bene e del male (cosa che spiegherebbe anche l'attributo di "ciclosofale");
3. la possibilità infine di trasmutare in BICI D’ORO i mezzi motorizzati fatti di metalli “vili” (proprietà che ha colpito maggiormente l'avidità popolare).
STORIA:
Il concetto ha apparentemente avuto origine dalle teorie dell'alchimista musulmano Geber (Giabir ibn Hayyan). Egli analizzò ciascuno dei quattro elementi aristotelici (fuoco, acqua, terra, aria) nei termini delle quattro qualità di base: caldo, freddo, secco e umido. In questo modo, il fuoco era caldo e secco, la terra fredda e secca, l'acqua fredda e umida, e l'aria calda e umida. Teorizzò inoltre che ogni metallo fosse una combinazione di questi quattro principi, due di questi interiori e due esteriori.
La credenza nel "triplo potere" della Pietra Ciclosofale avrebbe radici profonde; la Bici d’Oro, essendo considerata "immortale", capire come produrla a partire da auto/moto metalliche “vili”, significa comprendere come rendere immortale un corpo mortale. L'oro inoltre è simile alla luce che è simile allo spirito. Trasformare tutti i metalli in oro significa quindi trasformare la materialità in spirito.
Per secoli e secoli alchimisti e scienziati hanno rivolto tutti i loro sforzi alla ricerca della pietra, specialmente durante il Rinascimento.
Nonostante l'enorme potere di “arricchimento” che la pietra conferisce ai Bici-alchimisti, costoro tuttavia sono tenuti ad usarla per scopi strettamente umanitari, dovendo essi sviluppare un senso morale parallelo all'elaborazione della pietra e che costituisce anzi una condicio sine qua non per la riuscita finale del loro operare.
Per ottenere la Pietra Ciclosofale pare si debba adoperare un forno speciale denominato athanor (dall'arabo al-tannūr, "forno"), ancora in uso negli antichi panifici paesani, la cui visita è d'obbligo.
La Pietra Ciclosofale non era tuttavia l'oggetto di semplici leggende, di visioni utopiche, o di desideri avidi: la Bici d’Oro infatti era ricercata soprattutto per essere utilizzata come catalizzatore nelle reazioni chimiche (per portare a termine le trasformazioni), ed è da sempre apprezzata come l'unico mezzo metallico conosciuto in grado di restare inalterabile nel tempo.
Tratto da "Bikipedia" - la "Ciclo-Pedia" libera.
N. Natuzzi

sabato 22 novembre 2008

A novembre…

In tanti anni non avevo mai notato la natura intorno: un singolo fiorellino, una foglia, un albero, le pietre. Ho scattato delle foto anche ravvicinate; non sono molto bravo ma da un po’ ho desiderio di mettere in risalto e memorizzare i soggetti che di solito consideriamo insignificanti, come appunto dei semplici fiorellini. Questi sono sempre nati e cresciuti in tutte le stagioni, però io me ne sto accorgendo della loro esistenza e significato solo oggi. “Osservate come crescono i fiori dei campi…”, è una Parola che fa pensare non solo per avere fede (come nel contesto del discorso di Gesù), ma anche per meravigliarsi di fronte a tanta bellezza creata dal nostro Artista Creatore. La natura ci parla, ci riconcilia con noi stessi e gli altri. Tutti dovrebbero ritagliarsi anche solo un’oretta al giorno per fare una passeggiata a piedi o in bici, ed “espatriare” come diciamo noi, staccare la spina, fare silenzio ed ascoltare i suoni naturali e fotografare anche solo con gli occhi. Penso ai miei bici-giretti, i miei duathlon, partecipando a delle gare di podismo. Nel mese scorso sono stato a Gravina, Altamura, Santeramo, Sannicandro, Acquaviva, Gioia del Colle. Poi Noci, Alberobello. I colori della terra, degli alberi, dei fiori, assolutamente meravigliosi. Abbiamo avuto delle giornate soleggiate fantastiche. I colori dell’autunno: l’ho letto anche nell’ultima pagina della guida turistica Flashtour che riporta anche lo slogan “Puglia, dove la natura è colore”. E’ vero! Anche andando in treno o col Bus FSE, la campagna è uno spettacolo di colori di alberi, vigneti - le foglie che da verdi, diventano gialle, arancioni, rosse, come bandierine al vento. I prati verdi. Anche in periferia della città mi sono soffermato sui fiori uguali a quelli che ho trovato anche in campagna sulle murge.
Ai bordi delle strade sempre un po' di rifiuti attorno, molte volte gettati dai finestrini delle auto. E già! Molti automobilisti inquinano anche così! Gli auguro per i prossimi mesi di andare all’”inverno”!! Scherzo, scherzo. Siamo stati tutti ignoranti, poi un bel giorno è suonata la sveglia e speriamo di non addormentarci di nuovo...
Al rientro è bello che si rivive nella testa le immagini che scorrono, i suoni ascoltati: gli uccelli, il fruscìo del fogliame. Poi gli animali, le mucche quando mi fissano sembrano volermi dire tante cose. I cavalli uguale…quando poi dò un colpetto di clacson con “paperino”, si girano incuriositi e la scenetta fa troppo ridere. I cani si incavolano ancora di più.
Recentemente ho visto due film che mi hanno molto stimolato: “Un’impresa da Dio” e “Una scomoda verità”. Questi due film hanno in comune l’emergenza ambientale e cosa ognuno di noi può fare. Vedendo i contenuti speciali di “Un’impresa da Dio”, ci sono tante indicazioni pratiche e poi anche i racconti degli attori e del regista Tom Shadyac che appassionato di biciclette, ne ha regalato centinaia a tutti coloro che hanno lavorato al film.
Ugualmente nel film di Al Gore, nei titoli di coda, mentre si ascolta la bella canzone “I need to wake up”, ci sono dei validi suggerimenti di cui mi ha colpito un proverbio africano:” Quando preghi, muovi i piedi”.
Ecco come regalo di Natale, vi suggerisco questi due film o vedeteli se non l’avete ancora fatto. Però poi viviamo tutti il film della nostra vita; all’aperto in mezzo alla natura e in città muovendoci di più a piedi, in bici, mezzi pubblici, alla riscoperta dei luoghi storici, delle piazze, giardini, parchi ed anche i negozi del centro.
Buon Dicembre!

venerdì 14 novembre 2008

E se fosse tutto vero?

La storia dell’Arca di Noè è a dir poco incredibile. Ma chi ci crede!? E’ roba da bambini, un cartone animato, un film. Eppure ci sono studiosi che la stanno ancora cercando sul M. Ararat o giù di lì; talvolta viene utilizzata come figura degli “ultimi tempi” per “spaventare” un po’ la gente e chiamarla a ravvedimento. A me non piace l’idea di un Dio che come Creatore e Padre, è lì pronto a giudicare, condannare, insomma privare gli esseri umani della gioia di vivere e fare di tutto per renderli infelici, della serie “Ricordati che devi morire!!”. La storia di Noè è “un’impresa da Dio” e come nel film, fa riflettere quanto sia importante che non solo i politici cioè chi può decidere, sia sensibile all’ambiente, ma anche ognuno di noi. Essere come Noè, nelle buone pratiche quotidiane. Mi soffermo solo sull’aspetto ecologico, anche se la religione, fede, riguarda soprattutto l’aspetto morale, spirituale. Ognuno ha il suo credo, nel suo modo, ma almeno la sensibilità sui temi ambientali dovrebbe essere argomento caro a tutti, per vivere meglio noi e chi ci seguirà.
Leggendo la Bibbia e considerando i vari personaggi, mi sono semplicemente chiesto come mai Dio talvolta sceglie persone ed episodi “bizzarri”. Persone comunque coraggiose, noncuranti della sofferenza e incomprensione da patire. Assolutamente sicure della visione, progetto e determinate a portarli avanti nonostante ci sia chi non si avvede della stessa necessità.
Oggi si riportano dati allarmanti circa le emergenze climatiche, “la Terra in rosso”, malattie provocate dall’inquinamento, i costi elevati anche in termini di decessi per la congestione e l’insicurezza stradale. C’è la necessità di cambiare le città (architettura, ridisegnazione degli spazi, restauri, infrastrutture, servizi, ecc.), ma ancora più importante è che le persone cambino. C’è uno slogan “Cambia il mondo dal di dentro, comincia da te stesso”. E’ una parola! Già! Eppure dovrebbe essere più facile cominciare da quello che posso fare io nel mio piccolo. Non dico necessariamente salvare persone, animali e piante, ma almeno cercare di non causare danni, di limitarli. Come? Per es. preoccupandomi come spostarmi - non dare per scontato che debba farlo con un mezzo motorizzato; raccolta differenziata; risparmio energetico; più attenzione quando guido; rispetto per i miei simili e la natura. Non sarebbero questi dei piccoli/grandi passi verso un mondo migliore?
Ci sembra un’impresa impossibile? E se tutti questi “allarmi”, (anche quello della “sveglia Gen. 6:14” del film) fossero veri?

“Se qualche impresa ti riesce difficile da compiere, non pensare subito che essa sia impossibile per l’uomo; piuttosto, quanto è possibile e naturale per l’uomo, giudicalo ottenibile anche da te”
Luigi Einaudi
"e avverrà come ai tempi di Noè....e di nulla si avvide la gente"
Gesù - Mt. 24

lunedì 10 novembre 2008

Un'impresa da Dio.

Vi è mai successo di ascoltare, leggere, vedere, qualcosa che avete espresso anche voi, proprio con gli stessi termini o almeno concetti? A me succede da un po’: vedo la TV, ascolto la radio, o in giro i cartelloni pubblicitari, anche quando capita di ascoltare i ragionamenti di altre persone. Sembra che ci sia la stessa fonte di ispirazione che fa sintonizzare un gran numero di persone. Così si esclama: “Ma guarda un po’, sembra che mi abbiano letto. – Anch’io vivo le stesse cose - Ho usato le stesse parole, espressioni, battute. Non sai se tu hai copiato loro o viceversa, oppure solo una coincidenza. Si è sulla stessa lunghezza d’onda anche a migliaia di Km. di distanza e poi ti chiedi: “E’ solo una casualità che stia vedendo, sentendo quel programma, ecc. in quel preciso istante, giorno, ecc.?” Non sono né fatalista, né superstizioso, nè fanatico, però è davvero strano come accadano certe cose.
Qualche giorno fa ho acquistato il DVD “Un’impresa da Dio”, e oggi l’ho visto. Mi sono fatto un mucchio di risate, non solo per le scene, ma proprio perché ho scritto delle cose che venivano espresse nel film. E’ una commedia americana leggera, però parla dei temi di cui ho scritto nei post precedenti. Dio (M. Freeman) chiede ad un membro del congresso americano di costruire l’arca come quella di Noè. C’è un chiaro messaggio ecologista e poi le scene con gli animali, specie gli uccelli, sono divertenti ma fanno anche riflettere. La storia dell’arca di Noè viene usata soprattutto per i bambini, con figure di animali da colorare. Però è una di quelle storie bibliche che suscita una tale meraviglia se si crede che sia successa davvero. Ve lo immaginate Noè oggi? Un matto da legare. Uno che costruisce un transatlantico sulle montagne per salvare il pianeta. Uno che dice che diluvierà senza una nuvola in cielo e guarda e parla con gli uccelli del cielo, i fiori dei campi e li salvaguarda. Però anche Dio mica scherza; chiedere una cosa simile ad un uomo. Ma nella vita è così: chi ha dei buoni propositi, progetti, per sé e gli altri e vuole richiamare l’attenzione all’ambiente, talvolta viene preso per pazzo, sovversivo, uno da prendere a pernacchie. Però proprio i paesi più energivori, hanno bisogno urgentemente di dare ascolto a “profeti” ecologisti, forse un po’ pazzerelli agli occhi di chi pensa si debba essere “felici, vincenti, belli e potenti” in macchinone inquinanti come E. Baxter nel film, prima di diventare anch’egli Noè.

domenica 9 novembre 2008

Il Cantico delle Creature – S. Francesco d’Assisi

Parafrasi del "Cantico delle Creature"
Altissimo, Onnipotente Buon Signore, tue sono la lode, la gloria, l'onore ed ogni benedizione.
A te solo Altissimo, si addicono e nessun uomo è degno di menzionarti.
Lodato sii mio Signore, insieme a tutte le creature specialmente il fratello sole, il quale è la luce del giorno, e tu tramite esso ci illumini. Ed esso è bello e raggiante con un grande splendore: simboleggia Altissimo la tua importanza.
Lodato sii o mio Signore, per sorella luna e le stelle: in cielo le hai formate, chiare preziose e belle.
Lodato sii, mio Signore, per fratello vento, e per l'aria e per il cielo;
quello nuvoloso e quello sereno, ogni tempo tramite il quale alle creature dai sostentamento.
Lodato sii mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile e umile, preziosa e pura.
Lodato sii mio Signore, per fratello fuoco, attraverso il quale illumini la notte.
E' bello, giocondo, robusto e forte.
Lodato sii mio Signore, per nostra sorella madre terra, la quale ci dà nutrimento e ci mantiene: produce diversi frutti variopinti, con fiori ed erba.
Lodato sii mio Signore, per quelli che perdonano in nome del tuo amore,
e sopportano malattie e sofferenze.
Beati quelli che sopporteranno ciò serenamente, perchè saranno premiati.
Lodato sii mio Signore per la nostra morte corporale,
dalla quale nessun essere umano può scappare,
guai a quelli che morranno mentre sono in situazione di peccato mortale.
Beati quelli che la troveranno mentre stanno rispettando le tue volontà.
La seconda morte, non farà loro alcun male.
Lodate e benedite il mio Signore, ringraziatelo e servitelo con grande umiltà.

lunedì 3 novembre 2008

Lettera del Capo Indiano Seattle al presidente Usa Franklin Pierce

Le radici storiche della cultura ambientalista
Nel 1854 il "Grande Bianco" di Washington (il presidente degli Stati Uniti) si offri' di acquistare una parte del territorio indiano e promise di istituirvi una "riserva" per il popolo indiano. Ecco la risposta del "capo Seattle", considerata ancora oggi la piu' bella, la piu' profonda dichiarazione mai fatta sull'ambiente.
14 settembre 2003 - capo indiano Seattle
"Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? L'idea ci sembra strana. Se noi non possediamo la freschezza dell'aria, lo scintillio dell'acqua sotto il sole come e' che voi potete acquistarli? Ogni parco di questa terra e' sacro per il mio popolo. Ogni lucente ago di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lembo di bruma dei boschi ombrosi, ogni radura ogni ronzio di insetti e' sacro nel ricordo e nell'esperienza del mio popolo. La linfa che cola negli alberi porta con se' il ricordo dell'uomo rosso. Noi siamo una parte della terra, e la terra fa parte di noi. I fiori profumati sono i nostri fratelli, il cavallo, la grande aquila sono i nostri fratelli, la cresta rocciosa, il verde dei prati, il calore dei pony e l'uomo appartengono tutti alla stessa famiglia. Quest'acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi non e' solamente acqua, per noi e' qualcosa di immensamente significativo: e' il sangue dei nostri padri.
I fiumi sono nostri fratelli, ci dissetano quando abbiamo sete. I fiumi sostengono le nostre canoe, sfamano i nostri figli. Se vi vendiamo le nostre terre, voi dovrete ricordarvi, e insegnarlo ai vostri figli, che i fiumi sono i nostri e i vostri fratelli e dovrete dimostrare ai fiumi lo stesso affetto che dimostrerete ad un fratello. Sappiamo che l'uomo bianco non comprende i nostri costumi. Per lui una parte di terra e' uguale all'altra, perche' e' come uno straniero che arriva di notte e alloggia nel posto che piu' gli conviene. La terra non e' suo fratello, anzi e' suo nemico e quando l'ha conquistata va oltre, piu' lontano.
Tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo, come se fossero semplicemente delle cose da acquistare, prendere e vendere come si fa con i montoni o con le pietre preziose. Il suo appetito divorera' tutta la terra e a lui non restera' che il deserto.
Non esiste un posto accessibile nelle citta' dell'uomo bianco. Non esiste un posto per vedere le foglie e i fiori sbocciare in primavera, o ascoltare il fruscio delle ali di un insetto. Ma forse e' perche' io sono un selvaggio e non posso capire. Il baccano sembra insultare le orecchie. E quale interesse puo' avere l'uomo a vivere senza ascoltare il rumore delle capre che succhiano l'erba o il chiacchierio delle rane, la notte, attorno ad uno stagno?
Io sono un uomo rosso e non capisco. L'indiano preferisce il dolce suono del vento che slanciandosi come una freccia accarezza la faccia dello stagno, e preferisce l'odore del vento bagnato dalla pioggia mattutina, o profumato del pino pieno di pigne. L'aria e' preziosa per l'uomo rosso, giacche' tutte le cose respirano con la stessa aria: le bestie, gli alberi, gli uomini tutti respirano la stessa aria. L'uomo bianco non sembra far caso all'aria che respira. Come un uomo che impiega parecchi giorni a morire resta insensibile alle punture. Ma se noi vendiamo le nostre terre, voi dovrete ricordare che l'aria per noi e' preziosa, che l'aria divide il suo spirito con tutti quelli che fa vivere.
Il vento che ha dato il primo alito al Nostro Grande Padre e' lo stesso che ha raccolto il suo ultimo respiro. E se noi vi vendiamo le nostre terre voi dovrete guardarle in modo diverso, tenerle per sacre e considerarle un posto in cui anche l'uomo bianco possa andare a gustare il vento reso dolce dai fiori del prato. Considereremo l'offerta di acquistare le nostre terre.
Ma se decidiamo di accettare la proposta io porro' una condizione: l'uomo bianco dovra' rispettare le bestie che vivono su questa terra come se fossero suoi fratelli. Che cos'e' l'uomo senza le bestie?
Se tutte le bestie sparissero, l'uomo morirebbe di una grande solitudine nello spirito. Poiche' cio' che accade alle bestie prima o poi accade anche all' uomo. Tutte le cose sono legate tra loro. Dovrete insegnare ai vostri figli che il suolo che essi calpestano e' fatto dalle ceneri dei nostri padri.
Affinche' i vostri figli rispettino questa terra, dite loro che essa e' arricchita dalle vite della nostra gente. Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri: la terra e' la madre di tutti noi. Tutto cio' che di buono arriva dalla terra arriva anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi. Noi almeno sappiamo questo: la terra non appartiene all'uomo, bensi' e' l'uomo che appartiene alla terra. Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose sono legate fra loro come il sangue che unisce i membri della stessa famiglia. Tutte le cose sono legate fra loro. Tutto cio' che si fa per la terra lo si fa per i suoi figli. Non e' l'uomo che ha tessuto le trame della vita: egli ne e' soltanto un filo. Tutto cio' che egli fa alla trama lo fa a se stesso. C'e' una cosa che noi sappiamo e che forse l'uomo bianco scoprira' presto: il nostro Dio e' lo stesso vostro Dio. Voi forse pensate che adesso lo possedete come volete possedere le nostre terre ma non lo potete. Egli e' il Dio dell'uomo e la sua pieta' e' uguale per tutti: tanto per l'uomo bianco quanto per l'uomo rosso. Questa terra per lui e' preziosa. Dov'e' finito il bosco? E' scomparso. Dov'e' finita l'aquila? E' scomparsa. E' la fine della vita e l'inizio della sopravvivenza".
Ringrazio il WWf di Gioia del Colle - Santeramo - Acquaviva per avermi segnalato questa lettera.

sabato 1 novembre 2008

Noi santi subito!!

Riguardo il discorso del “dominio” dell’uomo sulla natura, cerco di essere un po’ provocatorio. Mi piace riflettere su ciò che si dà per scontato o a cui non ci si fa più caso. Insomma ben venga tutto quello che può far suonare la sveglia alle nostre belle coscienze addormentate nel bosco.
Oggi è “Ognissanti” e vorrei condividere il mio pensiero legato agli scritti “In principio” e “l’uomo domini”. Ho letto un po’ la Bibbia e non posso non tener presente nel mio vivere e pensare quotidiano, del pensiero cristiano che mi dà cmq delle indicazioni anche se ciò non significa che mi ritengo un esempio. Mi pongo come un uomo qualunque della strada di fronte alle Sacre Scritture, e rifletto anche su come viene vissuto il credo religioso cristiano dalla maggior parte delle persone di ogni confessione. E’ ovvio che poi non c’è solo la visione biblica/cristiana. Ora il fatto che abbia detto che l’uomo è custode, signore, sulla natura è quello che io interpreto leggendo l’inizio della Genesi. Chi ci crede dovrebbe riconoscere la propria responsabilità verso il Creato, ma di cui lui è un filo e non il tessitore della trama come sottolineato dal Capo Indiano Seattle e dagli ambientalisti. A meno che non s’interpreti che dominare significa usare, abusare, distruggere (ed è ciò che la maggior parte degli umani sembri aver recepito). Ora la provocazione è proprio verso chi si dice credente ed anche nei Santi, tra i quali spiccano proprio quelli che hanno avuto un rispetto particolare della natura tanto da parlarci (uno su tutti S. Francesco d’Assisi). Mi chiedo se non sia il caso di ritrovare la coscienza di essere dei santi attuali; quelli capaci ancora di guardare gli uccelli del cielo e i gigli dei campi come dice Gesù. Perciò chiunque, sia singolo che membro di ass. ambientaliste come noi, si adoperi per la salvaguardia del pianeta (e non vivendo la fede solo in funzione di una speranza della vita eterna nell’aldilà, atteggiamento questo il più delle volte, staccato dalla responsabilità attuale e quindi egoistico), può essere un santo. Non si tratta di pratiche strettamente religiose, ma del vivere quotidiano in mezzo agli altri, alla flora e fauna. Preoccupandosi della raccolta differenziata, risparmio energetico, emergenze climatiche, mobilità sostenibile, protezione animali, ecc. Io credo in questo tipo di santi, che non saranno ineccepibili, non faranno miracoli eclatanti, ma insomma la società civile può sicuramente tenere in alta stima. Certo poi il msg cristiano si occupa della salvezza dell’anima, di recuperare le persone e i rapporti tra loro, dell’amore che soccorre i deboli, bisognosi, ecc. Ma penso ai santi anche come quelli che si adoperano per rendere l’ambiente un luogo più sano, pulito e lasciarlo così ai successori. Quindi in un senso non propriamente religioso, ma forse molto di più, faccio i miei auguri a tutti coloro che vogliono bene alla natura.
Ciao,
Nunzio.

01 novembre 2008

L'uomo domini.

Può essere un’indicazione generale: quando si vuole cercare il senso delle cose, ciò che è vero, educativo, istruttivo, bisogna tornare al principio, alle cose com’erano dall’inizio. Quindi a ciò che è scritto che sia: un testo sacro, il codice civile e stradale, la costituzione, ecc. Anche nella nostra vita quando ricordiamo la prima volta delle nostre esperienze: entusiasmo, emozioni, e tanti altri sentimenti nobili. Insomma tornare al principio per ritrovare “la retta via”, sé stessi e il mondo attorno nella giusta dimensione. In principio…
Tranquilli!... Non c’è da strappare nessuna prima pagina “genetica” biblica. Ma in quella c’è un’affermazione su cui vorrei riflettere: L’uomo domini…
Significa forse che l’uomo è dio e che signoreggia, assoggetta, comanda, sovrasta su tutto il creato? In un certo senso sì, significa questo. Ma in che modo? Non voglio avventurarmi in disquisizioni teologiche e lo lascio fare a persone più competenti e autorevoli. Voglio solo riflettere: l’uomo come un dio o come Dio? L’essere umano che ha caratteristiche e autorità superiori agli altri esseri, come deve esercitare questo dominio? Deve abusare, sprecare, sporcare, inquinare, prevaricare, distruggere, uccidere gratuitamente? Oppure il contrario? Essere un custode, amministratore …delegato dal Creatore stesso, e al quale poi si dovrà rendere conto? Voi che dite?
In tutti noi c’è la consapevolezza dell’eternità: non può finire tutto con la morte fisica. Si crede e si spera al Paradiso, al Cielo che certamente è perfetto e non come il mondo attuale che sembra andare inesorabilmente verso la fine. Quindi molti concludono: se questo mondo è uno schifo e sarà distrutto, che senso ha proteggerlo, salvarlo, fare tutte quelle azioni di salvaguardia umane ed ambientali, ecc.? Beh, perlomeno dovremmo pensare a quelli dopo di noi. Ma molti se ne strafregano o pur sapendo cosa possono fare, sono superficiali. Quindi con la mentalità della serie life is now!, usa e getta!, tutto e subito!, con manie di onnipotenza, come Attila, dove passano non cresce più l’erba. Però in Cielo eccome se ci vogliono andare!!
Questo tipo di “dominatore” corrisponde alla maggioranza della specie umana: amante dei soldi, motorizzato, consumista, fanatico per sport, religione, politica, ecc. pronto a distruggere e uccidere anche i suoi simili. Per propri interessi annienta popoli, flora e fauna. La maggior parte si dice rigorosamente credente, invece ha uno stile di vita distante dal carattere del Creatore. Così, parlo in generale, mi ci metto in mezzo anch’io. Come creature speciali nella creazione, dovremmo riflettere l’immagine e somiglianza del Creatore e non di idoli (ognuno ha i suoi, ma pallone e motori ormai sono quelli universali). Che tipo di “dominus” voglio essere? Dominatore distruttore o costruttore? Quando cammino, corro a piedi, vado in bici, nuoto, uso mezzi quali treno, bus o l’auto in modo responsabile, mi sento di dominare il territorio, di conoscerlo e apprezzarlo, lo sento mio, parte di me, come lo trovo lo lascio e lo faccio trovare agli altri, lo rispetto. In principio… credo si intendesse proprio questo. Cari amici ciclo ambientalisti, credo che possiamo dimostrare di essere i veri “dominatori, custodi” di questo mondo. Poi nell’aldilà sicuramente l’unico mezzo ammesso sarà la bicicletta a “ped-Ali”, per cui noi siam sempre pronti e allenati ad essere accolti senza vergogna da Chi ci attende…sicuramente in bici anch’Egli.

Nunzio Natuzzi

6 settembre 2008

In principio...

Il Gran Consiglio dei Capi Religiosi Biblici ha approvato all'unanimità le seguenti modifiche della Genesi. Si prega pertanto ad ognuno di spolverare le proprie Bibbie, strappare la 1^ pagina ed attaccare la seguente:
“In principio Iddio creò il Cielo e la Terra. La Terra era a forma di Pallone di Cuoio!... E Dio disse: "Sia l’Automobile!" e l’Automobile fu... E poi creò la Natura... E poi disse:
"Facciamo l’Uomo a immagine e somiglianza del Pallone e dell’Automobile! E dòmini sulla Natura che nel frattempo diventerà un circuito universale di Formula Uno seminando vittime tra uomini, animali e piante fino ad arrivare all’ultimo "stadio" .
Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa... "NON" molto buona.
Infatti, il settimo giorno invece di riposarsi, gli toccò riparare tutti i danni che l’uomo cominciò a creare!!

Un mio amico mi ha detto: “Senti, ma non è che con la bici hai trovato due ruote, ma hai perso una rotella!?”
Ah sì!?...
E se “impazzisco” per il calcio e la formula uno? Vado a giocare a calcetto tutti i fine settimana o alle scommesse; vado allo stadio magari come ultrà armato fino ai denti pronto a fare la guerra alle forze dell’ordine e agli ultrà avversari trascurando tra l’altro la famiglia!? Vado a correre con l’auto e la moto che sono uno "schianto" e prima o poi farò "schiantare dal ...pianto" qualcuno!!...
Passo tutto il mio tempo libero nei centri commerciali a consumare e farmi consumare lo stipendio; oppure la domenica a pranzo invece che parlare a TV spenta o meglio invece che uscire per una scampagnata magari con la bici e fare colazione presso una masseria o al sacco in mezzo al prato, a guardare i gigli dei campi e gli uccelli del cielo, preferisco sempre starmene rintanato in casa e sorbirmi, assorbire e farmi raccontare il mondo da pseudo opinionisti in TV come se fossi una discarica di rifiuti tossici o come se la mia vita dipendesse da un goal o dalla vittoria della Ferrari!!!???

E' questo il “principio” della normalità?

Nunzio Natuzzi

Bari, 26 agosto 2008

venerdì 31 ottobre 2008

Mani in alto!! Fermo o... (2^ parte)

L’episodio raccontato (successo realmente davanti all'Ist. Marconi di Bari), mi ha ricordato un cane pastore tedesco che riuscì ad uscire da una recinzione bassa e mi rincorse. Fermandomi con la bici, gli rivolsi un bel 'allucco' (urlo) e per sua e mia sorpresa, girò le zampe e se ne tornò a cuccia. Mi dissi: "A questo punto posso andare anche a domare i leoni!". Ma la verità è che me la feci un po’ sotto! Comunque è vero, è successo!
Quindi suggerirei lo stesso comportamento che si ha con i cani (automobilisti scusate l’accostamento, però per colpa di molti, dovrei invece chiedere scusa ai cani!!).
Proprio l’altro giorno ne abbiamo parlato in riunione con un veterinario ciclista e questa volta ho sperimentato che le stesse tattiche hanno funzionato anche con un "cagnolino a quattro ruote".
Questo giovanissimo automobilista POTEVA AMMAZZARE!! Certo non voglio dire che atteggiamenti criminali come questi si risolvano con una semplice sgridata. In questo episodio è andata così e la cosa positiva è che il mio alzare la voce ha fatto fermare quel ragazzo, così come diverse volte ho fatto con i cani anche di grossa taglia e qualche volta sono riuscito anche a farmeli amici.
Però la mia riflessione finale è questa:
"Perché da pedone e ciclista oltre alla sicurezza stradale, devo imparare la "sopravvivenza stradale?"
Perché devo dare per scontato "l’istinto animalesco" di certi automobilisti e fare anche da assistente sociale, psicologo, vigile urbano e quant’altro? Non voglio mica togliere il posto a qualcuno!
Se è vero che tutti dobbiamo imparare anche solo ad attraversare la strada, perché non si riesce altrettanto ad imporre la stessa necessità o meglio OBBLIGO AD IMPARARE A GUIDARE L’AUTO NON SOLO CON I PIEDI E LE MANI, MA SOPRATTUTTO CON LA TESTA?? Quando si è alla guida di un'auto o altro mezzo a motore si diventa utenti forti, corazzati, talvolta armati di aggressività, arroganza. Anche solo per ingombro e velocità maggiori, si è potenzialmente più pericolosi per pedoni e ciclisti.
Possiamo e dobbiamo tollerare l’istinto dei cani: è la loro natura. Ma perché dobbiamo tollerare l’istinto tanto bestiale, quanto superficiale e impunito di certi 'homo sapiens sempre meno sapiens', e sempre più 'auto-animalescus'? Finchè non succederà sarò/saremo costretti a trattare i cani come uomini e gli uomini come cani!!

Mani in alto!! Fermo o...

Febbraio 2008
Ad un TG nazionale hanno trasmesso  un servizio sull’ennesimo investimento sulle strisce, in cui finalmente il cronista ha mostrato ad un’ anziana signora come fare l’attraversamento: praticamente cercando e  mantenendun contatto visivo con l'automobilista (anche con gli altri che sopraggiungono!) ed alzando la mano a mo’ di 'ALT' di vigile urbano. Di certo non con i "para-occhi" o facendo la passerella  e distratti magari col cellulare incollato all'orecchio! Ho trovato questa dimostrazione tanto semplice quanto geniale ed utile come servizio pubblico.
Ricordo il mio Prof. di Lettere Maizza della Scuola Media "Petroni" di Bari Japigia, che si  impegnò tanto per farci seguire lezioni di educazione stradale, non solo per le sue classi, ma per tutta la scuola. A distanza di anni vorrei tanto ringraziarlo per il suo prezioso insegnamento ed impegno.
Vi racconto un episodio successo proprio ieri passando davanti ad una scuola. Un giovane probabilmente fresco di patente con un' auto sportiva, è uscito dal parcheggio in retromarcia come un razzo - è andato in avanti, poi indietro con lo sguardo davanti verso il vuoto... Tutto questo con brusche accelerate, frenate senza vedere neanche dagli specchietti. Stava investendo un signore su uno scooter, me sulla bici, ed urtando un’auto che sopraggiungeva. Ho lanciato un urlo e ho gridato alzando una mano: "FERMATI! FERMATI!" Lui si è fermato come uno svegliato da una secchiata d’acqua. Gli ho ripetuto ancora: "FERMATI! PARCHEGGIA DI NUOVO DA DOVE SEI USCITO! CALMATI! RAGIONA SU QUELLO CHE STAI FACENDO E POI QUANDO STAI MEGLIO TI RIMETTI SULLA STRADA!!" Sapete una cosa? Lui ha fatto esattamente così!
Chi ha assistito alla scena è rimasto senza parole ma solo scuoteva la testa e imprecava fra sé e sé. Solo il signore sullo scooter andandosene ha tirato fuori il suo repertorio di "paroline d’amore di strada", con tanto di dediche a papà, mamma, sorella e tutta la razza sua.... Per un attimo ho pensato di fermarmi anch’io e cercare di parlargli; magari l’avrei invitato a prendere anche solo un bicchiere d’acqua al bar. Era molto agitato, per non dire fuori di sé, confuso. Sicuramente non era in condizioni normali per fare quella manovra. Forse aveva litigato con qualcuno o sotto effetto di qualcosa... Boh! Purtroppo non l’ho fatto. Non sai però che reazione ti aspetta da chi anche se ha torto, si sente rimproverato pubblicamente e poi da te che vai in bici. Però alzando la voce e parlando in modo fermo e sensato, ho evitato il peggio non solo per me ma anche per gli altri compreso l'"aspirante pirata-omicida".
Di questo episodio voglio sottolineare il fatto di utilizzare la nostra autorità in quanto utenti della strada alla pari degli altri. Pedoni e ciclisti siamo più deboli? Sì! Msolo perché non siamo "corazzati" come gli automobilisti! Per il resto non dobbiamo farci intimidire! Nessuno ci impedisce di usare la voce e il linguaggio del corpo, non per rispondere a delle scorrettezze, imprecando o arrivando alle mani. Alziamo la voce e le mani (non in senso rissoso!) per richiamare l’attenzione e far riflettere a stare più attenti! So che è una bella teoria; la realtà è ben diversa. Chissà perchè i misfatti  nel traffico, scatenano i peggiori istinti bestiali, trasformandoci in Mr. Hyde pronti ad assalire l'altro che viene visto come nemico. Infatti, nel traffico, l'aria è inquinata anche dai numerosi "vaffa" lanciati come bombe chimiche che minano il benessere collettivo. Certo, ciò che vivo personalmente a casa, lavoro, ecc. influisce sul mio stato psico-fisico alla guida di qualsiasi mezzo. Per istinto e sfogo si imprèca e crede che ciò sia risolutivo e che la proprisete di giustizia venga appagata, ma sappiamo che non è così. I "falli di reazione" ci mettono sullo stesso piano del trasgressore e vengono puniti ugualmente!
Mi chiedo perciò, cosa posso fare io per vivere la strada come luogo di pace e non di guerra... 

Se la situazione permette un confronto pacifico, ma non meno autoritario, ciò è sicuramente utile a tutti!
Non perdiamo le buone maniere, le scuse, i saluti, i sorrisi, col senso dell’ humor si risolvono molte cose. Che ne dite di farci vedere e sentire e quindi cominciare noi ad essere degli esempi? 
Almeno proviamoci...
(fine prima puntata)

martedì 28 ottobre 2008

La Lepre e la Tartaruga di Esopo

La lepre un giorno si vantava con gli altri animali: - Nessuno può battermi in velocità - diceva. - Sfido chiunque a correre come me. La tartaruga, con la sua solita calma, disse: - Accetto la sfida.- Questa è buona! - esclamò la lepre; e scoppiò a ridere. - Non vantarti prima di aver vinto replicò la tartaruga. - Vuoi fare questa gara? Così fu stabilito un percorso e dato il via. La lepre partì come un fulmine: quasi non si vedeva più, tanto era già lontana. Poi si fermò, e per mostrare il suo disprezzo verso la tartaruga si sdraiò a fare un sonnellino. La tartaruga intanto camminava con fatica, un passo dopo l'altro, e quando la lepre si svegliò, la vide vicina al traguardo. Allora si mise a correre con tutte le sue forze, ma ormai era troppo tardi per vincere la gara. La tartaruga sorridendo disse: "Non serve correre, bisogna partire in tempo."

C'è anche un simpatico cartone della Warner "Tortoise beats Hare" ispirato a questa storia, dove Cecil Turtle batte Bug's Bunny.




Mi chiedo seriamente se non sia il caso di utilizzare storielle e cartoni animati come questi, nelle scuole guida. Sono ridicolo? E perchè fanno opuscoli sulla sicurezza stradale con i personaggi di Disney, Snoopy, ecc.? Lo fanno per istruire i bambini? Ma non è più importante che siano gli adulti a comprendere terra, terra, lezioni essenziali di sicurezza stradale?
Ecco! Propongo allora che nei programmi dei corsi di guida ci sia anche la lettura di questo racconto e la visione del cartone animato, magari avendo per l'occasione come istruttore un bambino.

Bici-Angeli a ped-Ali

A Caslano vicino Lugano, qualche giorno fa oltre ad una tappa del Tour de Suisse, c’era anche un evento ciclistico per bambini/ragazzi. Sono passato da un parco dove c’erano dei bimbi che giravano in bici e sono stato colpito dagli striscioni che i ragazzi hanno disegnato in favore della bici per l’occasione. C’erano cartelli che invitavano ad adattare la velocità pensando ai bimbi. Laddove si vede il mondo con gli occhi dei bimbi e si investe “in” loro, ci sono chiari segni di civiltà. Auguriamoci che lo stesso avvenga per le strade di tutta Italia. Credo che la nostra presenza costante ed anche con strade adatte e segnaletica appropriata, possano contribuire al cambiamento prima di tutto della mentalità. Dappertutto (anche in Svizzera), ci si muove all’insegna della velocità, dei motori rombanti “cattivi” che squarciano il silenzio sacro della natura. Quando mi strombazzano o rombano accanto (cattiva abitudine specialmente al Sud), a volte non è facile trattenersi e quello che provo non è paura. Talvolta è rabbia (subito domata). Non mi sento un soggetto “debole” nella testa, ma di fatto lo sono per vulnerabilità oggettiva. Con tutta la forza che ho però, in strada ci voglio essere e proprio come un bimbo con la bici coi pupazzetti , vorrei che le strade fossero teatro di calma, dolcezza, buon umore, insomma Amore.
Quando guardo i miei nipotini e tutti i bimbi in bici, vorrei che le strade fossero disegnate per loro oggi, domani e dopodomani, possibilmente non limitando l’uso solo nei parchi e durante l’infanzia. Quindi a voi tutti Bici-Angioletti a ped-Ali, vi dedico una canzoncina:
“Siam tre piccole biciclettin
Siamo tre sorellin
Mai nessun ci spaventerà
Trallallalallà.
Chi ha paura del suv cattivo, dell’auto cattiva, della moto cattiva,
io paura non avrò,
trallallalallà.”

Ciao,
Zionun.

Cicloraduno Varese-Svizzera 2008

Questi giorni sono stato su Marte. E poi per ben due volte ho fatto una capatina in Paradiso. Proprio così! A sud di Lugano c’è Paradiso che assieme a tutto il lago, lo è di nome e di fatto. Uno di quei posti favolosi che ti fa venir voglia di non tornare più a casa. Girando il Lago, ogni 50 m. mi volevo fermare per scattare una foto e così quasi ho fatto. Con i miei amichetti pupazzetti, le due bandierine italiana e svizzera, sono partito da Varese, Porto Ceresio, Ponte Tresa, Lugano, Capolago, Melide, Morcote, Figino, su a Barbengo , Agra, Agno, Ponte Tresa, Porto Ceresio, Varese. Proprio un bel giretto! E poi le escursioni del cicloraduno: sul Sacromonte (mizzica che tornanti!) e poi Valganna, Valcuvia intorno al Parco del Campo dei Fiori lungo fiumi e laghi. Germignaga, Luino sul L. Maggiore. Bellissimo! Poi Castiglione Olona, Torba, il piccolo Stelvio, le salite del Giro, Gazzada. E' fantastico quando sei giù e guardi su e dici: 'Io devo arrivare lì! Sei già lì con la testa. Arrivi su e guardi giù da dove sei partito. Eh, se non sono emozioni queste_ _ _ Sul lago, lo stesso: guardi una sponda e poi vai dall'altro lato e guardi da dove sei passato. C'ho la fissa delle 'circumpedalate o circumcorse' anche delle salite e discese; come qualcosa da conquistare. Un po' come la storia di Gerico. Magari dovremmo fare lo stesso nelle nostre città e regioni: girarci attorno tante di quelle volte, dando fiato alle nostre _ _ _'trombette': trilli, popi-popi, di pupazzetti vari_ _ _Questa sì che è musica! Altro che clacson arroganti e inquinanti! E poi vedrete che le mura (ostacoli, pregiudizi, mancanza di rispetto, ecc.) cadranno giù.
Comunque niente male per un tipo 'marino' e 'pianeggiante' come me. Potrei fare anche il Mondiale a settembre. Certo che qui i ciclisti di ogni tipo si divertono proprio. Sul Lago di Lugano o Ceresio ne ho incontrati tantissimi. Tutti si ricorderanno di un tipo un po’ strano con i pupazzetti e le bandierine: che spasso! Il divertimento è stato assoluto! Anche per le vie di Varese. Tra l’altro ho preso il treno da e per Bari smontando e impacchettando la bici seguendo le istruzioni sia dell'esperto della ns associazione, che quelle che ho visto sul sito Fiab a cura di AdB di Genova. E’ stato molto più facile di quanto pensassi: ho smontato solo le due ruote, fissate con degli 'spaghetti' al telaio e poi una copertura in nylon richiudibile come un k-way. C'ho messo poco. La prox volta andrà ancora meglio. I Ferrovieri sono stati gentilissimi.
Voglio ringraziare voi tutti di Varese, Milano e della Fiab per questa mia prima esperienza cicloturistica italo-svizzera anche a nome di Nemo, Apemaia e Paperino che hanno passato una vacanza straordinaria. Vi dedichiamo un pezzettino di canzoncina di I. Graziani.
Lugano Addio
Oh 'Marte' io ti ricordo così, il tuo percorso, i tuoi cartelli chiari come il lago.
Lugano Addio cantavi, mentre il manubrio mi tenevi.
Canta con me tu mi dicevi ed io cantavo, di un posto che non avevo visto mai.
Oh 'Marte' io ti ricordo così, il tuo percorso, i tuoi cartelli chiari come il lago.
Lugano Addio cantavi, mentre il manubrio mi tenevi
Addio cantavi e non per falsa ingenuità, tu ci credevi
E adesso anch’io che sono qua.
Oh 'Marte' io ti ricordo così
Il tuo percorso, i tuoi cartelli, chiari come il lago.
Ciao,
Nunzio.

Ciclovagando nei centri storici

Domenica 20 luglio sono stato nella città vecchia di Taranto, uno dei borghi antichi più belli delle città pugliesi. Ho iniziato il mio ciclo-giretto da Gioia del Colle verso Castellaneta – visita al centro storico – foto con Rodolfo Valentino accanto alla mia bici e sembrava che la statua avesse tanta voglia di salire in sella e girare magari un film d’altri tempi a ritmo di bici-tango. Vabbè, dopo le foto rituali (anche sulla gravina, la ferrovia dismessa e il bel panorama sul golfo di Taranto), mi avvio appunto laddove arriva il mio sguardo: Taranto. 
                                           Come uno dei tanti falchi grillai che trafficano il cielo, comincio a volare scendendo in picchiata verso il mare. Faccio un percorso interno tra agrumeti e uliveti ed arrivo a Castellaneta Marina. Bella località immersa nella pineta, bel mare sabbioso ed anche una pista ciclabile. Intravvedo le alte gru e le ciminiere di Taranto e mi avvio lungo la complanare della 106 Jonica fino a Taranto.
All’arrivo in città non è proprio una "Bellavista" a dispetto dell'omonima stazioncina proprio alle porte. Immagino che originariamente la bella vista ci fosse eccome, ma oggi sa tanto di beffardo, sarcastico e va proprio a sfottere chi vi arriva e soprattutto ci vive.  Ci sono industrie di ogni tipo con cisterne, torri che sputano fiamme, smog e chissà a mare cosa diavolo scaricano. Sembra un film dell’orrore con giganteschi mostri di ferro. In mezzo a tutto ciò, scopro una chiesa antica con un bel giardino (S.Maria della Giustizia) e vicino un cartellone “Itinerario Magna Grecia - Zone Archeologiche - Taranto”. E che ci fanno qui ‘sta chiesa, ‘sto cartello!
Un attimo dopo penso che è vero il contrario: “Che ci fanno tutte ‘ste industrie come mostri inquinanti a colorare di rosso il poco verde rimasto di una città fantastica? Lo so che la storia è lunga…Visito il borgo antico – scatto delle foto. Ma perché fare delle foto a degli edifici fatiscenti col rischio che qualche calcinaccio mi cada in testa? E poi…non proprio il massimo della pulizia tra le case diroccate e abbandonate. E i suoi abitanti? Ho fatto amicizia. Passo davanti a qualche cagnone e mi chiedo se i proprietari hanno il porto d’armi visto che l’utilizzo sembra quello. Comunque è lo stesso in molte città vecchie specie vicino al porto. Qualcuno appostato mi intima che è meglio che mi sbrighi a passare perché potrei farmi male, indicandomi i sostegni in legno tra le due pareti delle palazzine. Ma il messaggio è certamente un altro. Però qualche piazzetta e palazzina già ristrutturate e addobbate con fiori e piante, le ho viste.

Qual è lo scopo del mio andare lì con la bici e fotografare il degrado, il pericolo e poi raccontarlo a voi? Nel mio piccolo credo di fare qualcosa di buono semplicemente passando in silenzio con la bici, salutando, scambiando qualche parola, battuta. Fermandomi, ammirando e fotografando le cose che ritengo interessanti, stimolo la gente che mi vede, a rendersi conto della ricchezza che ha anche se tutti direbbero che al momento è uno schifo. E’ un incoraggiamento a voler bene a sé stessi e alla loro città. Credo che a Bari stia succedendo questo. Tutte le persone sensibili a queste cose devono pur essere stimolate a incoraggiare la gente del posto. Credo che già lo facciano; è chiaro che non è che adesso viene ‘sto barese qua e fa il salvatore con la bici. Eppure io vorrei fare proprio questo: né salvatore, né eroe, ma solo per il fatto che sono lì con la bici, lascio il segno. E bisogna continuare ad andarci. Mi rendo conto che non è per niente facile cambiare certe situazioni dove il male l’ha fatta da padrone. Però voglio essere uno che crede, non nell’evidenza come realtà ineluttabile, ma nella realtà come dovrebbe essere. Guardando le foto delle case nel degrado, le panchine del lungomare rotte, la sporcizia, delinquenza, ecc. non godo di questo e né voglio divertirmi a denunciare, ma mi alleno a credere, a vedere quelle case ristrutturate, pulite, valorizzate, la gente che partecipa alla rinascita della propria città e poi anche i viaggiatori, turisti che realizzano e portano nei loro cuori e a casa, una bella esperienza di vita.

Finchè avrò voglia e salute, vorrei sempre dare questo senso ai miei bici-viaggetti e sarete d’accordo con me che il racconto di questo tipo di approccio col territorio e la gente, fa riflettere quest’ultima a credere in queste forme costruttive di turismo. Coloro che le praticano non sono turisti mordi e fuggi, distratti, curiosi solo per deridere, giudicare e allontanarsi in fretta. Soprattutto non hanno paura. Per me turismo non è solo fare foto alle cose rinomate, acquistare souvenir, ristoranti e hotel; è contatto e conoscenza diretta del Territorio,del Paesaggio, le Persone. Rispettarli e farne parte è l'obiettivo!
Ciao,
Nunzio.

Centri storici in bici

Estate 2008
Quest’ultimo week end sono stato su Marte cioè la città vecchia di Taranto e Bari. Come, che cosa!!?? Avete capito bene – ed era piena di Marziani: musicisti, artisti de La Ghironda dai 5 continenti a dare vita, vita, vita! La gente anche del posto, ha partecipato con entusiasmo. C’erano 10 postazioni e con la bici mi sono mosso a meraviglia seguendo tutti gli spettacoli. Questa rassegna assieme ad altre che vedono il centro storico al centro dell’attenzione, sono d’importanza fondamentale. Le novità sulla mobilità (Ztl, Zsr, ecc.), il restauro architettonico, gli spettacoli popolari itineranti come questo fanno sì che avvenga la rinascita. Vedere la gente che si muove a piedi e in bici alla riscoperta finalmente delle origini della propria città è molto bello. In particolare a Taranto mi è piaciuto tanto. Prima che iniziassero gli spettacoli, ho girato alla ricerca di ogni angolo possibile dove fare delle foto con la mia bici. Le case rovinate, le scalinate, i vicoli da restaurare, con la bici davanti come mezzo ideale per il restauro del centro storico. E’ stato fantastico! Ho spiegato a chi incontravo, il significato delle foto ed erano daccordo. Vabbè… che ci costa sognare…almeno io il sogno lo vivo nella realtà. La bici è il mezzo fondamentale per la rinascita dei centri storici. Molto probabilmente la reazione immediata di chiunque mi ha visto è stata quella di sorridere. Forse vedendo me stesso, riderei anch’io. Io spero invece che specialmente i bambini, i ragazzi, le mamme, i papà si ricordino di un tipo un po’ strano che un giorno è venuto con la sua bici immaginandola come una bacchetta magica che dovunque passasse trasformasse il degrado, la sporcizia in bellezza, pulizia e comunicando un messaggio di pace anche senza dire una parola.

Bari vivibile - come?

Come risaputo… “quanto ci piace chiacchierare!”. Tutti vorrebbero che la nostra città fosse più pulita, spaziosa, silenziosa, dove oltre ai residenti anche i turisti possano passeggiare, fare foto ai monumenti senza “tracce ingombranti” di moderni “mammut” motorizzati senza storia. Sono bravi a dire che queste cose avvengono solo su “Marte”: città del centro-nord od oltre frontiera. Si lamentano sempre e hanno paura di qualsiasi intervento sul traffico che limiti l'utilizzo degli autoveicoli. Mah! Certo che siamo proprio strani! Anzi siamo più stranieri degli stranieri stessi: gli unici ad apprezzare le nostre città per quello che sono veramente! Magari potessi vedere la mia città con gli occhi di uno straniero, di un marziano. E’ quello che mi sforzo di fare e dovrei anche cominciare a scattare delle foto che in tanti anni non ho mai avuto il piacere di fare!!
E’ vero che qualsiasi novità, genera subito una reazione di dissenso. Ma come non vedere che ne può venire solo del bene ad adottare una politica all’insegna della riduzione dell’utilizzo dei mezzi a motore? Chi si ostina a fare il bastian contrario è come un uomo che si lamenta perché ha fame e quando finalmente gli dai da mangiare, rifiuta perché non gli piace!

Nunzio Natuzzi

Bari, 25 giugno 2008

Pista Ciclabile

Proprio non capisco certe opinioni contrarie alle piste ciclabili. Poi da chi dovrebbe essere il primo a beneficiarne: il ciclista urbano. Quando ho deciso di andare in bici non sono stato troppo a pensare se le strade fossero abbastanza sicure, se prima era opportuno che ci fossero i percorsi ciclabili; volevo andare in bici e ho cominciato. Posso dire a distanza di qualche anno che credo di essere temprato ad ogni situazione di traffico. Insomma ho padronanza, familiarità col mezzo, le strade ed anche come la chiamo io, una certa “visione di gioco”, che mi permette di prevenire certe situazioni pericolose. La troppa familiarità però, può essere la condizione più pericolosa. Perciò non devo mai essere troppo sicuro di me e se ho l’opportunità di andare su percorsi più tranquilli, separato dai veicoli a motore, lo faccio volentieri. Mi rendo conto che c’è chi non ha la stessa dimestichezza, riflessi, esperienza ed ecco perché la pista ciclabile è ancora più importante. Certo non ci si va per imparare ad andare in bici. C’è chi ha ipotizzato che facilmente i ciclisti “abbraccerebbero” gli alberi. Ma sulla carreggiata si va lo stesso su spazi ristretti con gli altri veicoli in movimento o fermi in sosta (spesso in doppia fila). Perlomeno gli alberi e i pali stanno fermi e non ti danno le sportellate! Per mia esperienza sulla pista cicl. già esistente dal Cast. Svevo alla Fiera del Lev., sebbene non è proprio il massimo come fondo stradale (un po’ di traballero), preferisco fare quella: sto più tranquillo. La stessa cosa sarà sugli altri percorsi ciclabili. Invece di perdere tempo a fare polemica, approfittiamo ad imparare ad andare in bici e dalla bici: facciamo silenzio e pedaliamo.
Nunzio Natuzzi
Bari, 16 giugno2008

Pista Ciclabile

Credo che la riluttanza alla pista ciclabile (a questo punto in qualsiasi zona della città), sia dovuta al forte pregiudizio che la strada sia solo per i mezzi motorizzati che hanno priorità e dominio. Ammettiamolo! Nella nostra testolina è così. L’evidenza è l’atteggiamento di arroganza che si manifesta per es. con colpi di clacson “gratuiti”, come a dire “Togliti di mezzo!” ed anche le moto che rombando esprimono la stessa cosa. Allora punto 1^: LA STRADA E’ DI TUTTI!! A mio avviso ci dovrebbe essere questa scritta in tutti gli accessi alla città, ma anche nelle scuole guida e come premessa del codice della strada e soprattutto ce lo dobbiamo scrivere in testa. Dobbiamo farcene una ragione per la civile convivenza e per l’auspicato salto di qualità culturale e comportamentale sulle nostre strade. E poi siamo sempre noi: adesso automobilisti, poi ciclisti, pedoni, motociclisti. Basta con la classificazione in base al mezzo che guidiamo: siamo tutti uguali con gli stessi diritti e doveri.
Vorrei considerare insieme la definizione di pista ciclabile: “E’ un percorso protetto o comunque riservato alle biciclette, dove il traffico motorizzato è escluso. Lo scopo di questi è separare il traffico ciclabile da quello motorizzato e da quello pedonale, che hanno velocità diverse, per migliorare la sicurezza stradale e facilitare lo scorrimento dei veicoli. Il codice della strada prevede che i ciclisti utilizzino una pista ciclabile quando disponibile. Talvolta lo stesso percorso deve essere condiviso tra ciclisti e pedoni, e viene detto di conseguenza "ciclo-pedonale".
Lo scopo è anche quello di promuovere l’uso della bicicletta silenziosa e non inquinante. A chi pensa che non siano tanti i ciclisti urbani abituali, vorrei dire che per il momento è così. Consideriamo quanti non si sentano sicuri, ma che con le piste ciclabili (e non solo quella di V.le Unità d’Italia), si farebbero coraggio. Il bacino d’utenza potenzialmente è molto alto al punto che addirittura credo che ci sarebbe più traffico sulle piste che sulle carreggiate. E magari succedesse!! Il goal sarebbe proprio se tante persone che usano individualmente ed abitualmente l’auto per raggiungere il centro, utilizzassero invece la bici, il treno, il bus o i piedi.
Non chiamatemi sognatore, perché io vivo già questa realtà assieme a molti altri. Piuttosto finiamola di fare i“piagnoni”o come si dice da noi “le chiangiamìnue!”.
Nunzio Natuzzi

Bari, 15 giugno 2008

Se vai a Bari...come Ferrara! A quando?

A proposito dei lavori per le piste ciclabili e la mobilità sostenibile. Propongo un compitino per le vacanze. Prendiamo una clessidra: una parte vuota e una piena di sabbia (polveri sottili inquinanti). Quella piena è figura del traffico urbano, ma anche della nostra testa: vista offuscata, naso e orecchie tappati, cervello impolverato. S’immagini il centro-città: attorno le clessidre (quartieri periferici), messe in modo circolare come il rosone di una chiesa o i raggi di una ruota. Finora, dagli accessi in città scarichiamo le polveri sottili (smog). Capovolgendo la clessidra (e la nostra mentalità), lo smog resta all’esterno e si va a piedi, con la bici, mezzi pubblici che trovano la via più libera e rispettano gli orari. L’aria è più respirabile, ci si muove di più, strade più sicure, meno bestemmie, stress, spese e si è un po’ più felici…come a Ferrara, anzi meglio. Chi va in questa città rimane colpito che siano riusciti a vivere questo. E noi come e quando pensiamo di iniziare se ci preoccupiamo solo di lamentarci, criticare, denigrare, ecc.?? A chi chiede: “Ma quanto tempo ci vuole per questi lavori”? Invece domando: “Ma quanto tempo ci vuole per cambiare?” La clessidra ci aiuta: ad ogni ma, se, pessimismo, critica, ecc. la si deve girare finchè non s’impara. Intanto i lavori finiranno e speriamo di essere pronti col fisico e la mente, per fare un bel salto di qualità della vita…in centro.

P.S.: Usando la clessidra ascoltiamo la canzone di B. Antonacci modificata:

Ma quanto tempo e ancora strombazzi e inquini in centro
Quanto tempo e ancora ci metti per cambiare
Quanto tempo e ancora ti metti proprio al centro
Quanto tempo e ancora mi viene da star male e sento
Che se te ne vai adesso io potrei vivere
Che se te ne vai adesso ci sarebbe più amore.

Nunzio Natuzzi
Bari, 06 giugno 2008

Se vai a Bari...come Ferrara! A quando?

“Se vai a Ferrara, vanno tutti in bici”. Per ora non vado. Nel XVII sec. un mercante di Ferrara acquistò proprietà a Bari Vecchia e contribuì con generosità. Bari per gratitudine gli ha intitolato Piazza del Ferrarese. Immagino quando tornava a Ferrara: “Se vai a Bari, vanno tutti a piedi; bravi a spostare le merci con carriole; uno ha inventato un velocipede a due ruote che consiglierei di copiare. Sono svegli, svelti, in forma e rispettano le regole. In carrozza, se il cavallo sporca e il padrone non pulisce, viene multato. Gli insolventi, messi a pancia in giù sul leone della colonna della giustizia a P.za Mercantile, li “sculacciano col battipanni”! Anche i ferraresi hanno imparato dai baresi, e se l’Europa guarda a Ferrara, può guardare a Bari.
Comune, Provincia e Regione stanno riqualificando il territorio con la mobilità sostenibile: “pedovia”, bici, treno e bus anziché solo veicoli a motore privati. Sono entusiasta! Finalmente a chi si muove con la bici in città, viene dato modo di trovare il proprio spazio, ma di darne tanto anche agli altri. Non solo! Più bici non ingombranti, silenziose, ecologiche, fluidificano il traffico, fanno respirare, non disturbano la quiete. Ci sono lavori in corso per la pista ciclabile di V.le Unità d’Italia e poi le altre a seguire. Per i contestatori (molti solo perché si è pensato ai ciclisti, che si pensa siano quattro gatti e come se la strada fosse solo per le auto e le moto), cito l’ Art. 2 del Cod. della Strada:”…le norme…si ispirano al principio della sicurezza stradale, perseguendo gli obiettivi: di ridurre i costi economici, sociali ed ambientali derivanti dal traffico veicolare; di migliorare il livello di qualità della vita anche attraverso una razionale utilizzazione del territorio; di migliorare la fluidità della circolazione”. Art. 13: ”Le norme devono essere improntate alla sicurezza della circolazione di tutti gli utenti della strada, alla riduzione dell’inquinamento acustico ed atmosferico per la salvaguardia degli occupanti gli edifici adiacenti le strade ed al rispetto dell’ambiente e di immobili di notevole pregio architettonico o storico”.

Nunzio Natuzzi
Bari, 06 giugno 2008

sabato 25 ottobre 2008

Ciclo-Puliziotto


Con l’alto “Partocinio” della Presidenza della Repubblica, del Min. dell’Ambiente, della Salute, del CNR e di tutti quelli che vogliono bene a questo mondo, viene firmato il famoso "Capocollo d'Intesa" di Martina Franca e  si dispone quanto segue.
Viene istituita una nuova figura chiamata: CICLOECOLOGIVIGILE. Per comodità si chiamerà CICLO-PULIZIOTTO. Sarà riconoscibile grazie a dei gilet rifrangenti con la scritta PULIZIA URBANA (in città) e PULIZIA STRADALE (fuori città). Questo “CICLO-PULIZIOTTO” avrà le seguenti caratteristiche e funzioni:
- Si muoverà a piedi, in bicicletta e mezzi pubblici; avrà una delega per moderare il traffico, effettuare anche multe simboliche. Avrà il fischietto, un cartellino giallo e uno rosso; non abuserà dell’autorità assegnatagli, ma con comprensione e pazienza cercherà di “domare” gli utenti motorizzati più “accaniti”. Però dopo la seconda ammonizione, li potrà espellere ma solo per farli uscire dal centro, parcheggiare in periferia e farli accomodare in “panchina” sul Lungomare. Dopo 10 minuti, "guardando o mar quanto è bello, ‘spira tanto sentimento", rientreranno in gioco più rilassati, mettendosi sulla buona strada.
- Segnalerà prontamente tutte le deficienze a danno della circolazione degli utenti della strada; il suo Bici-angioletto gli farà subito notare le sue di deficienze, specie se andando veloce e non fermandosi al rosso, lo lascerà a distanza dietro col rischio di perderlo.
- Sarà sottomesso all'autorità delle forze dell'ordine come gli altri, e con la sua presenza dolce, calma e non inquinante, renderà anche la loro giornata meno stressante.

- Sarà dotato di un microchip collegato al sistema satellitare, in modo da individuare quali sono i percorsi ideali da effettuare a piedi ed in bici. Infatti basterà seguire i suoi spostamenti per redigere il Biciplan. Proprio come si fa per es. con gli uccelli, si seguiranno le sue “migrazioni pendolari”, per poter anche indicare alla popolazione come arrivare a fine settimana, fine mese e fine anno.
- Servirà per il monitoraggio della qualità dell’aria: in base alle quantità di CO2, PM10, ecc. accumulati nel suo corpo, saranno prese contromisure sul traffico. Periodicamente sarà sottoposto ad analisi mediche che serviranno per le ricerche. Quindi considerato l’alto valore scientifico, sarà esentato non solo dal ticket e da tutte le spese mediche, ma da tutte le tasse di cui invece si faranno carico gli inquinatori incalliti.
- In considerazione dell’alta importanza sociale ed ambientale, riceverà la medaglia d’oro al valore civile. La sua grande opera finalmente servirà per avviare la pratica per la nomination al Nobel per la pace e per l’inserimento dei ciclisti nel patrimonio Unesco.
- Riceverà la benedizione del Papa Tedesco, del Pastore Tedesco, del Rabbino, dell’”Imam”, de “IPaPà”, dei Bimbi, del Creato e del Creatore.

Tutta la popolazione è invitata ad avere grande rispetto e riconoscenza per tale persona. Oltre che mostrare cordialità, è gradito un piccolo gesto di gratitudine che può essere rappresentato anche da un semplice bicchiere d’acqua.

Nunzio Natuzzi

Bari, 15 settembre 2008

Meditando su Mediterre!

Oggi, tanto per cambiare, mi voglio divertire … solo un po’ di più. A Bari, alla Fiera del Levante, c’è Mediterre. Ieri ho conosciuto gli amici di Palermociclabile.org, che hanno fatto un lavoro davvero lodevole riguardo il cicloturismo. La Sicilia è una terra stupenda piena di verde, laghi, fiumi, campagna, monti, mare e l’Etna e poi assieme alla sua gente così ospitale. Voglio stupirli con Affetti speciali. Da Gioia del Colle, prima di prendere il bellissimo Bus blu della FSE per Bari, faccio un po’ di spesa con la bici nel Borgo Antico. Compro ottimo vino Primitivo, ottimo Pane di grano duro, Focaccia, ottime Mozzarelle. Ho anche il tempo di cercare la mia tartarughina; chissà dove si è cacciata!? Nei negozi di cicloaccessori di Bari e Gioia del Colle non sono riuscito a trovarla. Quella è in salute, va piano … ma cammina sempre ed anche molto lontano! Mi serviva per domenica per Bimbimbici. Va bene, rimedio con altri animaletti clacson, che vorrei regalare assieme alle iscrizioni alla manifestazione, a dei bimbi specialmente di Bari Vecchia. Anche a Peter Pan! Domani sarà anch’egli sui nastri di partenza. Gli ho detto che siccome ci saranno i bimbi con le bandierine, non gli venisse in mente di prenderle a calci! Ma stando davanti (come suo solito) il problema non dovrebbe sussistere. Gli ho detto di portarsi anche Campanellino, ogni tanto un trillo nell’Isola che finalmente c’è (Bari Vecchia). E comunque se dimostra con la bici, doti di equilibrismo fisico e mentale, domani si gioca una chance importante per la convocazione in Nazionale. Ho messo io la buona parola a Mr. Donadoni.
Nel bus, mi rilasso, leggo il programma di Mediterre e inizio a scrivere queste cose. Ogni tanto una suonatina di clacson dell’Apemaia che spaccio per suoneria del cellulare, per far sorridere i viaggiatori e forse anche l’autista. Arrivo a Bari - Staz. FS - “prendo in giro” la Rossa! (la bici rosso Ferrari del Bike Sharing). Sistemo la spesa nel cestino; destinazione: Parco dei Divertimenti (Mediterre). Siccome fa caldo e i “panzerotti” nelle scarpe si stanno “bruciando”, passo dalla “zona cambio”ossia dal mio amico negoziante nel viale pedonale più “in” di Bari, per effettuare un cambio vestiario: pantaloncini e sandali e finalmente almeno i miei piedi e gambe respirano meglio. Parcheggio”il Ferrari” davanti al negozio. Anche questa è inter”modalità”. Soprattutto un buon esempio di far girare l’economia su due ruote ecologiche ed economiche anziché per forza su quattro inquinanti e costose. Il mio amico è d’accordo anche perché se la gente si muove a piedi o con la bici, perlomeno ha un consumo maggiore di scarpe e abbigliamento, che costa sempre meno del consumo/costo legato all’auto. Ovviamente faccio rodere di invidia gli automobilisti che illudendosi di parcheggiare proprio davanti alla meta finale, vagabondano nel deserto pieno di polveri sottili: PM 10, GIP 100, ASSICURATORI 1.000, AVVOCATI 10.000, “VA VAN GUFO” 1.000.000!!! Io invece “scemo, scemo, zitto, zitto, ridendo e scherzando”, sono il primo caso di “Ferrarista” che riesce a parcheggiare proprio sotto al negozio persino del viale pedonale più “IN” centro.
Arrivo in Fiera. Non ho un lucchetto per la bici. Mi viene una bella idea. Entro nel padiglione con la bici a piedi. Faccio una bella sfilata, ogni tanto un Trilly. Metto la bella “Rossa” in bella mostra allo stand di Ruotalibera Bari e ci attacco l’Apemaia, la bandierina e la targhetta con la tartarughina (meno male almeno quella!), con la scritta NON INQUINO.
Oggi, oltre al bike sharing faccio anche il food sharing. E’ quasi ora di pranzo e vado dai miei amici ciclisti siciliani e condividiamo con tutto lo stand della Regione Sicilia. Chiedo un po’ di ottimo olio extra vergine di oliva dallo stand di Pezze di Greco – Fasano e peccato che non ci sono i pomodori di quella località siciliana dove quest’anno si terranno importanti gare olimpiche: le famose Olimpiadi di …”Pachino” 2008!
Buon Appetito!
Do il cambio agli amici di Ruotalibera che vanno a pranzo. Dopo arriva un amico e ci alterniamo per gironzolare tra gli stand e condividere tipo "...la montagna va da Maometto...spostandosi ovviamente a piedi e in bici!". Tra gli stand si aggira anche un altro personaggio: “Cyro il Mediterraneo!”, che propone un nuovo tipo di pesca miracolosa cicloturistica nel Mediterraneo, con una “rete” gettata dall’altra parte, dettata da ordini divini.
Ci sono gli artisti di strada: Fantastici. Per i bambini (di ogni età) è un’occasione magica. Chiedo loro se posso unirmi, poiché l’artista di strada lo faccio già. Con la bici so danzare, cantare (anche le canzoncine dei cartoni animati e zecchino d’oro), suonare (almeno il campanellino, facendo ingelosire persino Peter Pan!), e quindi spero di generare un po’ di buon umore che per gli utenti della strada, oggi più che mai, è necessario come l’aria che si respira o meglio, che si dovrebbe respirare.
La serata si conclude con un bel concerto; nel frattempo con la bici a piedi, ammiro le foto stupende della National Geographic, dai temi centrali della manifestazione: Terra, Aria, Acqua, Fuoco.
Saluto tutti e faccio i complimenti agli organizzatori, relatori, operatori agli stand, artisti, chi vi ha partecipato anche come visitatore.
Cari Bimbimbici, Signore & …Signori, si nasce!! Finalmente con la bici nel Mediterraneo si nasce, si cresce e si diventa seriamente grandi.

Nunzio Natuzzi

Bari, 10 maggio 2008

“Se guardate me non guardate che bicicletta porto, ma CHI la bicicletta porta!”

Caro Sig. Cittadino (dal primo all'ultimo).

Iniziativa BA2015: "Adesso scrivo io!" - Caro Sindaco, nel 2015 vorrei che la mia città...

Caro Sig. Sindaco, (ma in realtà mi rivolgo a tutti i cittadini)
adesso scrivo io ... come ha scritto Lei: 'DA MO’ VALE!'. E non l'avesse mai detto! Io La farò "pentire" di avermi invitato a nozze. E allora: 'DA MO’ VALE'? E MO’ LE FACCIO VEDERE IO!!! Lei ha la pazienza di aspettare fino al 2015? Faccia pure. Io invece MO’ PROPRIO! mi voglio muovere; anzi è già da un po’ che mi sono dato una "mossa" a piedi e in bicicletta proprio come una montagna che si è spostata. Infatti anche Gesù ha detto: "Se hai fede dì alla montagna di spostarsi e si sposterà". E lei lo sa che le montagne si spostano a piedi e in bici? Adesso glielo spiego!!
Mi chiamo Nunzio ma Lei mi chiami pure Genio!! C’è chi si ostina a fare gli spostamenti per forza con i mezzi motorizzati privati, e dà a Lei e a tutti delle grandi FREGATURE! Io come Motore Umano, solo con la mia forza... di volontà, do a Lei e a tutti i concittadini, il "lusso" di darmi delle grandi SFREGATURE!! Qual è il problema!? Qual è il suo desiderio!? Chieda e…manco la bocca deve aprire che già l’ho soddisfatta!
Vuole una città pulita, silenziosa, ordinata, con dei ritmi dolci che ottimizzano tempo e danaro? Spaziosa, respirabile, sportiva in modo perfetto, cioè piena di gente che unisce l’utile al dilettevole e che non si nutre solo di "calcio"? Va bene! Potrei dirLe quanta attività fisica/sportiva si può fare, raggiungendo i siti con la bici valida anche come riscaldamento preattività. Ma anche per lavoro, studio, tempo libero, vacanza e con le combinazioni vincenti Bici+Treno, Bici+Bus e la super TRIS Bici+Treno+Bus. ALTRO CHE SUPER ENALOTTO!!!
Vuole una città a "misura" d’uomo? Adesso porto la 46-48 anziché la 54!
Bastano anche tre o quattro come me e vede come Bari e la Puglia arrivano a livelli stellari. Infatti io e la mia bici "in sordina" stiamo facendo un bel lavoro specialmente a Bari Vecchia. Infatti persino Peter Pan a Bimbimbici è rimasto sorpreso. Gli ho spiegato che visto che noi speravamo che lasciando l'Isola che non c'è, diventasse finalmente grande, abbiamo pensato bene di fare al contrario: lui può anche rimanere Peter Pan, ma l'Isola finalmente la facciamo essere! E non è un'invenzione e neanche un gioco di parole, se ci credi ti basta perché poi la strada la trovi da te.
Comunque vuoi sapere dov'è?
Seconda stella a destra questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino, poi la strada la trovi da te, porta all'Isola che ...c'è!! ...E ti prendono in giro se continui a cercarla, ma non darti per vinto perchè, chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle, forse è ancora più pazzo di te!!
In effetti ci sono già decine e decine come me che si muovono a piedi e in bici e siamo anche delle specie di "missionari urbani ed extraurbani" o "marziani" se preferisce. Io sono stato su Marte e i Marziani mi hanno benedetto e istruito circa le soluzioni necessarie per risolvere almeno i problemi di mobilità e di traffico. Strettamente legati a questi temi sono anche: la salute psico-fisica delle persone ma anche dell'ambiente. Esattamente! La flora e la fauna urbana non ce la fanno più! Io ci ho parlato e mi hanno detto che stanno preparando una rivolta con degli attacchi terrestri, marini e aerei così intelligenti come non mai e guai a chi non riesce più a guardare gli uccelli del cielo, i fiori dei campi e ascoltare il grido dei pesci del mare. Inoltre, lo spazio recuperato specialmente nel Borgo Antico e conseguente vivibilità e potenziale turistico che finalmente si può manifestare.
Voglio ringraziarLa per ciò che sta facendo Lei, la Sua Amministrazione e tutte le forze politiche che mostrano sensibilità a queste tematiche e se proprio "non ha niente da fare", La invito con affetto ed interesse a leggere i miei "Pensieri Ciclostilati" dove parlo di Bari e la Puglia, delle mie esperienze quotidiane con la bici per la strada che è sempre la scuola migliore anche se dura e pericolosa.

Nunzio Natuzzi

Bari, 13 maggio 2008

'Se guardate me, non guardate che bicicletta porto, ma CHI la bicicletta porta!'

Spero che questa vita insegni!

C’è un tipo di paura che genera positività: la coscienza e conoscenza dei rischi e pericoli e che ci fa essere prudenti. Questa paura fa un “bilancio preventivo” ed è per la vita.
Ce n’è un’altra che nasce dal timore di essere puniti per l’imprudenza, perché in fondo si è coscienti di essere nel torto. Questa fa un “bilancio consuntivo” ed è per la morte. Mettiamoci pure: abitudine alla velocità, malumore, distrazione, la fretta che fa trasgredire anche i più prudenti, e il mix è davvero micidiale. Anche se vai in bici o addirittura a piedi, è uguale! O no? Quanta gente cammina abitualmente a passo svelto, distrattamente, attraversando in diagonale la strada con i para-occhi come i cavalli o corre con la bici in città (ahimè, all’inizio l’ho fatto tante volte!) e poi col benedetto/maledetto cellulare, senza alcuna illuminazione e visibilità. E se ci si mettono anche pedoni e ciclisti…Buonasera! Anzi, Buonanotte!!
Parlando di sicurezza stradale credo che ci si concentri troppo sull’aspetto sanzionatorio, punitivo, della certezza della pena, condanne esemplari, ecc. Sicuramente hanno la loro importanza, ma non possono essere la sola soluzione. Tutto ciò genera solo trasgressione e conseguente paura. E poi sapere che il colpevole è sanzionato pesantemente o assicurato alle patrie galere, non mi rende certamente più felice. Certo se io o qualcuno a me caro, fossimo vittime, ragionerei in modo diverso. Sicuramente all’inizio ci sarebbe il coinvolgimento emotivo e almeno una forte indignazione per non dire peggio.
C’è una cosa che odio ed è il fatalismo. Quello che ti fa dire: “Sono cose che capitano” - “E’ il destino” - “Doveva succedere” – “Tragica fatalità” – “Dio ha voluto così”. E poi affermazioni di circostanza tipiche in queste occasioni: “Spero che questa morte insegni!...”.
Non so voi, ma io spero sempre CHE SIA LA VITA AD INSEGNARE!! Le disabilità e le morti come minimo fanno arrabbiare tutti noi e se la logica (o meglio follia) è di aspettare che “succedano” queste cose per muoversi a provvedere, allora siamo nell’assurdo più totale. PREVENIRE E' SEMPRE MEGLIO CHE CURARE!
Non culliamoci poi, con facile indulgenza, che queste cose succedono! Il fatalismo è odioso! E’ l’alibi perfetto per tutti gli uomini di cattiva volontà. Per quanto dipende da me, io so che determino il mio e l’altrui destino. Sono responsabile di ciò. Per carità, è chiaro che siamo tutti sotto al Cielo… ma in genere le buone e sane abitudini, le cosiddette buone pratiche anche stradali, premiano.
Le auto non “impazziscono”, non si trasformano in falciatrici, non sono né stupide, aggressive, cattive, ecc., né sono intelligenti, prudenti, sobrie, tranquille, ecologiche, ecc. Si usano queste terminologie che delegano alle auto qualità o difetti che soprattutto sono di pertinenza del cuore, cervello e corpo umano! La macchina è macchina e l’uomo è uomo! Le persone più importanti da proteggere, sono “tutte le persone” che si muovono per strada in ogni modo (comprese le forze dell’ordine) e non soltanto quelle nei “carri armati” a quattro ruote, delegando a questi mezzi il loro senso di sicurezza stradale del tutto egoistico. I PERICOLI VANNO TEMUTI, vale a dire RISPETTATI E NON SFIDATI! Invece per mostrare che non si è paurosi, illusi da una sicurezza assoluta delegata al mezzo, ci si lancia in stupide spavalderie, accentuando il pericolo per sè e gli altri.
Le persone che proteggono altre persone sono sempre persone che amano sé stesse, gli altri e tutto il creato e quindi il Creatore: sono prudenti, intelligenti, ecologiche, rispettose, serene, di buon umore, sobrie, che non hanno fretta, ecc. almeno come atteggiamento abituale, poi le giornate amare difficili da spiegare capitano a tutti e speriamo che con meno auto in giro, in proporzione, si trasformino in giornate dolci facili da spiegare. E poi come dice il detto: “L’uomo allegro Dio l’aiuta!”.
C’è la più classica delle lezioni di educazione stradale: “Chi va piano, va sano e va lontano!”. Vi potrei raccontare le mie esperienze con la corsa e come specialmente nelle gare lunghe, devi tenere a freno dall’inizio quella voglia di correre al massimo, se no poi che succede? Che comunque in seguito sei costretto a rallentare, frenare di colpo, quando però ormai è troppo tardi e molte volte non si finisce la gara. E così quando ci si dà un freno solo dopo ultimatum medici, ma anche nel traffico: molti fanno le “strazzate” (strappate, brusche accelerate), strombazzano se gli sei davanti e poi? L’ingorgo e un bel semaforo rosso che azzera tutte le velocità e frenesie e tu che gli sfili a lato fischiettando.

Concludo con una bella frase di S. Giovanni al quale anche piaceva molto scrivere lettere d’Amore: “Nell’Amore non c’è paura; anzi l’Amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell’Amore”. I Giov. 4:18.
Ed anche S. Paolo non è da meno: “Vuoi non temere l’autorità? Fa la cosa giusta e avrai la sua approvazione! … Perciò è necessario stare sottomessi (rispettare le regole), non soltanto per timore della punizione, ma anche per motivi di coscienza!”. (Lettera ai Romani)
… E pace in terra, sulle strade italiane, a tutti gli uomini di buona volontà…e speriamo CHE QUESTE VITE INSEGNINO!

Viva l’Italia…l’Italia che non muore
…l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura.
Viva l’Italia… l’Italia che non ha paura.
…l’ Italia con gli occhi aperti nella notte triste…
Viva l’Italia…l’Italia che resiste.
F. De Gregori

Nunzio Natuzzi
Bari, 18 maggio 2008